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Attenuante danno patrimoniale: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato per rapina. La richiesta di applicazione dell’attenuante danno patrimoniale è stata respinta perché, nel valutare il pregiudizio, si deve considerare non solo il valore economico del bottino, ma anche le modalità del fatto e i danni fisici e morali inflitti alle vittime.

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Pubblicato il 12 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuante per Danno Patrimoniale nella Rapina: Oltre il Valore Economico

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione affronta un tema cruciale nel diritto penale: l’applicazione dell’attenuante danno patrimoniale di speciale tenuità, prevista dall’art. 62 n. 4 c.p., in relazione a reati complessi come la rapina. La Corte ribadisce un principio fondamentale: la valutazione del danno non può limitarsi al solo aspetto economico, ma deve abbracciare la totalità del pregiudizio arrecato, specialmente quando il reato offende più beni giuridici.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello che lo aveva condannato per il reato di rapina. L’unico motivo di doglianza sollevato dalla difesa riguardava il mancato riconoscimento della circostanza attenuante del danno di particolare tenuità. Secondo il ricorrente, la Corte territoriale aveva errato nel negargli il beneficio di una pena ridotta, non considerando adeguatamente il modesto valore economico del provento del reato.

La Valutazione dell’Attenuante Danno Patrimoniale nel Reato di Rapina

Il cuore della questione giuridica risiede nell’interpretazione dei criteri per la concessione dell’attenuante danno patrimoniale. La difesa sosteneva una visione prettamente economica, focalizzata sul valore dei beni sottratti. Tuttavia, la Corte di Cassazione, confermando la decisione dei giudici di merito, ha seguito un percorso argomentativo differente e più articolato, in linea con il suo consolidato orientamento.

La Decisione della Corte di Cassazione

Con l’ordinanza del 5 novembre 2024, la Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, pertanto, inammissibile. I giudici hanno stabilito che la Corte d’Appello aveva correttamente negato l’attenuante, basando la propria decisione su argomenti logici e giuridicamente ineccepibili.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda sulla natura plurioffensiva del delitto di rapina. Questo reato, infatti, non lede soltanto il patrimonio della vittima, ma anche la sua libertà personale e la sua integrità fisica e morale. Di conseguenza, la valutazione del danno non può essere ridotta a un mero calcolo contabile del valore della refurtiva.
I giudici di legittimità hanno sottolineato che la Corte territoriale ha compiuto una valutazione complessiva del pregiudizio, tenendo conto non solo del valore economico, ma anche di altri fattori cruciali: le modalità concrete del fatto e i danni, fisici e morali, che l’imputato ha causato alle persone offese. Questo approccio olistico è indispensabile per comprendere la reale gravità del reato e l’effettivo disvalore della condotta.

Conclusioni

La pronuncia riafferma un principio di diritto di notevole importanza pratica: per l’applicazione dell’attenuante danno patrimoniale in reati come la rapina, il giudice deve considerare l’offesa nella sua interezza. Il danno all’integrità fisica e morale della vittima assume un peso rilevante che può giustificare il diniego dell’attenuante, anche a fronte di un bottino di scarso valore. L’esito del ricorso, dichiarato inammissibile, ha comportato per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

In un reato di rapina, il basso valore della refurtiva è sufficiente per ottenere l’attenuante del danno di particolare tenuità?
No, secondo la Corte di Cassazione non è sufficiente. La valutazione deve essere complessiva e non può limitarsi al solo aspetto economico del provento del reato.

Quali altri elementi vengono considerati per negare l’attenuante in un caso di rapina?
Oltre al valore economico, i giudici devono considerare la natura plurioffensiva del reato, valutando anche le modalità del fatto e i danni all’integrità fisica e morale cagionati alle persone offese.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione in questo caso?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché manifestamente infondato, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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