LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Attenuante danno lieve: quando non si applica

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per furto. La richiesta di applicazione dell’attenuante del danno lieve (art. 62, n. 4 c.p.) è stata respinta perché la refurtiva, composta da numerosi beni, non era stata restituita integralmente e il suo valore non era considerato irrisorio, rendendo impossibile l’applicazione del beneficio.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuante del Danno Lieve: La Cassazione Spiega i Limiti di Applicabilità

L’applicazione dell’attenuante danno lieve, prevista dall’articolo 62, n. 4 del codice penale, è spesso oggetto di dibattito nelle aule di giustizia. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali sui presupposti necessari per il suo riconoscimento, sottolineando come la restituzione parziale della refurtiva e un valore non trascurabile del danno impediscano la concessione di tale beneficio. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un individuo condannato per essersi impossessato di numerosi generi alimentari e altri beni per la cura della casa. L’imputato aveva richiesto l’applicazione della circostanza attenuante del danno di particolare tenuità, sostenendo che il pregiudizio economico causato alla persona offesa fosse minimo. La Corte d’Appello, tuttavia, aveva respinto tale richiesta, motivando la sua decisione sulla base di una valutazione complessiva dei fatti. Contro questa decisione, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione.

La Decisione della Corte sull’attenuante danno lieve

La Suprema Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione conferma la validità del ragionamento seguito dalla Corte d’Appello e stabilisce che, date le circostanze del caso, non sussistevano i presupposti per accogliere il motivo di ricorso. Di conseguenza, la Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Decisione

La Cassazione ha ritenuto la motivazione della Corte d’Appello puntuale e immune da vizi logico-giuridici. I giudici di merito avevano correttamente evidenziato diversi elementi ostativi al riconoscimento dell’attenuante danno lieve:

1. Quantità e Varietà dei Beni: L’imputato si era impossessato di un numero considerevole di beni, non limitandosi a pochi oggetti.
2. Restituzione Parziale: La restituzione della refurtiva non era stata integrale. Questo fattore è stato considerato determinante, poiché una riparazione incompleta del danno non permette di qualificare il pregiudizio residuo come di particolare tenuità.
3. Valore Non Irrisorio: Il valore complessivo dei beni sottratti non era “assolutamente irrisorio”. Sebbene non fosse stato possibile accertare con precisione l’esatto ammontare del danno subito dalla persona offesa, la natura e la quantità della merce indicavano un pregiudizio economico non trascurabile.

La Corte ha specificato che, in sede di legittimità, non è possibile riesaminare nel merito tali valutazioni, se adeguatamente motivate dal giudice precedente. La decisione della Corte d’Appello, non avendo travalicato i limiti imposti dalla legge, è stata quindi ritenuta corretta.

Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale: per poter beneficiare dell’attenuante del danno di particolare tenuità, è necessaria una valutazione globale che tenga conto non solo del valore economico intrinseco del bene, ma anche delle modalità dell’azione e dell’effettiva riparazione del danno. Una restituzione solo parziale della refurtiva, unita a un valore complessivo non insignificante dei beni sottratti, costituisce un ostacolo insormontabile per l’applicazione di questa circostanza. La decisione offre un’importante guida per gli operatori del diritto, chiarendo che una valutazione frammentaria o superficiale del pregiudizio non è sufficiente a giustificare una riduzione di pena.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso inammissibile perché la motivazione della Corte d’Appello era puntuale, logica e non superava i limiti di legge, rendendo quindi il ricorso non consentito in sede di legittimità.

Quali sono i motivi principali per cui non è stata concessa l’attenuante del danno lieve?
L’attenuante non è stata concessa per tre ragioni principali: l’imputato si era impossessato di numerosi beni, la restituzione di tali beni non è stata integrale e il loro valore complessivo non è stato ritenuto assolutamente irrisorio.

Quali sono le conseguenze per il ricorrente dopo la dichiarazione di inammissibilità?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità del ricorso, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati