LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Attenuante speciale tenuità: no se c’è violenza

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 12 novembre 2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per rapina. La difesa chiedeva l’applicazione dell’attenuante del danno di speciale tenuità, data l’esiguità del valore del bene sottratto. La Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale: nel delitto di rapina, la valutazione non può limitarsi al solo aspetto patrimoniale. Essendo un reato che offende sia il patrimonio che la persona, la violenza esercitata sulla vittima assume un ruolo centrale. Pertanto, anche a fronte di un danno economico minimo, se le modalità dell’azione sono state particolarmente violente, l’attenuante speciale tenuità non può essere concessa.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuante speciale tenuità: Quando la violenza esclude lo sconto di pena

La recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto cruciale del diritto penale: l’applicazione dell’attenuante speciale tenuità del danno, prevista dall’articolo 62, n. 4 del codice penale. Questo principio è stato esaminato nel contesto di un reato complesso come la rapina, dove la valutazione non si ferma al solo valore economico del bene sottratto. La Suprema Corte ha chiarito che la violenza esercitata sulla vittima può precludere qualsiasi sconto di pena, anche se il bottino è di valore irrisorio.

Il Caso in Analisi

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un individuo condannato per rapina impropria dalla Corte d’Appello di Palermo. La difesa sosteneva che i giudici di merito avessero errato nel non riconoscere la circostanza attenuante del danno di speciale tenuità. Secondo il ricorrente, il pregiudizio economico causato era minimo e, pertanto, avrebbe dovuto beneficiare di una riduzione della pena.

I motivi del ricorso si concentravano su una presunta violazione di legge e su vizi motivazionali della sentenza impugnata, sostenendo un’errata interpretazione dei presupposti per l’applicazione della suddetta attenuante.

La Decisione della Corte di Cassazione e l’attenuante speciale tenuità

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, dichiarandolo manifestamente infondato e, quindi, inammissibile. Gli Ermellini hanno colto l’occasione per ribadire i criteri consolidati dalla giurisprudenza per la concessione dell’attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità, specialmente in relazione ai reati plurioffensivi come la rapina.

Le motivazioni della Corte

Le motivazioni della Corte si fondano su tre pilastri argomentativi chiari e distinti.

1. La duplice valutazione del danno

In primo luogo, la Corte ha ricordato che l’attenuante speciale tenuità richiede una valutazione completa del pregiudizio. Non basta considerare il valore intrinseco della cosa sottratta; è necessario analizzare anche tutti gli ulteriori effetti pregiudizievoli subiti dalla persona offesa. Il danno deve essere “pressoché irrisorio” sotto ogni profilo, non solo quello puramente economico.

2. La natura plurioffensiva della rapina

Il punto centrale della decisione riguarda la natura specifica del reato di rapina. Questo delitto non lede solamente il patrimonio, ma anche e soprattutto l’integrità fisica e la libertà morale della vittima. Pertanto, per valutare la concessione dell’attenuante, non è sufficiente che il bene rubato abbia un valore modestissimo. Occorre ponderare anche gli effetti dannosi derivanti dalla violenza o dalla minaccia esercitata. Nel caso di specie, i giudici di merito avevano adeguatamente evidenziato le “accertate modalità particolarmente violente di commissione del reato”, un elemento che, da solo, è sufficiente a escludere la speciale tenuità del fatto nel suo complesso.

3. Irrilevanza del momento della valutazione

Infine, la Corte ha precisato che l’entità del danno deve essere valutata al momento della consumazione del reato. Eventuali eventi successivi, come la restituzione del bene, non possono trasformare un danno originariamente significativo in uno di speciale tenuità.

Le conclusioni

L’ordinanza in esame conferma un principio di diritto di fondamentale importanza pratica: nei reati contro la persona e il patrimonio, la componente della violenza ha un peso preponderante. La richiesta di applicazione dell’attenuante speciale tenuità non può basarsi unicamente sul valore esiguo del bottino, ma deve fare i conti con la gravità della condotta nel suo insieme. La decisione riafferma che la tutela della persona prevale sulle mere considerazioni patrimoniali, rendendo la condotta violenta un ostacolo insormontabile al riconoscimento di qualsiasi beneficio legato alla lieve entità del danno economico. L’imputato è stato quindi condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Quando può essere applicata l’attenuante del danno di speciale tenuità?
L’attenuante prevista dall’art. 62, n. 4, c.p. può essere applicata quando il pregiudizio causato dal reato è di valore economico pressoché irrisorio, considerando sia il valore della cosa sottratta sia gli ulteriori effetti pregiudizievoli subiti dalla parte offesa.

Perché nel caso di rapina questa attenuante è di difficile applicazione?
Perché la rapina è un reato plurioffensivo, che lede non solo il patrimonio ma anche l’integrità fisica o la libertà morale della persona. Pertanto, oltre al modesto valore economico del bene, bisogna valutare gli effetti dannosi connessi alla violenza o alla minaccia, che spesso impediscono di considerare il fatto di speciale tenuità.

Cosa ha determinato il rigetto del ricorso in questo caso specifico?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i giudici di merito avevano correttamente motivato il diniego dell’attenuante sulla base delle “accertate modalità particolarmente violente di commissione del reato”. Questa violenza è stata ritenuta incompatibile con il riconoscimento della speciale tenuità del fatto, a prescindere dal valore del bene sottratto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati