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Attenuante bancarotta: la Cassazione riduce la pena

La Cassazione ha annullato una sentenza della Corte d’Appello per errata applicazione dell’attenuante bancarotta fraudolenta. La pena è stata ridotta direttamente dalla Suprema Corte da tre anni a otto mesi, chiarendo che la riduzione ‘fino al terzo’ ex art. 219 L.Fall. non significa una riduzione massima di un terzo, ma una riduzione della pena fino a tale limite. Inammissibile la richiesta di applicare la causa di non punibilità per tenuità del fatto in sede di rinvio per la sola pena.

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Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attenuante Bancarotta: la Cassazione Chiarisce il Calcolo della Pena

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 32626/2025) offre un importante chiarimento sull’applicazione dell’attenuante bancarotta per danno patrimoniale di speciale tenuità. La Suprema Corte ha annullato una decisione di merito, rideterminando direttamente la pena per un imputato e stabilendo un principio fondamentale sul calcolo della riduzione prevista dall’art. 219 della legge fallimentare. Questo caso evidenzia la precisione richiesta nell’interpretazione delle norme sanzionatorie e i limiti del giudizio di rinvio.

I Fatti del Processo

Il caso riguarda un imputato condannato per bancarotta fraudolenta documentale e per distrazione. La Corte di Appello di Napoli, in qualità di giudice del rinvio, aveva parzialmente riformato la sentenza di primo grado, ricalcolando la pena inflitta. Insoddisfatto, l’imputato ha presentato ricorso per cassazione, basandolo su due motivi principali:
1. Un’errata applicazione della riduzione di pena per l’attenuante del danno di speciale tenuità (art. 219, comma 3, legge fallimentare).
2. La mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.).

La difesa sosteneva che il calcolo della pena non fosse corretto e che, in ogni caso, la condotta dovesse essere considerata non punibile per la sua scarsa offensività.

L’Applicazione dell’Attenuante Bancarotta e i Limiti del Rinvio

La Corte di Cassazione ha esaminato i due motivi di ricorso con esiti opposti. Il secondo motivo, relativo alla tenuità del fatto, è stato dichiarato immediatamente inammissibile. I giudici hanno sottolineato che il precedente annullamento con rinvio riguardava esclusivamente il trattamento sanzionatorio. L’accertamento del reato e la sua attribuibilità all’imputato erano già passati in giudicato, rendendo irrevocabile la sua punibilità. Di conseguenza, non era più possibile, in sede di rinvio, sollevare questioni come l’applicazione dell’art. 131-bis c.p., che attengono alla punibilità stessa.

Il primo motivo, invece, è stato ritenuto fondato. La questione centrale riguardava l’interpretazione della dicitura “la pena è diminuita fino al terzo”, contenuta nell’art. 219 della legge fallimentare. La Corte di Appello aveva applicato la massima riduzione possibile interpretandola come una sottrazione di un terzo dalla pena base. La Cassazione ha corretto questa impostazione, precisando il corretto meccanismo di calcolo.

Le motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha accolto il primo motivo di ricorso, richiamando un proprio precedente orientamento giurisprudenziale (Sez. 5, n. 15976/2015). Ha chiarito che l’espressione “la pena è diminuita fino al terzo” non significa che la pena base debba essere ridotta di un massimo di un terzo, ma che la pena finale può essere ridotta fino a raggiungere la misura di un terzo di quella base. Si tratta di una differenza sostanziale che impatta notevolmente sull’entità della sanzione.

Nel caso specifico, la Corte di merito aveva inteso applicare la massima riduzione prevista. Seguendo il principio corretto, la Cassazione ha proceduto a ricalcolare direttamente la pena, senza necessità di un ulteriore rinvio, ai sensi dell’art. 620 c.p.p. Partendo da una pena base di tre anni di reclusione, l’ha ridotta, in applicazione dell’art. 219, comma 3, a un anno. Successivamente, ha applicato le attenuanti generiche (art. 62-bis c.p.), riducendo ulteriormente la pena a otto mesi di reclusione.

La decisione, quindi, annulla la sentenza impugnata limitatamente alla pena detentiva e la ridetermina in via definitiva.

Le conclusioni

Questa sentenza ribadisce due principi processuali e sostanziali di grande rilevanza pratica:
1. Limiti del giudizio di rinvio: Quando la Cassazione annulla una sentenza solo per la determinazione della pena, il giudizio di rinvio non può rimettere in discussione la colpevolezza o la punibilità del fatto, che sono ormai coperte dal giudicato.
2. Calcolo dell’attenuante speciale: L’attenuante per danno di speciale tenuità nella bancarotta fraudolenta permette una riduzione della pena “fino al terzo”, il che significa che il risultato finale della riduzione può arrivare fino a un terzo della pena base, e non consiste in una mera sottrazione di una frazione dalla pena iniziale. Questa interpretazione favorisce una maggiore riduzione della sanzione nei casi in cui il giudice intenda applicare il massimo beneficio previsto dalla norma.

Cosa significa che la pena per bancarotta è ridotta ‘fino al terzo’ in caso di danno di speciale tenuità?
Significa che il giudice, partendo dalla pena base, può ridurla fino a un importo pari a un terzo della stessa. Non si tratta di una sottrazione di un terzo, ma di una riduzione della pena finale a una soglia che può arrivare fino a un terzo di quella di partenza.

È possibile chiedere l’applicazione della non punibilità per ‘particolare tenuità del fatto’ in un processo di rinvio che riguarda solo la determinazione della pena?
No. La sentenza stabilisce che se l’annullamento con rinvio è limitato al solo trattamento sanzionatorio, l’accertamento del reato e la sua punibilità sono già diventati irrevocabili (passati in giudicato). Pertanto, non è più possibile sollevare questioni come la non punibilità per tenuità del fatto.

Perché la Corte di Cassazione ha potuto ricalcolare direttamente la pena senza un nuovo processo d’appello?
La Corte di Cassazione può decidere nel merito senza rinviare la causa a un altro giudice (annullamento senza rinvio) quando non sono necessari ulteriori accertamenti di fatto. In questo caso, trattandosi di una pura questione di diritto sull’errato calcolo della pena, la Corte ha potuto applicare direttamente la norma corretta e rideterminare la sanzione, come previsto dall’art. 620, comma 1, lett. l) del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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