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Attenuanti furto aggravato: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per furto aggravato. La sentenza chiarisce i criteri per il riconoscimento delle attenuanti furto aggravato, specificando che la semplice restituzione della refurtiva non integra la riparazione del danno e che il valore del bene va considerato al momento del reato. Viene inoltre confermato il diniego di una nuova perizia sul vizio di mente, ritenuto non sufficientemente provato.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuanti furto aggravato: La Cassazione chiarisce i limiti

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato un caso di furto aggravato, fornendo importanti chiarimenti sui presupposti per l’applicazione di alcune circostanze attenuanti. La decisione ribadisce principi consolidati in materia di vizio di mente, riparazione del danno e valutazione della recidiva, temi cruciali nel diritto penale. L’analisi del caso permette di comprendere meglio quando la restituzione della refurtiva può portare a uno sconto di pena e quali sono i limiti del potere del giudice nel bilanciare le circostanze del reato. Questo approfondimento è fondamentale per capire la logica dietro le attenuanti furto aggravato.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo per il reato di furto aggravato, confermata sia in primo grado dal Tribunale sia in secondo grado dalla Corte d’Appello. L’imputato, ritenuto colpevole di aver sottratto una bicicletta, ha deciso di presentare ricorso per Cassazione, affidandosi a tre specifici motivi di doglianza per contestare la sentenza di condanna.

I Motivi del Ricorso

L’imputato ha basato la sua difesa davanti alla Suprema Corte su tre argomenti principali:

1. Vizio di mente: Sosteneva di essere affetto da un vizio totale di mente, e non solo parziale come ritenuto dai giudici di merito, a causa di uno stato di ebbrezza cronica. Chiedeva, pertanto, un rinnovo o un’integrazione della perizia psichiatrica.
2. Mancato riconoscimento delle attenuanti: Lamentava il mancato riconoscimento delle attenuanti del danno di speciale tenuità (art. 62 n. 4 c.p.) e della riparazione del danno (art. 62 n. 6 c.p.), dato che aveva restituito la bicicletta sottratta.
3. Recidiva e bilanciamento: Contestava il riconoscimento della recidiva e il giudizio di bilanciamento delle attenuanti generiche, che erano state considerate equivalenti alle aggravanti anziché prevalenti, con conseguente inasprimento della pena.

La Decisione della Corte di Cassazione e le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, rigettando tutte le censure sollevate dall’imputato e confermando la condanna. Le motivazioni della Corte offrono una chiara disamina dei principi giuridici applicati.

Vizio di Mente e Onere della Prova

Sul primo punto, la Corte ha stabilito che la valutazione dei giudici di merito era corretta e ben motivata. La perizia espletata in giudizio aveva già concluso per la capacità dell’imputato di comprendere l’illiceità del proprio comportamento, pur in presenza di un disturbo della personalità. La presunta ebbrezza cronica non era emersa né dagli atti né dall’esame del perito. La Cassazione ha inoltre ricordato che la richiesta di rinnovare una perizia è una decisione discrezionale del giudice di merito e può essere disposta solo se questi non è in grado di decidere con gli elementi a disposizione. Un rigetto motivato, come in questo caso, non è sindacabile in sede di legittimità.

Le attenuanti nel furto aggravato: Restituzione e Riparazione

La Corte ha ritenuto manifestamente infondato anche il secondo motivo di ricorso, chiarendo due aspetti fondamentali riguardo le attenuanti furto aggravato:
* Attenuante del danno di speciale tenuità (art. 62 n. 4 c.p.): Il momento per valutare l’entità del danno è quello della consumazione del reato. Eventi successivi, come la restituzione del bene, sono irrilevanti per la concessione di questa specifica attenuante. Poiché la bicicletta non era un bene di valore irrisorio al momento del furto, l’attenuante non poteva essere concessa.
* Attenuante della riparazione del danno (art. 62 n. 6 c.p.): Per ottenere questa attenuante, è necessario che il colpevole abbia provveduto, prima del giudizio, a un risarcimento totale ed effettivo. La sola restituzione della refurtiva è considerata un ristoro parziale e, pertanto, non è sufficiente a integrare la piena riparazione richiesta dalla norma.

Recidiva e Giudizio di Bilanciamento

Infine, la Corte ha confermato la correttezza della valutazione sulla recidiva e sul bilanciamento delle circostanze. I giudici di merito avevano adeguatamente motivato la decisione tenendo conto dei ben 12 precedenti penali dell’imputato, anche per reati contro il patrimonio. Tale storico criminale è stato considerato un indicatore di una maggiore capacità a delinquere. La Cassazione ha ribadito che il giudizio di bilanciamento è un potere valutativo riservato al giudice di merito e, se congruamente motivato (anche solo sulla base di alcuni dei parametri dell’art. 133 c.p., come la personalità dell’imputato), è insindacabile in sede di legittimità.

Conclusioni

Questa ordinanza della Corte di Cassazione consolida orientamenti giurisprudenziali di fondamentale importanza. In primo luogo, riafferma che la restituzione di quanto sottratto non garantisce automaticamente l’applicazione delle attenuanti legate al danno, le quali richiedono presupposti specifici e rigorosi. In secondo luogo, sottolinea che le affermazioni relative a stati di incapacità mentale devono essere supportate da prove concrete e non possono basarsi su mere allegazioni. Infine, la decisione conferma l’ampia discrezionalità del giudice di merito nel valutare la personalità e la storia criminale dell’imputato per determinare la pena finale, un potere che può essere contestato in Cassazione solo in caso di motivazione manifestamente illogica o assente.

Restituire la refurtiva dopo un furto dà sempre diritto a uno sconto di pena (attenuante)?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che, ai fini dell’attenuante del danno di speciale tenuità (art. 62 n. 4 c.p.), si valuta il valore del bene al momento del reato, e la successiva restituzione è ininfluente. Per l’attenuante della riparazione del danno (art. 62 n. 6 c.p.), invece, la sola restituzione non basta, essendo necessario un risarcimento totale ed effettivo del danno prima del giudizio.

È possibile chiedere una nuova perizia psichiatrica in Cassazione se non si è d’accordo con la prima?
No, non come diritto automatico. La Corte ha ribadito che la rinnovazione di una perizia è una scelta discrezionale del giudice di merito, che può disporla solo se ritiene di non poter decidere sulla base degli atti esistenti. Il rigetto di tale richiesta, se logicamente motivato, non può essere contestato in sede di Cassazione, poiché attiene a una valutazione di fatto.

Avere precedenti penali come influisce sulla pena per un nuovo reato?
I precedenti penali possono portare all’applicazione della recidiva, che giustifica un aumento della pena se il nuovo reato dimostra una maggiore capacità a delinquere del reo. Inoltre, un passato criminale negativo incide sul giudizio di bilanciamento delle circostanze, rendendo più difficile che le attenuanti generiche prevalgano sulle aggravanti, come avvenuto nel caso di specie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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