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Attenuanti Generiche e recidiva: limiti al bilanciamento

La Cassazione dichiara inammissibile un ricorso sul mancato riconoscimento delle attenuanti generiche. Il motivo è che la legge vieta la loro prevalenza sulla recidiva reiterata specifica infraquinquennale, rendendo il bilanciamento impossibile a favore dell’imputato.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche e Recidiva: La Cassazione Fissa i Paletti

Il tema del bilanciamento tra circostanze aggravanti e attenuanti è centrale nel diritto penale, poiché determina l’entità finale della pena. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un limite invalicabile posto dal legislatore, in particolare quando si tratta di concedere le attenuanti generiche a un soggetto con una specifica forma di recidiva. Questo provvedimento chiarisce perché, in certi casi, il potere discrezionale del giudice viene meno di fronte a un divieto di legge esplicito.

I Fatti del Processo

Il caso riguarda un individuo condannato sia in primo grado dal Tribunale sia dalla Corte di Appello per un reato legato agli stupefacenti (art. 73, comma 5, d.P.R. 309/1990). La difesa dell’imputato decideva di presentare ricorso per cassazione, lamentando un unico vizio: la motivazione, a suo dire carente, con cui i giudici di merito avevano negato la prevalenza delle attenuanti generiche sulla recidiva contestata (prevista dall’art. 99, quarto comma, del codice penale).

L’imputato, in sostanza, chiedeva alla Suprema Corte di rivedere la decisione dei giudici di appello, sostenendo che la sua situazione personale e processuale meritasse un trattamento sanzionatorio più mite attraverso un diverso giudizio di bilanciamento delle circostanze.

Il Divieto di Prevalenza delle Attenuanti Generiche

Il cuore della questione non risiede tanto nella valutazione discrezionale del giudice, quanto in un preciso sbarramento normativo. La Corte di Cassazione ha infatti evidenziato un aspetto decisivo che rendeva il ricorso, sin dall’inizio, privo di fondamento.

L’articolo 69, ultimo comma, del codice penale stabilisce un divieto assoluto: le attenuanti generiche non possono mai essere considerate prevalenti su una specifica e grave forma di recidiva, ovvero la “recidiva reiterata specifica infraquinquennale”. Questa si verifica quando un soggetto, già condannato per un reato, ne commette un altro della stessa indole entro cinque anni dalla condanna precedente.

Nel caso in esame, questa forma di recidiva era stata correttamente contestata e non era stata oggetto di contestazione da parte della difesa. Pertanto, la richiesta di far prevalere le attenuanti generiche si scontrava con un divieto di legge insuperabile.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile sulla base di un ragionamento lineare e ineccepibile. In primo luogo, ha ribadito il principio consolidato secondo cui il giudizio di bilanciamento delle circostanze è un potere valutativo riservato al giudice di merito e non può essere sindacato in sede di legittimità, a meno che la motivazione sia manifestamente illogica, cosa che non si verificava nel caso di specie.

In secondo luogo, la Corte ha sottolineato che i giudici di appello avevano comunque valorizzato elementi positivi, come la condotta collaborativa del ricorrente, che avevano già contribuito a mitigare la pena. Non erano emersi ulteriori elementi che potessero giustificare una diversa valutazione ai sensi dell’art. 133 del codice penale.

Ma il punto cruciale, definito dalla Corte “last but not least”, è stato proprio il richiamo al divieto previsto dall’art. 69 del codice penale. Essendo l’imputato gravato da una recidiva reiterata specifica infraquinquennale, i giudici non avrebbero potuto, neanche volendo, far prevalere le attenuanti generiche. La richiesta del ricorrente era, quindi, giuridicamente impossibile da accogliere.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame offre un importante insegnamento pratico: non tutte le circostanze sono uguali di fronte alla legge e non sempre il giudice ha piena discrezionalità nel bilanciarle. L’esistenza di un divieto esplicito, come quello relativo alla recidiva qualificata, rende infruttuosa qualsiasi doglianza sulla mancata prevalenza delle attenuanti generiche. Questo caso dimostra l’importanza di un’attenta analisi dei presupposti normativi prima di intraprendere un ricorso in Cassazione. La declaratoria di inammissibilità, infatti, non solo chiude il processo, ma comporta anche la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, aggravando ulteriormente la sua posizione.

È sempre possibile per un giudice far prevalere le attenuanti generiche su un’aggravante come la recidiva?
No. L’art. 69, ultimo comma, del codice penale vieta espressamente che le circostanze attenuanti generiche possano essere ritenute prevalenti sulla recidiva reiterata specifica infraquinquennale.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Secondo l’art. 616 del codice di procedura penale, quando il ricorso è dichiarato inammissibile, la parte che lo ha proposto viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in denaro in favore della Cassa delle ammende.

Nel caso specifico, i giudici di merito avevano ignorato gli elementi a favore dell’imputato?
No. La sentenza della Cassazione precisa che i giudici di merito avevano correttamente valorizzato elementi positivi, come la condotta collaborativa del ricorrente, mitigando già in modo notevole la sanzione. Tuttavia, non sussistevano ulteriori elementi per un diverso bilanciamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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