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Attenuanti generiche: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro il diniego delle attenuanti generiche. La Corte ha stabilito che la decisione del giudice di merito è correttamente motivata quando si basa sulla semplice assenza di elementi positivi a favore del reo, confermando che tale valutazione non è sindacabile in sede di legittimità se non palesemente illogica.

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Pubblicato il 24 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: Quando l’Assenza di Elementi Positivi Giustifica il Diniego

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia di determinazione della pena e concessione delle attenuanti generiche. Il caso offre lo spunto per chiarire quando e perché un giudice può legittimamente negare questo beneficio, anche in assenza di elementi negativi specifici. La Suprema Corte ha sottolineato che la semplice mancanza di elementi positivi da valutare a favore dell’imputato costituisce una motivazione sufficiente per il diniego.

Il Caso in Esame: Ricorso contro la Determinazione della Pena

La vicenda trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello. Il ricorrente lamentava un ‘vizio di motivazione’ nella decisione dei giudici di secondo grado, i quali avevano negato la concessione delle attenuanti generiche previste dall’art. 62-bis del codice penale e avevano determinato la pena. A detta della difesa, la Corte d’Appello non aveva adeguatamente giustificato la sua scelta, limitandosi a irrogare una pena corrispondente al minimo edittale previsto dalla legge per il reato contestato.

La Decisione sulla Concessione delle Attenuanti Generiche

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile. Gli Ermellini hanno ritenuto che la motivazione fornita dalla Corte d’Appello fosse del tutto adeguata, logica e coerente con i principi stabiliti dalla giurisprudenza di legittimità. La decisione si fonda su un concetto chiave: per negare le attenuanti, non è necessario che sussistano elementi negativi a carico dell’imputato; è sufficiente che non emergano elementi di segno positivo.

Le Motivazioni della Corte: L’Assenza di Elementi Positivi

Il cuore della decisione risiede nella spiegazione delle ragioni che possono sostenere il diniego delle attenuanti generiche. La Corte di Cassazione ha chiarito che:

1. Motivazione Sufficiente: I giudici di merito avevano correttamente evidenziato ‘l’assenza di positivi elementi di valutazione idonei a consentire la concessione del beneficio’. Questa constatazione, di per sé, costituisce una motivazione valida e non censurabile in sede di legittimità.
2. Principio di Diritto Consolidato: Il mancato riconoscimento delle attenuanti può essere legittimamente motivato con la sola assenza di elementi o circostanze di segno positivo. Non spetta al giudice ricercare d’ufficio tali elementi, ma è onere della difesa, se del caso, farli emergere nel corso del processo.
3. Insindacabilità della Congruità della Pena: La Corte ha inoltre ribadito che il giudizio di cassazione non è una terza istanza di merito. Pertanto, è inammissibile una censura che miri a una nuova valutazione della congruità della pena. Tale valutazione è preclusa, a meno che la decisione del giudice di merito non sia frutto di ‘mero arbitrio o di un ragionamento illogico’, circostanze che non sono state riscontrate nel caso di specie.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale di grande importanza pratica. Per la difesa, ciò significa che la semplice richiesta di concessione delle attenuanti generiche non è sufficiente. È necessario fornire al giudice elementi concreti e positivi su cui basare la richiesta, come ad esempio la confessione, il risarcimento del danno, un comportamento processuale collaborativo o altri fattori che dimostrino una ridotta capacità a delinquere. Per i giudici, viene confermata un’ampia discrezionalità nella valutazione, purché la decisione sia sorretta da una motivazione logica e non arbitraria, che può consistere anche nella mera presa d’atto dell’assenza di elementi favorevoli all’imputato. La condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una cospicua somma alla Cassa delle ammende serve da monito contro la proposizione di ricorsi basati su motivi manifestamente infondati.

È sufficiente l’assenza di elementi positivi per negare le attenuanti generiche?
Sì, secondo la Corte di Cassazione, il giudice può legittimamente motivare il diniego delle attenuanti generiche basandosi sulla semplice assenza di elementi o circostanze di segno positivo da valutare a favore dell’imputato.

La Corte di Cassazione può riesaminare la congruità della pena decisa dai giudici di merito?
No, nel giudizio di cassazione non è ammessa una nuova valutazione della congruità della pena, a meno che la determinazione non sia il risultato di puro arbitrio o di un ragionamento palesemente illogico, cosa che in questo caso è stata esclusa.

Qual è stato l’esito del ricorso per l’imputato?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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