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Associazione terroristica: prova e indizi online

La Corte di Cassazione esamina un ricorso del Pubblico Ministero contro una decisione che aveva escluso la gravità indiziaria per il reato di associazione con finalità di terrorismo. Il P.M. sosteneva che il tribunale avesse erroneamente svalutato le attività telematiche (riunioni online, proselitismo) a fronte dell’insuccesso di poche azioni materiali e della struttura rudimentale del gruppo. La Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando di fatto la valutazione del giudice di merito.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Associazione con Finalità di Terrorismo: Quando gli Indizi Online Contano

La configurazione del reato di associazione con finalità di terrorismo, disciplinato dall’articolo 270-bis del codice penale, rappresenta uno dei temi più complessi e delicati del diritto penale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione offre spunti cruciali su come valutare gli indizi, specialmente quando le attività del gruppo si svolgono prevalentemente online e la sua struttura appare rudimentale. Analizziamo insieme i dettagli del caso.

Il Caso in Analisi

Il Tribunale di Bologna, in sede di riesame, aveva annullato un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di un indagato per il reato di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo. Secondo il Tribunale, non sussisteva la necessaria gravità indiziaria. La decisione si basava principalmente su due elementi: l’insuccesso delle poche attività materiali poste in essere dal gruppo (un volantinaggio e una riunione) e il carattere rudimentale della sua organizzazione.

Il Tribunale aveva invece confermato l’ordinanza per un altro reato, quello di propaganda e istigazione a delinquere per scopi di discriminazione razziale, modificando la misura dalla custodia in carcere agli arresti domiciliari.

Il Procuratore della Repubblica ha impugnato questa decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, contestando specificamente l’esclusione della gravità indiziaria per il reato associativo.

Le Argomentazioni del Pubblico Ministero: la Rilevanza dell’Attività Telematica

Il ricorso del Pubblico Ministero si fondava su una critica precisa alla valutazione del Tribunale. Secondo l’accusa, il giudice del riesame, pur avendo correttamente enunciato i principi giuridici, li aveva applicati in modo errato, commettendo i seguenti errori:

Sottovalutazione delle Attività Non Materiali

Il Tribunale si era concentrato eccessivamente sul fallimento di due episodi concreti, senza considerare adeguatamente le numerose attività “non materiali” svolte dal gruppo. Queste attività, sebbene meno tangibili, erano altamente rilevanti per dimostrare la pericolosità e l’operatività dell’associazione.

Irrilevanza della Struttura Rudimentale

Il carattere rudimentale dell’organizzazione, secondo il P.M., non era sufficiente a escluderne l’esistenza. Elementi come la stabilità e la permanenza del vincolo associativo erano infatti presenti e sufficienti a rendere possibile l’attuazione del programma criminoso del gruppo.

Il Peso degli Indizi Telematici

Un punto centrale del ricorso riguardava la mancata valorizzazione degli incontri e delle attività svolte tramite canali telematici. Il P.M. sosteneva che il Tribunale avesse indebitamente trascurato le riunioni online e le svariate azioni di proselitismo e arruolamento condotte sul web, canali ideali per operare in modo clandestino.

In sintesi, l’accusa riteneva che il Tribunale avesse operato una selezione ingiustificata degli indizi, ignorando quelli che, pur non essendo “materiali”, corroboravano l’ipotesi di una vera e propria associazione con finalità di terrorismo.

Le Motivazioni

La Corte di Cassazione, nel dichiarare inammissibile il ricorso, non entra nel merito delle argomentazioni del Pubblico Ministero, ma di fatto consolida la decisione del Tribunale del Riesame. Il cuore del dibattito giuridico, emerso dal ricorso, risiede nella contrapposizione tra la valutazione degli atti materiali e quella delle attività telematiche. La tesi dell’accusa evidenzia un problema moderno e sempre più frequente: come si prova l’esistenza di un’associazione criminale nell’era digitale? Secondo il P.M., l’insuccesso di singole azioni sul campo non può annullare il valore indiziario di una costante e strutturata attività online finalizzata al proselitismo, all’organizzazione e alla pianificazione. Le conversazioni telematiche, i ripetuti richiami alle armi e le strategie di reclutamento online costituivano, nella prospettiva accusatoria, un quadro indiziario solido che il giudice del riesame avrebbe dovuto considerare nella sua interezza, senza fermarsi alla superficie degli eventi fallimentari.

Le Conclusioni

La vicenda processuale, pur concludendosi con una declaratoria di inammissibilità, solleva una questione fondamentale per l’interpretazione del reato di associazione con finalità di terrorismo. Per integrare tale fattispecie, è necessario un approccio valutativo che tenga conto di tutte le forme di manifestazione del sodalizio criminoso, incluse quelle dematerializzate. La pericolosità di un gruppo non può essere misurata solo dal successo delle sue azioni pratiche, ma deve essere valutata anche in base alla sua capacità di fare proselitismo, di pianificare e di mantenere un vincolo stabile tra gli associati, attività che oggi trovano terreno fertile nei canali telematici. Il caso in esame funge da monito sulla necessità di un’analisi completa e non frammentaria del quadro indiziario, per evitare di sottostimare la minaccia rappresentata da organizzazioni che, pur apparendo rudimentali, possiedono un programma criminoso ben definito e la determinazione a perseguirlo.

Perché il Tribunale del Riesame aveva escluso l’accusa di associazione con finalità di terrorismo?
Il Tribunale aveva ritenuto non sussistente la gravità indiziaria perché le uniche due attività materiali del gruppo (un volantinaggio e una riunione) si erano risolte in un insuccesso e perché l’organizzazione del gruppo era considerata rudimentale.

Quali elementi il Pubblico Ministero riteneva fossero stati trascurati dal Tribunale?
Il Pubblico Ministero sosteneva che il Tribunale avesse erroneamente ignorato importanti attività non materiali, come gli incontri avvenuti tramite canali telematici, le azioni di proselitismo e arruolamento online e i ripetuti richiami all’uso di armi emersi dalle conversazioni, tutti elementi che dimostravano la stabilità e la pericolosità del gruppo.

Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione?
La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso del Pubblico Ministero. Questa decisione ha reso definitiva l’ordinanza del Tribunale del Riesame, che escludeva la gravità indiziaria per il reato di associazione con finalità di terrorismo nei confronti dell’indagato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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