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Attenuanti generiche: come motivare il diniego

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile un ricorso contro il diniego delle attenuanti generiche. L’ordinanza stabilisce che per negare tali circostanze è sufficiente che il giudice del merito motivi la sua decisione facendo riferimento all’assenza di elementi positivi specificamente dedotti dalla parte interessata, confermando la correttezza dell’operato della Corte d’Appello.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti Generiche: Quando il Giudice Può Negarle? La Cassazione Fa Chiarezza

L’applicazione delle attenuanti generiche, previste dall’art. 62-bis del codice penale, rappresenta un momento cruciale nel processo di commisurazione della pena. Queste circostanze permettono al giudice di adeguare la sanzione alla specifica realtà del reo e del fatto commesso. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito i principi che governano la motivazione del giudice in caso di diniego, sottolineando l’onere della parte interessata di fornire elementi concreti a supporto della propria richiesta.

Il Fatto

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello. La difesa lamentava, tra gli altri motivi, il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche. Secondo il ricorrente, i giudici di merito non avevano adeguatamente valutato gli elementi che avrebbero potuto giustificare una riduzione della pena. La questione è quindi giunta all’esame della Suprema Corte di Cassazione, chiamata a verificare la correttezza e la congruità della motivazione addotta dai giudici di secondo grado.

La Decisione sul Diniego delle Attenuanti Generiche

La Corte di Cassazione, con una decisione netta, ha dichiarato il ricorso inammissibile. I giudici hanno confermato l’orientamento secondo cui la concessione delle attenuanti generiche non è un atto dovuto, ma rientra nella piena discrezionalità del giudice di merito. Fondamentalmente, la Corte ha stabilito che non è compito del giudice andare alla ricerca d’ufficio di elementi positivi a favore dell’imputato. Al contrario, è l’interessato che ha l’onere di dedurre specificamente le circostanze che, a suo avviso, meriterebbero una valutazione favorevole ai fini di una mitigazione della pena.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione dell’ordinanza si fonda su un principio di economia processuale e di chiarezza dei ruoli. La Suprema Corte ha specificato che, per giustificare il diniego delle attenuanti generiche, è sufficiente un congruo riferimento, da parte del giudice, all’assenza o alla mancata deduzione di elementi positivi. Non è richiesta una disamina analitica di ogni possibile circostanza astrattamente ipotizzabile, ma una motivazione logica che dia conto del perché gli elementi portati dalla difesa (o la loro assenza) non siano stati ritenuti sufficienti.

Nel caso di specie, i giudici di merito avevano correttamente esercitato la loro discrezionalità, esplicitando in modo ampio le ragioni del loro convincimento. Avevano sottolineato l’assenza di ulteriori elementi positivi da valorizzare rispetto a quelli già considerati e avevano giudicato la pena irrogata come congrua. Tale motivazione è stata ritenuta dalla Cassazione pienamente sufficiente e non censurabile in sede di legittimità. Di conseguenza, il ricorso è stato dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Conclusioni

Questa pronuncia rafforza un importante principio pratico: la richiesta di applicazione delle attenuanti generiche deve essere supportata da argomentazioni specifiche e concrete. La difesa non può limitarsi a una mera richiesta formale, ma deve indicare con precisione quali sono gli elementi di segno positivo (legati alla condotta di vita, al comportamento processuale, alle modalità del fatto, etc.) che il giudice dovrebbe valorizzare. Per i giudici, invece, viene confermata la possibilità di motivare il diniego in modo sintetico ma logicamente coerente, semplicemente evidenziando la carenza di tali elementi. La decisione, quindi, serve da monito sull’importanza di un’adeguata preparazione e allegazione fattuale nel processo penale.

Cosa deve fare la parte interessata per ottenere le attenuanti generiche?
La parte interessata ha l’onere di dedurre specificamente gli elementi di segno positivo che giustificherebbero una riduzione della pena. Una richiesta generica non è sufficiente.

Come può un giudice motivare legittimamente il diniego delle attenuanti generiche?
Secondo la Corte, per motivare il diniego è sufficiente un congruo riferimento all’assenza o alla mancata deduzione di elementi positivi da parte della difesa. Non è necessaria una confutazione analitica di ogni possibile attenuante.

Qual è stato l’esito finale del ricorso esaminato dall’ordinanza?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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