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Attenuante speciale tenuità: no al doppio sconto di pena

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per ricettazione e vendita di beni con marchio contraffatto. L’imputato chiedeva il riconoscimento dell’attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità, ma la Corte ha stabilito che tale circostanza non può essere concessa quando il reato è già stato qualificato nella sua forma attenuata basata sul medesimo presupposto, ovvero l’esiguo valore dei beni. Si è quindi evitato un ‘doppio sconto’ di pena basato sulla stessa valutazione, confermando il principio per cui l’attenuante speciale tenuità assorbe quella comune.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuante Speciale Tenuità: la Cassazione Nega il “Doppio Sconto” di Pena

Nel diritto penale, il principio di proporzionalità della pena è fondamentale. Le circostanze attenuanti servono a calibrare la sanzione alla reale gravità del fatto. Ma cosa succede se due diverse attenuanti si basano sullo stesso elemento? La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6011/2024, affronta proprio questo tema, chiarendo i limiti all’applicazione dell’attenuante speciale tenuità nel reato di ricettazione, per evitare un’ingiustificata duplicazione di benefici.

I Fatti del Processo

Il caso riguarda un uomo condannato in primo e secondo grado per i reati di detenzione per la vendita e ricettazione di capi di abbigliamento (canottiere e fascette) recanti un marchio contraffatto. La Corte di Appello di Venezia aveva confermato la decisione del Tribunale di Verona, ritenendo l’imputato responsabile dei fatti commessi nel luglio 2017.

Al centro del dibattito processuale vi era il trattamento sanzionatorio. I giudici di merito avevano già riconosciuto all’imputato l’ipotesi attenuata del reato di ricettazione, prevista dall’articolo 648, secondo comma, del codice penale, per la “particolare tenuità del fatto”, giustificandola sulla base dell’esiguo valore dei beni ricettati.

Il Ricorso in Cassazione e l’Applicazione dell’Attenuante Speciale Tenuità

Nonostante il riconoscimento della prima attenuante, la difesa ha proposto ricorso in Cassazione lamentando la mancata applicazione di un’ulteriore circostanza: l’attenuante comune del danno patrimoniale di speciale tenuità, prevista dall’articolo 62 n. 4 del codice penale.

Secondo il ricorrente, la Corte d’Appello aveva errato nel ritenere che l’applicazione dell’ipotesi attenuata del reato di ricettazione precludesse automaticamente il riconoscimento di quella comune. La difesa sosteneva che le due attenuanti non fossero incompatibili e che il giudice avrebbe dovuto motivare specificamente sulla sussistenza o meno delle condizioni per applicare anche la seconda, senza escluderla a priori.

La Decisione della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo infondato sotto diversi profili. La decisione si basa su un principio logico e giuridico fondamentale: evitare che un singolo elemento di fatto (in questo caso, l’esiguo valore dei beni) possa essere valutato due volte a favore dell’imputato, generando un duplice e ingiustificato sconto di pena.

Le Motivazioni

La Suprema Corte ha chiarito che l’attenuante speciale tenuità del fatto nel delitto di ricettazione è compatibile con l’attenuante comune del danno patrimoniale di speciale tenuità solo a una condizione: che la valutazione del danno patrimoniale sia rimasta estranea al giudizio sulla particolare tenuità del fatto.

Nel caso specifico, sia il Tribunale che la Corte d’Appello avevano giustificato il riconoscimento della ricettazione attenuata (art. 648, co. 2 c.p.) proprio in ragione dell’esiguo valore dei beni. Pertanto, lo stesso elemento — il modesto valore della merce contraffatta — non poteva essere utilizzato una seconda volta per fondare anche l’attenuante comune prevista dall’art. 62 n. 4 c.p.

La Corte ha sottolineato che una tale operazione si tradurrebbe in una violazione del principio del ne bis in idem sostanziale, secondo cui un medesimo elemento non può essere preso in considerazione più volte con effetti diversi. L’esiguità del valore era già stata “assorbita” e valorizzata nel riconoscimento della prima attenuante. Accogliere la richiesta della difesa avrebbe significato fondare la seconda attenuante sul medesimo elemento di fatto, creando una duplicazione di benefici non consentita.

Inoltre, i giudici hanno rilevato che il ricorso era privo di interesse concreto. Il Tribunale, infatti, pur avendo formalmente giudicato le attenuanti (quella speciale e le generiche) equivalenti alla recidiva contestata, aveva di fatto determinato la pena partendo dal minimo edittale previsto per la fattispecie attenuata, garantendo così all’imputato il trattamento più favorevole possibile.

Le Conclusioni

Con questa sentenza, la Cassazione ribadisce un importante principio di coerenza del sistema sanzionatorio. L’attenuante speciale tenuità del fatto, quando basata esclusivamente sul valore esiguo del bene, assorbe e rende inapplicabile l’attenuante comune del danno di speciale tenuità. Per ottenere entrambe, è necessario che il riconoscimento della prima si fondi su parametri diversi e ulteriori rispetto al solo valore economico, come ad esempio le modalità della condotta o il profilo soggettivo dell’agente, come previsto dall’art. 133 del codice penale. In assenza di tali elementi distinti, non è possibile beneficiare di un doppio sconto di pena per la stessa ragione.

È possibile applicare l’attenuante del danno di speciale tenuità (art. 62 n. 4 cod.pen.) a un reato di ricettazione già contestato nella sua forma attenuata per il lieve valore del bene (art. 648 capoverso cod.pen.)?
No, non è possibile se l’attenuante speciale della ricettazione è stata riconosciuta basandosi esclusivamente sul medesimo elemento di fatto, ovvero l’esiguità del valore dei beni. La Corte ha stabilito che ciò costituirebbe una duplicazione del beneficio, in quanto lo stesso elemento verrebbe valorizzato due volte.

Cosa succede se il giudice, pur bilanciando le attenuanti come equivalenti alla recidiva, di fatto applica una pena base minima prevista per la fattispecie attenuata?
In questo caso, secondo la Corte, il ricorrente non ha interesse a impugnare la decisione. Sebbene il giudizio di bilanciamento sia formalmente errato, l’imputato ha già ottenuto il risultato più favorevole possibile, poiché la pena è stata calcolata partendo dal minimo previsto per il reato nella sua forma meno grave.

Quali elementi si considerano per concedere l’attenuante speciale della particolare tenuità nel reato di ricettazione?
Non rileva esclusivamente il valore della cosa ricettata. Si deve avere riguardo anche a tutti gli elementi previsti dall’art. 133 del codice penale, che includono i precedenti penali, il profilo soggettivo dell’agente (la sua capacità a delinquere) e quello oggettivo del fatto (come l’entità del profitto).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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