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Attenuante danno patrimoniale: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per tentato furto aggravato ai danni di un’autovettura. La Corte ha stabilito che per la concessione dell’attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità, si deve considerare il danno complessivo, inclusi i danni materiali al veicolo (come la rottura di un finestrino), e non solo il valore della refurtiva. Il fatto che il danno sia stato risarcito da un’assicurazione non ha rilevanza ai fini della concessione del beneficio.

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Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuante Danno Patrimoniale: Come si Valuta il Danno Complessivo?

La recente ordinanza della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sui criteri di applicazione dell’attenuante danno patrimoniale di speciale tenuità, in particolare nei casi di furto tentato con danneggiamento. La Suprema Corte ha ribadito che la valutazione del danno non può limitarsi al solo valore della refurtiva, ma deve includere tutti gli effetti pregiudizievoli della condotta, come i danni materiali arrecati per commettere il reato. Analizziamo insieme questa decisione.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo per il reato di tentato furto aggravato di beni presenti all’interno di un’autovettura. La difesa dell’imputato aveva presentato ricorso in Cassazione, lamentando il mancato riconoscimento di due tipi di circostanze attenuanti da parte della Corte d’Appello:

1. Le attenuanti generiche: Sostenendo che il giudice non avesse considerato l’assenza di ulteriori danni alla persona offesa e le disagiate condizioni di vita dell’imputato.
2. L’attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità (art. 62, n. 4, c.p.): Argomentando che il valore dei beni che si intendeva sottrarre (occhiali da sole e pantaloni) era modesto e che il danno al veicolo (rottura del finestrino) era stato risarcito dalla compagnia assicuratrice.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per diverse ragioni, confermando integralmente la decisione della Corte d’Appello. La decisione si fonda su tre pilastri argomentativi principali: la genericità del ricorso, l’impossibilità di rivalutare i fatti in sede di legittimità e la corretta applicazione dei principi di diritto da parte del giudice di merito.

Le motivazioni sulla valutazione dell’attenuante danno patrimoniale

Il punto centrale della pronuncia riguarda l’attenuante danno patrimoniale. La Cassazione ha chiarito che, per valutare la speciale tenuità del danno, il giudice deve adottare un approccio complessivo. Non è sufficiente considerare unicamente il valore dei beni che l’imputato ha tentato di rubare.

È necessario, infatti, tenere conto di tutti gli effetti economici negativi derivanti dalla condotta illecita. Nel caso di specie, il danno non si limitava al valore degli oggetti, ma includeva anche il costo per la riparazione del finestrino e dello sportello dell’auto, danneggiati per portare a termine il furto. La Corte ha sottolineato che il risarcimento del danno da parte di una compagnia assicuratrice non influisce sulla posizione dell’imputato, poiché tale risarcimento non proviene da lui. La valutazione deve essere effettuata sulla base del danno oggettivamente causato al momento del fatto (giudizio ex ante).

Il rigetto delle attenuanti generiche e l’inammissibilità del ricorso

Per quanto riguarda le attenuanti generiche, la Corte ha ritenuto corretta la valutazione del giudice di merito, che aveva dato maggior peso ai numerosi precedenti penali specifici dell’imputato (per rapina e furti) rispetto alle sue presunte condizioni di vita disagiate, le quali non erano state adeguatamente provate.

Inoltre, il ricorso è stato giudicato inammissibile perché le censure proposte erano una mera riproposizione di argomenti già esaminati e respinti dalla Corte d’Appello, senza un reale confronto critico con la motivazione della sentenza impugnata. L’imputato, di fatto, chiedeva alla Cassazione una nuova valutazione delle prove, un’operazione che esula dalle competenze del giudizio di legittimità, il cui compito è verificare la corretta applicazione della legge, non ricostruire i fatti.

Conclusioni

Questa ordinanza riafferma un principio fondamentale: la valutazione per la concessione dell’attenuante danno patrimoniale deve essere onnicomprensiva. Il giudice deve considerare l’intera portata lesiva della condotta, includendo ogni danno economico, diretto e indiretto. Il risarcimento da parte di terzi, come le assicurazioni, è irrilevante per la posizione dell’imputato. La decisione evidenzia anche l’importanza di formulare ricorsi specifici e pertinenti in Cassazione, evitando di trasformare il giudizio di legittimità in un terzo grado di merito.

Quando può essere applicata l’attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità?
Può essere applicata quando il danno economico complessivo causato dal reato è considerato di lieve entità. Tale valutazione deve includere non solo il valore degli oggetti sottratti o che si è tentato di sottrarre, ma anche qualsiasi altro danno materiale provocato per commettere il reato, come la rottura di un finestrino.

Il risarcimento da parte di una compagnia di assicurazioni ha qualche effetto sulla concessione dell’attenuante all’imputato?
No. La Corte ha specificato che il fatto che il danno sia stato risarcito da un soggetto terzo, come una compagnia assicuratrice, è irrilevante per valutare la posizione dell’imputato e concedergli l’attenuante. Il danno viene valutato oggettivamente, per come è stato causato dalla sua condotta.

Per quale motivo un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile se è generico, cioè se si limita a ripetere le stesse argomentazioni già respinte nei gradi di giudizio precedenti senza criticare specificamente la motivazione della sentenza impugnata. È inammissibile anche quando chiede alla Corte di rivalutare le prove e i fatti, compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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