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Attenuante collaborazione: quando è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per detenzione di stupefacenti. La Corte ha stabilito che per ottenere l’attenuante collaborazione non bastano generiche dichiarazioni, ma è necessario dimostrare un aiuto concreto agli investigatori, come evitare conseguenze ulteriori del reato o contribuire al sequestro di risorse illecite. Il ricorso è stato giudicato generico, determinando la condanna del ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 11 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuante Collaborazione: la Cassazione Chiarisce i Requisiti

L’attenuante collaborazione, prevista dalla legge sugli stupefacenti, è un beneficio concesso a chi aiuta concretamente le forze dell’ordine. Ma cosa significa ‘aiutare concretamente’? Con l’ordinanza n. 43032/2024, la Corte di Cassazione ha ribadito che non bastano semplici dichiarazioni generiche, ma è necessario un contributo fattivo e dimostrabile. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Un soggetto veniva condannato in Corte d’Appello per detenzione di cocaina, in violazione dell’art. 73, comma 1, del d.P.R. 309/1990. L’imputato decideva di presentare ricorso in Cassazione, lamentando la violazione di legge e il vizio di motivazione riguardo al mancato riconoscimento dell’attenuante collaborazione prevista dal comma 7 dello stesso articolo. A suo dire, i giudici di merito avevano negato il beneficio basandosi unicamente sulle valutazioni di un operatore di polizia sentito come testimone, senza considerare adeguatamente il suo contributo.

L’Attenuante Collaborazione e i Requisiti di Legge

L’articolo 73, comma 7, del Testo Unico sugli Stupefacenti, prevede una diminuzione della pena per l’imputato che si adoperi per evitare che l’attività delittuosa sia portata a conseguenze ulteriori o che aiuti concretamente l’autorità di polizia o l’autorità giudiziaria nella sottrazione di risorse rilevanti per la commissione dei delitti.

Questo significa che la legge non premia una generica volontà di cooperare, ma richiede azioni specifiche e misurabili, come:

* Impedire la vendita di una partita di droga.
* Fornire informazioni decisive per arrestare altri complici.
* Aiutare a sequestrare denaro o beni provenienti dal traffico illecito.

La Decisione della Cassazione: Inammissibilità per Genericità

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile per la sua manifesta genericità. I giudici hanno sottolineato che l’operatore di polizia, contrariamente a quanto sostenuto dal ricorrente, non aveva espresso valutazioni personali, ma aveva semplicemente riferito dei fatti.

Un punto cruciale, completamente omesso nel ricorso, era il comportamento processuale dell’imputato: dopo aver reso delle dichiarazioni generiche alla polizia giudiziaria, era rimasto in completo silenzio durante l’udienza di convalida dell’arresto. Questo silenzio è stato interpretato come un elemento contrario alla volontà di collaborare efficacemente. La Corte ha quindi respinto la richiesta di riconoscimento dell’attenuante della collaborazione.

Le Motivazioni della Corte

La motivazione centrale della decisione risiede nella totale assenza, nel ricorso, di elementi concreti che potessero dimostrare un reale contributo collaborativo. Il ricorrente non ha dedotto alcuna circostanza specifica da cui si potesse desumere che il suo operato avesse evitato ulteriori conseguenze del reato o avesse aiutato gli investigatori a sequestrare risorse economiche illecite. La Corte ha ribadito che, per ottenere l’attenuante collaborazione, l’imputato ha l’onere di provare il suo contributo effettivo, che deve andare oltre mere e vaghe dichiarazioni iniziali. L’inammissibilità del ricorso ha comportato, come per legge, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, non ravvisando la Corte alcuna assenza di colpa nella proposizione di un’impugnazione così palesemente infondata.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre un importante insegnamento pratico: per sperare nel riconoscimento dell’attenuante collaborazione, non è sufficiente ‘parlare’, ma è indispensabile ‘fare’. La collaborazione deve essere tangibile, verificabile e produttiva di risultati utili per le indagini. Presentare un ricorso generico, che non articola in modo specifico e documentato il contributo fornito, non solo non porta al risultato sperato, ma espone anche a ulteriori conseguenze economiche negative.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile per genericità?
Un ricorso è dichiarato inammissibile per genericità quando i motivi di impugnazione sono formulati in modo vago e non specificano chiaramente le censure legali o fattuali mosse contro la sentenza impugnata, impedendo alla Corte di esaminare il merito della questione.

Cosa è necessario dimostrare per ottenere l’attenuante della collaborazione prevista per i reati di droga?
Per ottenere l’attenuante, l’imputato deve dimostrare di aver concretamente aiutato le autorità a evitare che il reato avesse ulteriori conseguenze oppure a sottrarre risorse economiche illecite. Non sono sufficienti generiche dichiarazioni, ma è richiesto un contributo fattivo e rilevante.

Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso inammissibile?
Chi presenta un ricorso dichiarato inammissibile viene condannato per legge al pagamento delle spese del procedimento e di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, a meno che non dimostri di non avere colpa nella determinazione della causa di inammissibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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