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Attenuanti generiche e collaborazione: la Cassazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 10757/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per evasione. L’imputato richiedeva le attenuanti generiche basandosi sulla sua collaborazione con gli inquirenti in un diverso procedimento per traffico di stupefacenti. La Corte ha stabilito che tale collaborazione è irrilevante, in quanto estranea al reato per cui si procedeva, confermando che i motivi per la concessione delle attenuanti devono essere pertinenti al fatto giudicato.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: Quando la Collaborazione con la Giustizia Non Basta

La concessione delle attenuanti generiche rappresenta uno degli strumenti più discrezionali a disposizione del giudice per adeguare la pena alla specifica situazione del reo. Tuttavia, tale discrezionalità non è illimitata. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (n. 10757/2024) chiarisce un punto fondamentale: la collaborazione offerta in un procedimento penale diverso e non collegato non è sufficiente a giustificare uno sconto di pena per il reato per cui si è sotto processo. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso: Il Ricorso contro la Condanna per Evasione

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un individuo condannato in secondo grado dalla Corte d’Appello di Bologna per il reato di evasione, previsto dall’art. 385 del codice penale. L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche.

A sostegno della sua richiesta, la difesa sosteneva che l’imputato avesse collaborato con le forze dell’ordine in un altro procedimento, relativo a un reato di traffico di stupefacenti. Secondo il ricorrente, questa condotta positiva avrebbe dovuto essere valutata favorevolmente dal giudice per ottenere una riduzione della pena.

La Decisione della Corte sulle attenuanti generiche

La Corte di Cassazione ha rigettato completamente la tesi difensiva, dichiarando il ricorso “manifestamente infondato” e, di conseguenza, inammissibile. I giudici hanno stabilito che la collaborazione menzionata dal ricorrente non poteva essere presa in considerazione ai fini dell’applicazione delle attenuanti generiche nel procedimento per evasione.

Le Motivazioni della Sentenza

La decisione della Corte si fonda su due pilastri argomentativi chiari e distinti.

In primo luogo, la Corte ha sottolineato il principio di pertinenza. La collaborazione con gli inquirenti, per quanto lodevole, si riferiva a un reato di traffico di stupefacenti, una vicenda processuale completamente “estranea” a quella per il reato di evasione. Le circostanze attenuanti devono avere un nesso logico con il fatto per cui si procede. Una condotta positiva tenuta in un contesto totalmente slegato non può automaticamente mitigare la gravità di un altro e diverso illecito penale.

In secondo luogo, la Corte ha evidenziato una carenza probatoria. L’aspetto della collaborazione non era stato adeguatamente documentato e presentato nel corso del giudizio di merito neppure ai fini di una valutazione complessiva sulla personalità dell’imputato. Ciò significa che, anche a voler considerare tale elemento, mancava il supporto documentale necessario perché il giudice potesse valutarlo concretamente.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

L’ordinanza in esame ribadisce un principio fondamentale nel diritto penale: la valutazione per la concessione delle attenuanti generiche deve essere ancorata ai fatti specifici del processo. Non è possibile “importare” meriti acquisiti in altri contesti per ottenere uno sconto di pena automatico. Ogni processo ha la sua storia e le sue dinamiche, e la condotta dell’imputato deve essere valutata all’interno di quel perimetro.

Per gli operatori del diritto, questa pronuncia serve come monito: per sostenere validamente una richiesta di attenuanti basata su elementi esterni al reato, è necessario non solo dimostrarne la rilevanza ai fini della valutazione della personalità del reo, ma anche fornire una documentazione probatoria adeguata e tempestiva. In assenza di questi requisiti, come dimostra il caso di specie, il ricorso rischia di essere dichiarato inammissibile, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

La collaborazione con gli inquirenti in un altro procedimento penale garantisce l’ottenimento delle attenuanti generiche?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la collaborazione relativa a un reato estraneo alla vicenda processuale in esame non è rilevante ai fini dell’applicazione delle circostanze attenuanti generiche per il reato per cui si è a giudizio.

Per quale motivo la Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi addotti, in particolare la richiesta di attenuanti generiche basata su una collaborazione estranea al caso, sono stati ritenuti “manifestamente infondati”.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile in Cassazione?
In base a questa ordinanza, quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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