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Astensione avvocati: non vale per udienza cartolare

Un imputato, condannato per frode assicurativa, ha presentato ricorso in Cassazione lamentando la mancata concessione di un rinvio d’udienza a causa dell’adesione del suo difensore a uno sciopero di categoria. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, stabilendo un principio fondamentale: l’astensione avvocati non costituisce un legittimo impedimento quando l’udienza si svolge con rito cartolare, una procedura basata solo su atti scritti che non richiede la presenza fisica del legale. La condanna è stata quindi confermata.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Astensione Avvocati e Udienza Cartolare: la Cassazione fa Chiarezza

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 25198/2025, ha affrontato un’importante questione procedurale riguardante l’efficacia dell’astensione avvocati nel contesto delle udienze celebrate con rito cartolare. La decisione chiarisce che lo sciopero della categoria forense non costituisce un legittimo impedimento che obbliga il giudice al rinvio, quando la procedura non prevede la presenza fisica del difensore. Questa pronuncia offre spunti fondamentali sui limiti del diritto di sciopero in relazione alle moderne modalità di svolgimento del processo.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una condanna per il reato di frode assicurativa (art. 642 c.p.). Un soggetto era stato ritenuto colpevole, in concorso con un’altra persona, di aver simulato un sinistro stradale con lesioni personali al fine di ottenere un indebito risarcimento da una nota compagnia assicuratrice. La condanna, pronunciata in primo grado dal Tribunale e confermata dalla Corte di Appello, veniva impugnata dinanzi alla Corte di Cassazione.

Il principale motivo di ricorso riguardava un vizio procedurale. Il difensore dell’imputato aveva comunicato la propria adesione a un’astensione collettiva dalle udienze proclamata dalle Camere Penali, chiedendo il rinvio dell’udienza d’appello. La Corte territoriale, tuttavia, aveva respinto la richiesta, procedendo alla decisione, sul presupposto che l’udienza si svolgesse con rito “cartolare”, ovvero senza la partecipazione delle parti, ma tramite il solo deposito di conclusioni scritte.

Secondo la difesa, tale diniego avrebbe leso il diritto di difesa e violato i principi che regolano il diritto di astensione.

Il Principio di Diritto sull’Astensione Avvocati

Il nodo centrale della questione è se l’astensione avvocati possa essere considerata un “legittimo impedimento” ai sensi dell’art. 420-ter c.p.p. anche per le udienze cartolari. La Suprema Corte ha risposto negativamente, fornendo una motivazione netta e coerente.

Il rito cartolare, per sua natura, non prevede la comparizione personale del difensore. L’attività difensiva si esplica attraverso la presentazione di atti scritti (conclusioni, memorie) entro termini perentori stabiliti prima dell’udienza. Di conseguenza, l’assenza fisica del legale nel giorno fissato per la deliberazione è del tutto irrilevante per lo svolgimento del processo.

La Corte ha specificato che il diritto di sciopero, pur costituzionalmente garantito, non può paralizzare un’attività processuale che non richiede la presenza attiva del difensore. Nel caso di specie, i termini per il deposito degli atti difensivi erano già scaduti prima dell’inizio del periodo di astensione. Pertanto, il difensore non è stato privato di alcuna facoltà processuale.

La Valutazione degli Altri Motivi di Ricorso

Oltre alla questione procedurale, la Cassazione ha esaminato e respinto anche gli altri motivi di ricorso, ritenendoli inammissibili:

* Responsabilità penale: Le censure sulla ricostruzione dei fatti e sulla valutazione delle prove sono state considerate meramente reiterative di argomenti già esaminati e correttamente respinti dai giudici di merito. La Corte ha ricordato che, in presenza di una “doppia conforme”, il suo sindacato non può estendersi a una nuova valutazione del compendio probatorio.
* Circostanze attenuanti: La richiesta di concessione delle attenuanti generiche è stata giudicata infondata. I giudici hanno sottolineato il comportamento processuale dell’imputato, caratterizzato da un “reiterato mendacio” e da un’offerta risarcitoria ritenuta puramente “opportunistica”, elementi che non deponevano a favore di un giudizio di meritevolezza.
* Risarcimento del danno: Anche la contestazione sulla quantificazione del danno liquidato alla parte civile è stata respinta. La Corte ha ribadito che la liquidazione in via equitativa è un potere discrezionale del giudice di merito, insindacabile in sede di legittimità se, come in questo caso, la motivazione è congrua e logica.

le motivazioni

La Suprema Corte ha fondato la sua decisione sul principio consolidato secondo cui il legittimo impedimento del difensore presuppone un’attività processuale per la quale la sua presenza è necessaria e obbligatoria. Nel giudizio d’appello con rito cartolare, questa necessità viene meno. La trattazione si esaurisce nel deposito telematico degli atti. Pertanto, l’adesione all’astensione non impedisce al difensore di esercitare pienamente il suo mandato, che si è già concretizzato nel deposito delle conclusioni scritte. La Corte ha inoltre chiarito che non vi è stata alcuna violazione del Codice di autoregolamentazione delle astensioni, poiché tale normativa non può applicarsi a udienze “non partecipate” dove non sussiste un diritto di assistenza fisica. Per quanto riguarda gli altri motivi, la Corte ha ritenuto le argomentazioni della difesa aspecifiche e meramente confutative rispetto alle logiche e adeguate motivazioni delle sentenze di merito, che avevano già analiticamente ricostruito il carattere fraudolento della richiesta di risarcimento sulla base di prove documentali e della palese contraddittorietà delle versioni fornite dai correi.

le conclusioni

In conclusione, la sentenza ha dichiarato inammissibile il ricorso, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e a una sanzione pecuniaria. La decisione ribadisce un importante principio di procedura penale: il diritto all’astensione degli avvocati non è assoluto, ma va bilanciato con le esigenze di efficienza del sistema giudiziario, specialmente nell’ambito di procedure semplificate come il rito cartolare. La pronuncia conferma che la garanzia del diritto di difesa è pienamente soddisfatta dal rispetto dei termini per il deposito degli atti, senza che sia necessaria la presenza fisica del legale in udienza.

L’adesione a uno sciopero forense (astensione avvocati) giustifica sempre il rinvio di un’udienza?
No. La sentenza chiarisce che se l’udienza si svolge con “rito cartolare”, cioè senza la necessaria presenza fisica dei difensori, l’astensione non costituisce un legittimo impedimento e l’udienza non deve essere rinviata.

Perché la richiesta di rinvio per l’astensione avvocati è stata respinta in questo caso?
È stata respinta perché il procedimento d’appello si svolgeva in forma cartolare. In questa modalità, la difesa si esercita depositando scritti e conclusioni entro termini precisi, non con la partecipazione fisica all’udienza. Poiché la presenza non era richiesta, l’astensione non impediva lo svolgimento del processo.

Cosa significa che un motivo di ricorso è “reiterativo” e perché viene respinto?
Significa che il ricorso ripropone le stesse questioni di fatto (es. la valutazione delle prove) già esaminate e decise conformemente dai giudici di primo e secondo grado (“doppia conforme”). La Corte di Cassazione non può riesaminare i fatti, ma solo verificare la corretta applicazione della legge, quindi tali motivi vengono dichiarati inammissibili.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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