LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Attenuante danno lieve: quando non si applica

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato che chiedeva l’applicazione dell’attenuante del danno di lieve entità. La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, sottolineando che la presenza di un danno patrimoniale non esiguo e di lesioni personali alla vittima rende impossibile il riconoscimento di tale attenuante, data l’evidente incompatibilità tra i fatti accertati e il beneficio richiesto.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 24 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuante danno lieve: non basta il valore economico

L’applicazione dell’attenuante danno lieve, prevista dall’articolo 62, n. 4 del codice penale, è un tema cruciale nel diritto penale, poiché può influenzare significativamente l’entità della pena. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito i confini restrittivi di questa circostanza, chiarendo che la sua concessione dipende da una valutazione complessiva del pregiudizio causato, che va ben oltre il mero valore economico dei beni sottratti. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello. Il ricorrente lamentava il mancato riconoscimento della circostanza attenuante del danno patrimoniale di speciale tenuità. Secondo la sua difesa, il danno provocato dal reato era da considerarsi minimo, giustificando così una riduzione della pena. Tuttavia, i giudici di merito avevano già respinto tale richiesta in entrambi i gradi di giudizio precedenti, basando la loro decisione su una valutazione più ampia delle conseguenze della condotta illecita.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando in toto la linea interpretativa seguita dai giudici di merito. La decisione si fonda sul principio che la valutazione per il riconoscimento dell’attenuante danno lieve non può essere frammentaria, ma deve tenere conto di ogni aspetto del pregiudizio arrecato alla persona offesa. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: la valutazione complessiva del danno

Il cuore della motivazione risiede nella chiara incompatibilità tra gli elementi emersi durante il processo e la possibilità di riconoscere un danno ‘lieve’. I giudici hanno sottolineato due aspetti fondamentali:

1. L’entità del danno patrimoniale e non: La Corte ha evidenziato che non solo il valore dei beni sottratti era stato giudicato ‘non esiguo’, ma che la condotta delittuosa aveva provocato anche danni fisici e morali. In particolare, nel corso dell’azione era stata procurata una lesione personale a una dipendente della persona offesa. Questo elemento, da solo, è sufficiente a escludere la lievità del pregiudizio complessivo.

2. Il concetto di pregiudizio ‘lievissimo’: La Cassazione ha ribadito, richiamando precedenti giurisprudenziali, che l’attenuante in questione è applicabile solo quando il pregiudizio sia ‘lievissimo’. Ciò significa che l’offesa al bene giuridico tutelato deve essere minima sotto ogni profilo. La presenza di violenza fisica o di un danno morale significativo rende impossibile qualificare il fatto come di lieve entità.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un principio fondamentale: per ottenere il riconoscimento dell’attenuante danno lieve, non è sufficiente dimostrare che il valore economico del maltolto sia modesto. Il giudice deve effettuare una valutazione globale che comprende l’entità del danno, il pericolo conseguente al reato e tutte le altre circostanze della condotta. Se emergono elementi come danni fisici, anche lievi, o un significativo turbamento morale per la vittima, l’applicazione dell’attenuante deve essere esclusa. Questa interpretazione rigorosa garantisce che il beneficio sia riservato solo a quei casi in cui l’offesa al patrimonio e alla persona sia realmente minima e trascurabile.

Quando è applicabile l’attenuante per danno di lieve entità (o speciale tenuità)?
Secondo la Corte, questa attenuante si applica solo quando il pregiudizio causato dal reato è complessivamente ‘lievissimo’, considerando non solo il valore economico ma tutte le conseguenze negative della condotta.

La valutazione del danno lieve considera solo l’aspetto patrimoniale?
No. La decisione chiarisce che la valutazione deve essere globale e includere anche l’entità dei danni fisici e morali subiti dalla vittima. La presenza di lesioni personali, ad esempio, esclude la possibilità di riconoscere la lieve entità del danno.

Cosa succede se un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, come in questo caso, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati