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Attenuanti generiche e recidiva: la Cassazione decide

Un soggetto condannato per reati legati agli stupefacenti ha presentato ricorso in Cassazione contro il diniego delle attenuanti generiche, ritenute non prevalenti sulla recidiva. La Corte Suprema ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando che il giudice di merito può negare le attenuanti basandosi su elementi decisivi come la proclività a delinquere e i precedenti penali, senza dover esaminare ogni singolo elemento favorevole all’imputato. La motivazione è stata ritenuta sufficiente e non illogica.

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Pubblicato il 22 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche e Recidiva: la Cassazione ribadisce i limiti del giudizio di bilanciamento

L’applicazione delle attenuanti generiche rappresenta uno degli aspetti più delicati e discrezionali del processo penale. Con l’ordinanza in commento, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi sui criteri che guidano il giudice nel negare tali circostanze, specialmente quando l’imputato è gravato da recidiva. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato, confermando la decisione dei giudici di merito che avevano negato la prevalenza delle attenuanti sulla base della sua pericolosità sociale e dei precedenti penali.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una condanna per violazione della legge sugli stupefacenti (art. 73, comma 5, D.P.R. 309/1990). La sentenza, emessa dal Tribunale di Ivrea e confermata dalla Corte d’Appello di Torino, aveva negato all’imputato il riconoscimento della prevalenza delle attenuanti generiche rispetto alla recidiva reiterata, specifica e infraquinquennale.

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso in Cassazione lamentando una violazione di legge e un vizio di motivazione proprio in relazione a questo diniego. La difesa sosteneva che la decisione dei giudici di merito non fosse adeguatamente giustificata, limitando così la possibilità di ottenere un trattamento sanzionatorio più mite.

La Decisione della Cassazione sul diniego delle attenuanti generiche

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, dichiarandolo inammissibile. La motivazione di tale decisione si fonda su diversi principi consolidati nella giurisprudenza di legittimità. In primo luogo, il ricorso è stato giudicato manifestamente infondato, in quanto privo di specificità e del tutto assertivo. Secondo la Corte, la difesa si era limitata a riproporre le stesse censure già esaminate e respinte in modo logico e congruo dalla Corte d’Appello, senza muovere una critica puntuale e specifica alle argomentazioni della sentenza impugnata.

Le Motivazioni della Corte

Nel dettaglio, la Suprema Corte ha evidenziato come la decisione della Corte d’Appello fosse immune da vizi di legittimità. I giudici di merito avevano correttamente motivato il loro diniego delle attenuanti generiche sulla base di elementi concreti e decisivi. In particolare, avevano valorizzato negativamente la “proclività a delinquere” dell’imputato, desunta dai suoi numerosi precedenti penali analoghi. Questi precedenti sono stati considerati sintomatici di una particolare pericolosità sociale, un fattore che giustifica ampiamente una valutazione rigorosa.

La Cassazione ha colto l’occasione per ribadire un principio fondamentale: ai fini dell’obbligo di motivazione sul diniego delle attenuanti generiche, non è necessario che il giudice prenda in esame ogni singolo elemento, favorevole o sfavorevole, emerso dagli atti. È sufficiente che egli faccia riferimento agli elementi ritenuti decisivi per la sua valutazione. Nel caso di specie, la pericolosità sociale e la recidiva sono stati considerati elementi talmente rilevanti da superare qualsiasi altra considerazione.

Inoltre, la Corte ha ricordato che è legittima la “doppia valutazione” di uno stesso elemento (come la gravità della condotta) a fini diversi, ad esempio per determinare la pena base e, allo stesso tempo, per negare le attenuanti. Questo principio rafforza ulteriormente la discrezionalità del giudice di merito nel ponderare le circostanze del caso concreto.

Le Conclusioni

L’ordinanza in esame conferma l’orientamento rigoroso della giurisprudenza di legittimità in materia di concessione delle attenuanti generiche in presenza di recidiva. La decisione sottolinea che un ricorso in Cassazione non può limitarsi a una generica doglianza, ma deve contenere una critica specifica e argomentata contro la motivazione della sentenza impugnata. Per l’imputato, ciò significa che la speranza di ottenere un beneficio in sede di legittimità è legata alla capacità di dimostrare un’effettiva illogicità o contraddittorietà nel ragionamento del giudice di merito, e non semplicemente a riproporre argomenti già vagliati e respinti. La valutazione della personalità dell’imputato e della sua pericolosità sociale rimane un pilastro centrale nella decisione del giudice.

Un giudice può negare le attenuanti generiche basandosi solo sui precedenti penali dell’imputato?
Sì. Secondo la Corte, i precedenti penali analoghi possono dimostrare una “proclività a delinquere” e una “particolare pericolosità sociale”, elementi che sono sufficienti a giustificare il diniego delle attenuanti generiche, soprattutto in presenza di una recidiva qualificata.

Per negare le attenuanti generiche, il giudice deve analizzare tutti gli elementi a favore e sfavore dell’imputato?
No. La Corte di Cassazione ha ribadito che non è necessario un esame di tutti gli elementi. È sufficiente che il giudice motivi la sua decisione facendo riferimento a quelli ritenuti decisivi e rilevanti, come la pericolosità sociale, superando implicitamente tutti gli altri elementi dedotti dalle parti.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione è considerato generico e assertivo?
Un ricorso di questo tipo viene dichiarato inammissibile. Ciò significa che la Corte non entra nel merito della questione, ma respinge l’impugnazione perché non soddisfa i requisiti di legge, come la necessità di una critica specifica e puntuale contro le argomentazioni della sentenza impugnata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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