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Attenuante fatto lieve entità: la Cassazione decide

Un uomo condannato per tentata rapina di una lattina di birra si è visto negare l’applicazione dell’attenuante fatto lieve entità. La Corte di Appello ha ignorato la richiesta della difesa, basata su una nuova sentenza della Corte Costituzionale. La Cassazione ha annullato la decisione, stabilendo che il giudice d’appello deve riesaminare il caso e valutare la sussistenza della specifica attenuante.

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Pubblicato il 25 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuante Fatto Lieve Entità: La Cassazione Annulla la Sentenza per Mancata Valutazione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 33686/2025) ha riaffermato un principio cruciale: i giudici devono valutare tutte le richieste tempestivamente avanzate dalla difesa, specialmente quando si basano su importanti novità normative come una dichiarazione di incostituzionalità. Il caso in esame riguarda l’applicazione dell’attenuante fatto lieve entità al reato di rapina, a seguito della storica sentenza della Corte Costituzionale n. 86 del 2024.

I Fatti del Caso: La Tentata Rapina di una Lattina di Birra

La vicenda processuale ha origine da un fatto di modesta entità: un uomo è stato condannato per tentata rapina impropria per aver cercato di sottrarre una lattina di birra e aver usato una violenza minima per assicurarsi la fuga. La Corte di Appello, pur riformando parzialmente la sentenza di primo grado, aveva rideterminato la pena riconoscendo già l’attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità (art. 62, n. 4 c.p.) e ritenendola prevalente sulla recidiva contestata all’imputato.

Tuttavia, la difesa aveva compiuto un passo ulteriore. Sulla scorta di una fondamentale pronuncia della Corte Costituzionale, aveva chiesto il riconoscimento di un’ulteriore e specifica attenuante.

La Decisione della Corte d’Appello e il Motivo Ignorato

Mentre il processo d’appello era in corso, la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 86 del 2024, ha dichiarato l’illegittimità dell’art. 628 del codice penale nella parte in cui non prevedeva una diminuzione di pena per la rapina di lieve entità. Forte di questa novità, la difesa dell’imputato ha presentato tempestivamente dei “motivi nuovi”, chiedendo alla Corte d’Appello di applicare questa nuova attenuante fatto lieve entità.

Sorprendentemente, la Corte d’Appello ha completamente ignorato questa richiesta. Nella sua sentenza, si è limitata a ricalibrare la pena sulla base dell’attenuante già concessa, omettendo qualsiasi valutazione sulla nuova circostanza invocata. Questa omissione è diventata il fulcro del ricorso in Cassazione.

Il Principio di Diritto sull’Attenuante del Fatto di Lieve Entità e il Divieto di Doppia Valutazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Ha sottolineato che la difesa aveva agito correttamente e nei termini di legge, presentando il motivo nuovo ben prima dell’udienza. Di conseguenza, la Corte d’Appello aveva l’obbligo giuridico di pronunciarsi su quella specifica richiesta.

Un punto interessante chiarito dalla Suprema Corte riguarda il rapporto tra diverse attenuanti. Il fatto che fosse già stata riconosciuta l’attenuante del danno di speciale tenuità non impediva di per sé il riconoscimento anche di quella per il fatto di lieve entità. Tuttavia, la giurisprudenza ha consolidato il principio secondo cui non è possibile una “doppia valutazione favorevole dei medesimi elementi”.

Le motivazioni

Le motivazioni della Cassazione sono chiare e dirette. In primo luogo, il giudice d’appello ha il dovere di esaminare tutti i motivi di ricorso, inclusi quelli nuovi presentati tempestivamente, come previsto dal codice di procedura penale. Ignorare un motivo equivale a una violazione di legge e a un difetto di motivazione.

In secondo luogo, la sentenza della Corte Costituzionale ha introdotto una modifica sostanziale alla disciplina del reato di rapina, creando una nuova circostanza attenuante speciale. Era quindi doveroso per la Corte d’Appello valutare se i fatti del caso concreto – la natura, i mezzi, le modalità dell’azione, la tenuità del danno e del pericolo – integrassero i presupposti per la sua applicazione.

Infine, la Corte ha specificato che, sebbene il riconoscimento dell’attenuante del danno tenue non precluda quella del fatto lieve, il giudice del rinvio dovrà accertare se, oltre al valore economico esiguo del bene (una lattina di birra), sussistano “profili ulteriori di meritevolezza” che non siano già stati considerati. Si tratta di una valutazione complessiva del fatto, che deve andare oltre la mera analisi del danno patrimoniale.

Le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza della Corte d’Appello, limitatamente al punto relativo al mancato riconoscimento dell’attenuante fatto lieve entità. Il caso è stato rinviato a un’altra sezione della Corte d’Appello per un nuovo giudizio. Questo nuovo giudice dovrà ora procedere a una valutazione completa e specifica, verificando se, alla luce di tutte le circostanze dell’azione, il fatto possa essere qualificato come di lieve entità, applicando così la diminuzione di pena prevista dalla sentenza della Corte Costituzionale.

È possibile chiedere l’applicazione di una nuova attenuante, introdotta da una sentenza della Corte Costituzionale, durante un processo di appello già in corso?
Sì, la difesa può presentare i cosiddetti “motivi nuovi” per integrare l’atto di appello, a condizione che lo faccia nel rispetto dei termini previsti dalla legge, come avvenuto in questo caso.

Il giudice può ignorare un motivo di appello se ha già concesso un’altra attenuante?
No, il giudice ha l’obbligo di esaminare e motivare su tutti i motivi di ricorso tempestivamente presentati. Il riconoscimento di un’attenuante non esonera il giudice dal valutare la sussistenza di altre circostanze invocate dalla difesa.

Cosa significa che non è consentita una “doppia valutazione favorevole” degli stessi elementi?
Significa che se un elemento (ad esempio, il danno economico minimo) è già stato utilizzato per concedere una specifica attenuante (come quella del danno di speciale tenuità), non può essere usato di nuovo come unico fondamento per concederne un’altra. Il giudice deve verificare la presenza di ulteriori elementi di meritevolezza che giustifichino la concessione della seconda attenuante.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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