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Attendibilità alcoltest: la Cassazione conferma

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza con un tasso alcolemico molto elevato. L’imputato contestava l’attendibilità dell’alcoltest citando la ‘curva di Widmark’ e il tempo trascorso dal sinistro. La Corte ha confermato la validità della prova, rafforzata da chiari sintomi fisici, e ha escluso l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto a causa della gravità della condotta.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Attendibilità Alcoltest: La Cassazione non ha Dubbi

La questione della attendibilità alcoltest è un tema centrale e ricorrente nei processi per guida in stato di ebbrezza. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 8519/2024, torna a fare chiarezza su quali argomenti difensivi possano essere considerati validi e quali, invece, siano destinati a essere respinti. Il caso esaminato offre spunti fondamentali sulla solidità probatoria dell’etilometro, specialmente quando i risultati sono corroborati da altri elementi fattuali.

Il Fatto e la Decisione dei Giudici di Merito

Il caso riguarda un automobilista condannato in primo e secondo grado per il reato di guida in stato di ebbrezza, previsto dall’art. 186, comma 2, lett. c) e 2-bis, del Codice della Strada. Gli accertamenti etilometrici avevano rivelato valori molto elevati: 2,73 g/l alla prima misurazione e 2,82 g/l alla seconda. A questi dati strumentali si aggiungevano le osservazioni degli agenti accertatori, che avevano riscontrato sintomi inequivocabili di alterazione alcolica, quali alito vinoso, occhi lucidi e stato confusionale.
Nonostante questo quadro probatorio, l’imputato decideva di ricorrere in Cassazione.

I Motivi del Ricorso: una difesa a due punte

La difesa dell’imputato si articolava su due motivi principali:
1. Errata applicazione della legge e vizio di motivazione: Si contestava l’attendibilità alcoltest, sostenendo che la motivazione della sentenza d’appello fosse illogica. La difesa faceva leva su argomentazioni teoriche, come la cosiddetta ‘curva di Widmark’, per insinuare dubbi sulla corrispondenza tra il valore rilevato e quello effettivo al momento della guida.
2. Mancata applicazione dell’art. 131-bis c.p.: Si lamentava il mancato riconoscimento della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, ritenendo illogica la valutazione di gravità compiuta dalla Corte d’Appello.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, smontando punto per punto le argomentazioni difensive con motivazioni nette e in linea con il proprio consolidato orientamento.

Sull’Attendibilità dell’Alcoltest

La Corte ha innanzitutto qualificato i rilievi difensivi come una mera riproposizione di argomenti già esaminati e correttamente respinti dalla Corte d’Appello. I giudici di legittimità hanno ribadito che la prova dello stato di ebbrezza non si basava solo sui dati dell’etilometro, ma era solidamente ancorata anche ai sintomi fisici manifestati dal conducente. Questo doppio riscontro – strumentale e sintomatico – crea un quadro probatorio difficilmente scalfibile.

In particolare, la Cassazione ha precisato due aspetti cruciali:
* Irrilevanza della ‘curva di Widmark’: Il richiamo a modelli teorici come la curva di Widmark non costituisce una prova valida per dimostrare l’inaffidabilità del risultato dell’alcoltest. Questo perché tali modelli si basano su parametri estremamente variabili da individuo a individuo, rendendoli inadatti a fornire certezze nel singolo caso concreto.
* Il fattore tempo: L’argomento del tempo trascorso tra il sinistro e il test è stato giudicato generico. La giurisprudenza insegna che solo il decorso di diverse ore può incidere sull’attendibilità del test, rendendo necessario il ricorso a elementi indiziari aggiuntivi. Nel caso di specie, non era stata fornita alcuna prova di un ritardo così significativo.

Sulla Particolare Tenuità del Fatto

Anche il secondo motivo di ricorso è stato respinto. La Corte ha ritenuto la valutazione dei giudici di merito pienamente corretta. L’applicazione dell’art. 131-bis c.p. è stata esclusa in virtù del ‘disvalore oggettivo della condotta’. Un tasso alcolemico così elevato (quasi sei volte superiore al limite di legge) denota una gravità intrinseca tale da essere incompatibile con la nozione di ‘particolare tenuità’.

Le Conclusioni

L’ordinanza in commento rafforza alcuni principi cardine in materia di guida in stato di ebbrezza. In primo luogo, conferma la piena attendibilità alcoltest come strumento di prova, la cui efficacia non può essere messa in discussione da mere congetture teoriche o generiche contestazioni. In secondo luogo, sottolinea come la valutazione della colpevolezza debba fondarsi su un’analisi complessiva degli elementi disponibili, inclusi i segni esterni dell’ubriachezza. Infine, ribadisce che la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto non è un beneficio applicabile a condotte di oggettiva e intrinseca gravità, come la guida con un tasso alcolemico estremamente elevato, che mette a serio rischio la sicurezza pubblica.

Quando può essere messa in dubbio l’attendibilità dell’alcoltest?
Secondo la Corte, l’attendibilità del test può essere incrinata solo dal decorso di un lasso di tempo considerevole (diverse ore) tra la guida e l’esecuzione del test, tale da rendere necessari ulteriori elementi indiziari. Generiche contestazioni basate su teorie come la curva di Widmark non sono considerate prove valide.

I sintomi fisici dello stato di ebbrezza hanno valore di prova?
Sì. La sentenza chiarisce che sintomi inequivocabili come alito vinoso, occhi lucidi e stato confusionale, se riscontrati insieme a valori elevati del test, rafforzano il quadro probatorio e confermano la responsabilità dell’imputato.

Perché non è stata applicata la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.)?
La Corte ha stabilito che non può essere applicata a causa dell’elevato disvalore oggettivo della condotta. Un tasso alcolemico molto alto (nel caso specifico, 2,82 g/l) indica una gravità tale da essere incompatibile con il concetto di ‘particolare tenuità del fatto’.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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