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Attenuanti generiche: il no del giudice è legittimo

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato contro il diniego delle attenuanti generiche. La Corte ha ribadito che, specialmente dopo la riforma del 2008, la sola incensuratezza non è più sufficiente per la concessione del beneficio. Il giudice può legittimamente negare le attenuanti basandosi sull’assenza di elementi positivi e sulla valutazione di elementi negativi, come i precedenti specifici dell’imputato, ritenendo la decisione del giudice di merito adeguatamente motivata.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: Quando il Giudice Può Legittimamente Negarle? L’Analisi della Cassazione

Le attenuanti generiche, previste dall’art. 62-bis del codice penale, rappresentano uno strumento fondamentale a disposizione del giudice per adeguare la pena alla specifica situazione del reo. Tuttavia, la loro concessione non è automatica. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce i presupposti per il loro diniego, confermando un orientamento ormai consolidato. Analizziamo la decisione per comprendere meglio i criteri applicati dalla giurisprudenza.

Il Caso in Esame

Un soggetto, condannato per una violazione del Codice della Strada, ha presentato ricorso in Cassazione lamentando la mancata concessione delle attenuanti generiche da parte della Corte d’Appello. Il ricorrente riteneva ingiustificata la decisione dei giudici di merito. La Suprema Corte, tuttavia, ha dichiarato il ricorso inammissibile in quanto manifestamente infondato, cogliendo l’occasione per ribadire i principi che governano la materia.

Criteri per la concessione delle attenuanti generiche

La valutazione per la concessione o l’esclusione delle attenuanti generiche è un giudizio di fatto riservato al giudice di merito. La Corte di Cassazione può sindacare tale decisione solo se la motivazione risulta contraddittoria o illogica. Il giudice non è tenuto a prendere in considerazione tutti gli elementi previsti dall’art. 133 c.p., ma può fondare la sua decisione anche su un solo elemento che ritenga preponderante.

L’impatto della Riforma del 2008

Un punto cruciale, evidenziato anche in questa ordinanza, riguarda la riforma dell’art. 62-bis c.p. introdotta nel 2008. Da allora, la sola incensuratezza dell’imputato (l’assenza di precedenti penali) non è più un elemento sufficiente a giustificare la concessione delle attenuanti generiche. Il giudice deve ricercare la presenza di elementi o circostanze di segno positivo che possano motivare una riduzione della pena. L’assenza di tali elementi positivi è, di per sé, una ragione legittima per negare il beneficio.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha ritenuto la decisione della Corte d’Appello pienamente legittima e congruamente motivata. I giudici di merito avevano correttamente evidenziato la totale assenza di elementi positivi idonei a giustificare l’applicazione delle attenuanti. Anzi, la decisione era ulteriormente rafforzata dalla presenza di elementi negativi, quali i precedenti specifici a carico dell’imputato. La Suprema Corte ha quindi confermato che il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche può essere legittimamente motivato con la semplice assenza di circostanze positive meritevoli di considerazione, a maggior ragione quando emergono aspetti negativi della personalità del colpevole o delle modalità del reato. La valutazione del giudice di merito, essendo priva di vizi logici, è stata considerata insindacabile in sede di legittimità.

Le conclusioni

Questa pronuncia consolida un principio fondamentale: le attenuanti generiche non sono un diritto dell’imputato, ma un beneficio la cui concessione è subordinata a una valutazione discrezionale del giudice. Per sperare in una riduzione di pena, non basta non avere precedenti; è necessario che emergano dal processo elementi positivi concreti (come il comportamento processuale, la confessione, il ravvedimento) che possano convincere il giudice della minore gravità del fatto o della ridotta pericolosità sociale del reo. In assenza di tali fattori, il diniego è una scelta pienamente legittima.

È sufficiente avere la fedina penale pulita per ottenere le attenuanti generiche?
No. A seguito della riforma dell’art. 62-bis del codice penale avvenuta nel 2008, il solo stato di incensuratezza dell’imputato non è più sufficiente per la concessione delle attenuanti generiche. È necessaria la presenza di elementi positivi.

Come deve motivare il giudice la decisione di non concedere le attenuanti generiche?
Il giudice può legittimamente motivare il diniego con la semplice assenza di elementi o circostanze di segno positivo. La sua motivazione è valida purché non sia contraddittoria e dia conto degli elementi ritenuti preponderanti ai fini della decisione.

Quali elementi può considerare il giudice per negare le attenuanti generiche?
Il giudice può basarsi su qualsiasi elemento indicato nell’art. 133 del codice penale. Anche un solo fattore, come la personalità del colpevole, l’entità del reato, le modalità di esecuzione o la presenza di precedenti specifici, può essere ritenuto sufficiente per escludere il beneficio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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