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Attenuanti generiche: il bilanciamento del giudice

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso riguardante la presunta eccessività della pena e il mancato bilanciamento favorevole delle attenuanti generiche. La Corte ha ribadito che la valutazione e il bilanciamento delle circostanze rientrano nel potere discrezionale del giudice di merito, insindacabile in sede di legittimità se la motivazione è logica e non arbitraria, come nel caso di specie.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: Quando la Discrezionalità del Giudice è Insindacabile

L’applicazione delle attenuanti generiche e il loro bilanciamento con eventuali aggravanti rappresentano uno dei momenti più delicati del processo penale, in cui la discrezionalità del giudice gioca un ruolo fondamentale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 5262/2024, ci offre l’occasione per approfondire i limiti entro cui questa discrezionalità può essere esercitata e le condizioni che rendono un ricorso contro la determinazione della pena inammissibile.

Il Caso: La Richiesta di una Pena Più Lieve

Un individuo, condannato nei primi due gradi di giudizio, ha presentato ricorso per Cassazione lamentando l’eccessività della pena inflittagli. Nonostante il riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, il ricorrente sosteneva che la Corte d’Appello non le avesse bilanciate in modo più favorevole, portando a una sanzione sproporzionata. La difesa contestava, in sostanza, il giudizio di equivalenza tra le attenuanti e le aggravanti, auspicando una loro prevalenza che avrebbe comportato una significativa riduzione della pena.

Il Giudizio sulle Attenuanti Generiche

Il ricorrente ha basato la sua impugnazione sulla presunta violazione degli articoli 133 e 62-bis del codice penale. Secondo la sua tesi, il giudice di secondo grado non avrebbe adeguatamente motivato le ragioni per cui, pur riconoscendo l’esistenza di circostanze positive, avesse deciso di non farle prevalere nel computo finale della pena. Il motivo del ricorso è stato però giudicato dalla Suprema Corte come ‘a-specifico’ e ‘reiterativo’.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Gli Ermellini hanno sottolineato come la Corte d’Appello avesse, in realtà, fornito una motivazione congrua e logica. La decisione di secondo grado faceva riferimento alla gravità del reato e alla particolare intensità del dolo (l’intenzione cosciente e volontaria di commettere il fatto illecito) per giustificare la congruità della pena, che peraltro era già stata ridotta rispetto a quella stabilita in primo grado.

Le Motivazioni

La Corte ha ribadito un principio fondamentale: il giudizio di comparazione tra circostanze opposte (aggravanti e attenuanti) è una valutazione discrezionale tipica del giudice di merito. Questo significa che la Corte di Cassazione non può sostituire la propria valutazione a quella dei giudici dei gradi precedenti, a meno che la loro decisione non sia frutto di un ‘mero arbitrio’ o di un ‘ragionamento illogico’.

Nel caso specifico, la motivazione fornita dalla Corte d’Appello è stata ritenuta sufficiente. I giudici di legittimità hanno ricordato che, per giustificare un giudizio di equivalenza tra circostanze, basta che il giudice di merito la ritenga la soluzione più idonea a realizzare l’adeguatezza della pena al caso concreto. Non è necessario un’analisi dettagliata di ogni singolo elemento, purché la decisione appaia logica nel suo complesso.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame conferma che la determinazione della pena e il bilanciamento delle circostanze sono prerogative del giudice di merito. Un ricorso in Cassazione che si limiti a contestare questa valutazione, senza evidenziare vizi di logica manifesta o violazioni di legge, è destinato all’inammissibilità. Per l’imputato, ciò comporta non solo la conferma della condanna, ma anche l’aggiunta del pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende, come sanzione per aver proposto un’impugnazione ‘irrituale’. Questa decisione serve da monito: la contestazione della pena in sede di legittimità richiede l’individuazione di specifici e concreti errori giuridici o logici nella sentenza impugnata, e non una mera riproposizione di argomenti già valutati e respinti.

Perché il ricorso sul bilanciamento delle attenuanti generiche è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto ‘a-specifico’ e ‘reiterativo’. La Corte di Cassazione ha stabilito che la Corte d’Appello aveva già fornito una motivazione congrua e logica per la pena inflitta, basata sulla gravità del reato e l’intensità del dolo, rendendo la contestazione infondata.

La Corte di Cassazione può modificare la pena decisa da un giudice di merito?
No, la Corte di Cassazione non riesamina il merito della decisione, inclusa la quantificazione della pena. Il suo compito (sindacato di legittimità) è verificare che la legge sia stata applicata correttamente e che la motivazione della sentenza sia logica e non contraddittoria. Può annullare una decisione sulla pena solo se la motivazione è mancante, palesemente illogica o arbitraria.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso penale viene dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende, a causa della ‘colpa connessa all’irritualità dell’impugnazione’.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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