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Attenuanti generiche e precedenti penali: la Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato contro la mancata concessione delle attenuanti generiche. La Corte ha stabilito che la decisione del giudice di merito è legittima se basata su una motivazione logica, come la personalità negativa dell’imputato desunta dai suoi numerosi precedenti penali, senza necessità di esaminare tutti gli altri elementi previsti dalla legge.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche e Precedenti Penali: Quando il Giudice Può Negarle

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5383/2024, è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale del diritto penale: i criteri per la concessione o il diniego delle attenuanti generiche. Questa decisione ribadisce la legittimità della scelta del giudice di negare il beneficio sulla base della personalità negativa dell’imputato, desunta dai suoi precedenti penali, senza dover analizzare ogni singolo elemento previsto dalla legge. Un principio che rafforza la discrezionalità del giudice di merito ma la ancora a una motivazione congrua e non illogica.

I Fatti del Ricorso

Il caso nasce dal ricorso di un imputato condannato dalla Corte d’Appello di Roma. Il ricorrente lamentava principalmente due aspetti della sentenza di secondo grado: un vizio di motivazione riguardo alla determinazione della pena e, soprattutto, la mancata concessione delle attenuanti generiche. A suo avviso, la Corte territoriale non avrebbe adeguatamente giustificato le ragioni che l’hanno portata a confermare una pena ritenuta eccessiva e a negare il beneficio previsto dalla legge.

La Valutazione della Pena e le Attenuanti Generiche

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo le motivazioni della Corte d’Appello complete e logicamente coerenti. Gli Ermellini hanno sottolineato due punti fondamentali. In primo luogo, la determinazione della pena non può essere sindacata in sede di legittimità se non è frutto di mero arbitrio o di un ragionamento palesemente illogico. Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva correttamente basato la sua valutazione sulla gravità della condotta, considerando sia la duplice natura delle sostanze stupefacenti detenute sia il quantitativo non minimale sequestrato. In secondo luogo, e questo è il cuore della decisione, anche la negazione delle attenuanti generiche era stata supportata da una motivazione idonea e sufficiente.

Le Motivazioni della Corte

La Suprema Corte ha avallato la decisione dei giudici di merito, i quali avevano negato le attenuanti generiche evidenziando la personalità negativa dell’imputato, gravato da numerosi e allarmanti precedenti penali. Richiamando un consolidato orientamento giurisprudenziale, la Corte ha ribadito un principio chiave: ai fini della concessione o del diniego del beneficio, il giudice non è tenuto a prendere in considerazione tutti gli elementi indicati nell’art. 133 del codice penale. È infatti sufficiente che il giudice si soffermi su uno solo di essi, qualora lo ritenga prevalente e decisivo. In questa vicenda, la personalità dell’imputato, così come delineata dai suoi precedenti, è stata considerata un elemento di tale rilievo da giustificare, da solo, l’esclusione del beneficio. La motivazione della Corte d’Appello, incentrata su questo aspetto, è stata quindi giudicata congrua e non censurabile.

Conclusioni

L’ordinanza in esame conferma che la valutazione sulla concessione delle attenuanti generiche rientra nella piena discrezionalità del giudice di merito, il cui operato è difficilmente contestabile in Cassazione se supportato da una motivazione logica e coerente. La presenza di precedenti penali, soprattutto se numerosi e gravi, costituisce un valido e spesso sufficiente motivo per negare il beneficio, poiché indicativo di una personalità incline a delinquere. Questa pronuncia serve da monito: la storia criminale di un individuo ha un peso determinante nel bilanciamento giudiziale e può precludere l’accesso a benefici volti ad attenuare la sanzione penale.

È possibile contestare in Cassazione la quantità della pena decisa dal giudice di merito?
No, la Corte di Cassazione non può effettuare una nuova valutazione sulla congruità della pena. La censura è inammissibile se la determinazione della pena non è frutto di mero arbitrio o di un ragionamento palesemente illogico.

Per negare le attenuanti generiche, il giudice deve esaminare tutti gli elementi previsti dalla legge?
No. Secondo la Corte, il giudice può limitarsi a prendere in esame anche un solo elemento tra quelli indicati nell’art. 133 del codice penale (come la personalità del colpevole o l’entità del reato), se lo ritiene prevalente e sufficiente a giustificare la sua decisione.

Un passato con precedenti penali può essere l’unica ragione per negare le attenuanti generiche?
Sì. La Corte ha confermato che la decisione di negare le attenuanti è correttamente motivata quando si basa sulla negativa personalità dell’imputato, desunta dai suoi numerosi e allarmanti precedenti penali, ritenendolo un elemento decisivo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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