LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Attenuante lieve entità rapina: no se c’è violenza

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un condannato che chiedeva l’applicazione della nuova attenuante per lieve entità rapina. La Corte ha stabilito che la presenza di violenza fisica sulla vittima e i precedenti penali dell’imputato sono elementi sufficienti per escludere il beneficio, anche a fronte di un danno patrimoniale di scarso valore.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuante Lieve Entità Rapina: Quando la Violenza Esclude il Beneficio

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali sull’applicazione della nuova attenuante lieve entità rapina, introdotta dalla Corte Costituzionale con la sentenza n. 86 del 2024. Il caso esaminato riguardava un uomo condannato per rapina che, in fase esecutiva, chiedeva la riduzione della pena in virtù di questa nuova circostanza. La Suprema Corte, tuttavia, ha rigettato il ricorso, stabilendo che la presenza di violenza fisica sulla vittima, anche se non gravissima, è un fattore determinante per escludere tale beneficio.

I Fatti del Caso: Una Rapina con Violenza Fisica

I fatti alla base della decisione riguardano un episodio di rapina caratterizzato da una dinamica particolarmente aggressiva. L’imputato, in stato di ebbrezza alcolica, aveva prima tamponato con la propria auto il veicolo della vittima e, subito dopo, l’aveva aggredita con degli schiaffi, provocandole lesioni. A questo quadro si aggiungeva un altro elemento significativo: l’imputato era gravato da numerosi precedenti penali, indicando una spiccata tendenza a delinquere e non un episodio isolato.

Il Dibattito sull’Attenuante Lieve Entità Rapina

La difesa del condannato sosteneva che il Tribunale avesse errato nel negare l’attenuante. A suo avviso, il giudice avrebbe dovuto considerare elementi come l’esiguità del valore del bene sottratto e il fatto che fossero già state riconosciute le attenuanti generiche e quella del danno patrimoniale di speciale tenuità (art. 62, n. 4 c.p.). Secondo questa tesi, tali riconoscimenti implicavano già una valutazione di scarsa offensività del fatto.

Il Tribunale dell’esecuzione, invece, aveva respinto la richiesta, sottolineando due aspetti principali: la condotta non era affatto occasionale, visti i precedenti dell’imputato, e la violenza fisica esercitata sulla vittima non poteva essere considerata minimale.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha confermato la decisione del Tribunale, offrendo un’analisi approfondita dei criteri per l’applicazione dell’attenuante della lieve entità nel reato di rapina. I giudici hanno chiarito che questa attenuante, di matrice costituzionale, richiede una valutazione complessiva del fatto, che non può limitarsi al solo aspetto patrimoniale.

La rapina è un reato plurioffensivo, che lede non solo il patrimonio ma anche la libertà e l’integrità fisica della persona. Pertanto, per stabilire se un fatto è di ‘lieve entità’, è necessario considerare:
* La natura, la specie, i mezzi, le modalità e le circostanze dell’azione.
* La particolare tenuità del danno o del pericolo.

La Corte ha sottolineato che l’attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità (art. 62 n. 4 c.p.) e quella della lieve entità sono strumenti diversi. Mentre la prima si concentra sul pregiudizio economico, la seconda impone una visione d’insieme. Nel caso specifico, la violenza fisica perpetrata ai danni della vittima (schiaffi che hanno causato ecchimosi) è stata ritenuta un elemento ostativo, che impedisce di qualificare l’intera condotta come di minima gravità. Il fatto che l’imputato avesse numerosi precedenti ha ulteriormente rafforzato questa conclusione, escludendo il carattere estemporaneo e occasionale dell’azione.

Le Conclusioni

La sentenza rappresenta un importante punto di riferimento per l’interpretazione della nuova attenuante. La Corte di Cassazione ha stabilito che la valutazione della lieve entità nella rapina deve essere rigorosa e globale. Non è sufficiente che il bottino sia di scarso valore per ottenere la riduzione di pena. La presenza di violenza fisica, anche se non sfociata in lesioni gravi, e la non occasionalità del comportamento dell’autore del reato sono fattori decisivi che possono giustificare il diniego del beneficio. Questa decisione riafferma il principio che la tutela della persona ha un peso preponderante nella valutazione della gravità di un reato complesso come la rapina.

La concessione di altre attenuanti, come quella per il danno patrimoniale di speciale tenuità, obbliga il giudice a riconoscere anche l’attenuante della lieve entità per la rapina?
No. La Corte di Cassazione chiarisce che si tratta di due attenuanti diverse con presupposti parzialmente differenti. La valutazione per la ‘lieve entità’ è complessiva e deve considerare tutti gli aspetti del fatto, inclusa la violenza alla persona, mentre quella per il danno patrimoniale si concentra sull’aspetto economico.

Una violenza fisica non grave, come uno schiaffo, è sufficiente a escludere l’applicazione dell’attenuante della lieve entità in un caso di rapina?
Sì. Secondo la sentenza, anche una violenza fisica ‘non minimale’, come schiaffi che provocano lesioni ecchimotiche, è un elemento decisivo che impedisce di qualificare il fatto come di lieve entità, a prescindere dal valore del bene sottratto.

I precedenti penali dell’imputato possono influenzare la valutazione sulla concessione dell’attenuante della lieve entità?
Sì. La Corte ha ritenuto rilevante che la condotta non fosse ‘tutt’altro che occasionale’, essendo il condannato gravato da numerosissimi precedenti penali. Questo elemento contribuisce a escludere la configurabilità della lieve entità del fatto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati