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Attenuante speciale tenuità: i limiti nella ricettazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso in materia di ricettazione, chiarendo un importante principio sull’applicazione dell’attenuante speciale tenuità del danno. La Corte ha stabilito che, sebbene compatibile con l’ipotesi attenuata di ricettazione, questa attenuante non può essere concessa quando il valore della cosa è l’unico elemento di valutazione già considerato per l’ipotesi attenuata, al fine di evitare una duplicazione di circostanze favorevoli basate sullo stesso parametro. Il ricorso è stato inoltre respinto per la genericità dei motivi, essendo una mera ripetizione di quanto già dedotto in appello.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuante speciale tenuità: Quando non si applica nel reato di ricettazione

Con l’ordinanza in esame, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi sui confini applicativi di una specifica circostanza del diritto penale: l’attenuante speciale tenuità del danno, prevista dall’articolo 62, n. 4 del codice penale. La decisione offre un importante chiarimento, specialmente in relazione al reato di ricettazione, stabilendo un principio volto a evitare un’ingiustificata duplicazione di valutazioni favorevoli all’imputato basate sul medesimo presupposto.

Il caso in esame: il ricorso in Cassazione

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello che lo aveva condannato per il reato di ricettazione. Il principale motivo di doglianza riguardava la mancata applicazione, da parte dei giudici di merito, della circostanza attenuante comune della speciale tenuità del danno. L’imputato sosteneva che il valore esiguo del bene ricettato avrebbe dovuto giustificare una riduzione della pena.

L’applicazione dell’attenuante speciale tenuità e i suoi limiti

Il cuore della questione giuridica risiede nella compatibilità tra due diverse norme favorevoli: l’ipotesi attenuata del reato di ricettazione (art. 648, secondo comma, c.p.), che si configura quando il fatto è di particolare tenuità, e l’attenuante comune del danno di speciale tenuità (art. 62, n. 4, c.p.). La Corte di Cassazione, pur riconoscendo che le due previsioni sono in linea di principio compatibili, ha posto un paletto fondamentale alla loro applicazione congiunta.

Il divieto di duplicazione delle circostanze favorevoli

Il principio cardine enunciato dalla Suprema Corte è che non si può beneficiare due volte dello stesso elemento. Se il valore della cosa ricettata è l’unico fattore preso in considerazione per qualificare il reato come ipotesi attenuata di ricettazione, quello stesso valore non può essere utilizzato una seconda volta per concedere anche l’attenuante comune della speciale tenuità del danno. Agire diversamente significherebbe violare il principio del ne bis in idem sostanziale, ovvero il divieto di valutare due volte la stessa circostanza a vantaggio dell’imputato.

La decisione della Suprema Corte: l’inammissibilità del ricorso

Sulla base di queste premesse, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su un duplice ordine di ragioni, uno di natura processuale e uno di natura sostanziale.

Le motivazioni

Dal punto di vista processuale, i giudici hanno rilevato che i motivi del ricorso erano una mera e “pedissequa reiterazione” di quelli già presentati e correttamente respinti dalla Corte d’Appello. Un ricorso per cassazione, per essere ammissibile, deve contenere una critica specifica e argomentata della sentenza impugnata, non limitarsi a riproporre le stesse difese. Nel caso di specie, i motivi sono stati giudicati “soltanto apparenti” e non specifici, quindi inidonei a innescare un reale vaglio di legittimità.

Dal punto di vista sostanziale, la Corte ha ribadito il principio di diritto sopra esposto, citando un proprio precedente (Sentenza n. 43394 del 2003). L’attenuante speciale tenuità del danno, sebbene compatibile con la ricettazione lieve, non può essere riconosciuta se l’unico elemento a suo sostegno (il modico valore del bene) è già stato assorbito nella valutazione che ha portato a qualificare il fatto come ipotesi attenuata ai sensi dell’art. 648, secondo comma, c.p. Questa logica impedisce una “duplicazione di circostanze favorevoli basate sulla considerazione del medesimo parametro”.

Le conclusioni

L’ordinanza in commento rappresenta un’importante guida per gli operatori del diritto. Essa sottolinea, da un lato, la necessità di formulare ricorsi per cassazione con motivi specifici, che si confrontino criticamente con la motivazione della sentenza impugnata, pena l’inammissibilità. Dall’altro lato, consolida un principio di coerenza e razionalità del sistema sanzionatorio, impedendo che un singolo elemento fattuale – come il valore esiguo di un bene – possa generare un doppio effetto premiale per l’imputato, alterando l’equilibrio voluto dal legislatore. La difesa deve quindi attentamente ponderare quali circostanze invocare e su quali elementi fondarle, per evitare di incorrere in preclusioni processuali o in eccezioni di merito basate sul divieto di duplicazione delle valutazioni.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano una semplice ripetizione di quelli già dedotti e respinti in appello. Mancava una critica argomentata e specifica contro la sentenza impugnata, rendendo i motivi solo apparenti e non idonei a un esame di legittimità.

È possibile applicare l’attenuante della speciale tenuità del danno al reato di ricettazione?
Sì, in linea di principio l’attenuante della speciale tenuità del danno è compatibile con l’ipotesi attenuata del reato di ricettazione, prevista dall’art. 648, comma secondo, del codice penale.

In quale caso l’attenuante della speciale tenuità del danno non può essere concessa per la ricettazione?
Non può essere concessa quando il valore della cosa ricettata è l’unico e medesimo elemento di valutazione già utilizzato per riconoscere l’ipotesi attenuata del reato di ricettazione. Ciò serve a evitare una duplicazione di circostanze favorevoli basate sullo stesso parametro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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