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Associazione per delinquere: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi di tre individui condannati per associazione per delinquere, detenzione di armi e ricettazione. La Corte ha ritenuto i motivi di ricorso generici, confermando la valutazione della Corte d’Appello che aveva accertato l’esistenza di un sodalizio criminale strutturato, con ruoli definiti e un programma criminoso indeterminato. La decisione si basa su intercettazioni e sulla condanna irrevocabile di altri coimputati.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Associazione per delinquere: la Cassazione conferma le condanne

Con una recente sentenza, la Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi presentati da tre imputati, confermando la loro responsabilità per il reato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio, in materia di armi e stupefacenti. Questa decisione consolida importanti principi sulla prova del vincolo associativo e sulla genericità dei motivi di ricorso.

Il caso in esame: un sodalizio criminale a Firenze

La vicenda giudiziaria ha origine da un’indagine che ha smantellato un gruppo criminale operante a Firenze. La Corte di Appello, riformando parzialmente la sentenza di primo grado, aveva confermato la responsabilità degli imputati per aver costituito un’organizzazione stabile dedita a diverse attività illecite. In particolare, uno degli imputati era stato identificato come il capo e promotore del sodalizio, con un ruolo apicale anche durante la sua detenzione.

Le accuse comprendevano non solo la partecipazione all’associazione, ma anche reati specifici come la detenzione e il porto illegale di armi da sparo e la ricettazione di biciclette di provenienza illecita. La difesa degli imputati ha tentato di smontare il quadro accusatorio davanti alla Suprema Corte, sostenendo l’insussistenza del patto criminale e la natura puramente estemporanea dei reati commessi.

I motivi del ricorso in Cassazione

Gli imputati, tramite il loro difensore, hanno presentato ricorso in Cassazione basandosi principalmente su due argomenti:

1. Insussistenza dell’associazione per delinquere: Secondo la difesa, mancava la prova di un vero e proprio pactum sceleris (patto criminale) e dell’affectio societatis (la volontà di far parte di un sodalizio). I rapporti tra i coimputati sarebbero stati giustificati da legami familiari, non da un vincolo associativo stabile.
2. Vizio di motivazione sui reati-fine: Le prove relative alla detenzione di armi e alla ricettazione sono state contestate come insufficienti, basate su intercettazioni non significative e prive di riscontri oggettivi.

L’analisi della Corte: perché l’associazione per delinquere sussiste

La Corte di Cassazione ha respinto tutte le argomentazioni difensive, giudicando i ricorsi generici e manifestamente infondati. I giudici hanno sottolineato come la difesa non si sia confrontata adeguatamente con la solida motivazione della sentenza d’appello.

La valenza delle sentenze irrevocabili

Un punto decisivo è stato il riferimento alla condanna irrevocabile, emessa in un procedimento separato con rito abbreviato, a carico di altri membri dello stesso gruppo criminale per il medesimo reato associativo. Tale sentenza, ai sensi dell’art. 238-bis del codice di procedura penale, costituisce un elemento di prova che la Corte di Appello aveva correttamente posto a fondamento della sua decisione.

L’organizzazione strutturata e i ruoli

La Corte ha ribadito che, ai fini della configurabilità del reato di associazione per delinquere, è necessaria un’organizzazione strutturale, anche minima, di uomini e mezzi, finalizzata a un programma criminoso indeterminato. Nel caso di specie, le intercettazioni avevano rivelato:

* Una base logistica per le riunioni.
* Una chiara divisione dei ruoli con una gerarchia interna.
* Il riconoscimento di uno degli imputati come leader, capace di impartire direttive anche dal carcere.
* La mobilitazione per il sostentamento dei membri detenuti.

Questi elementi dimostrano l’esistenza di un sodalizio durevole e non di una semplice collaborazione occasionale.

La questione delle armi e della ricettazione

Anche riguardo ai reati-fine, la Cassazione ha ritenuto i ricorsi generici. Le intercettazioni, contrariamente a quanto sostenuto dalla difesa, contenevano dialoghi espliciti sull’uso e sul porto di pistole, dimostrando non solo la detenzione ma anche l’effettivo porto abusivo in luogo pubblico. Per quanto riguarda la ricettazione, è stata provata la consapevolezza della provenienza illecita dei beni, anche grazie alle denunce di furto e alle conversazioni tra gli imputati.

Le motivazioni della decisione

La Corte ha dichiarato i ricorsi inammissibili perché proposti con motivi generici che non si confrontavano criticamente con le ragioni della sentenza impugnata. La difesa si è limitata a riproporre le stesse argomentazioni già respinte in appello, senza individuare vizi logici o giuridici specifici nella decisione dei giudici di merito. La sentenza impugnata, invece, aveva fornito una motivazione completa e coerente, basata su un’analisi approfondita delle risultanze processuali, in particolare delle numerose intercettazioni e delle sentenze a carico di altri sodali.

Le conclusioni

La pronuncia della Cassazione conferma che per contestare una condanna per associazione per delinquere non è sufficiente negare genericamente l’esistenza di un patto criminale. È necessario confrontarsi punto per punto con gli elementi probatori che dimostrano la stabilità del vincolo, l’organizzazione e la consapevolezza di far parte di un progetto criminoso comune. La decisione ribadisce inoltre il valore probatorio delle sentenze irrevocabili nei confronti di altri coimputati e l’importanza di una motivazione del ricorso specifica e non meramente ripetitiva.

Quali elementi provano l’esistenza di un’associazione per delinquere?
Per provare un’associazione per delinquere sono necessari tre elementi: la presenza di almeno tre persone, un vincolo associativo stabile e non occasionale, e un programma criminoso indeterminato per la commissione di più delitti. La sentenza evidenzia come un’organizzazione strutturata, con una gerarchia e ruoli definiti, sia una prova chiave.

Una sentenza di condanna per altri membri del gruppo può essere usata come prova?
Sì. Secondo l’art. 238-bis del codice di procedura penale, le sentenze divenute irrevocabili possono essere acquisite ai fini della prova di un fatto in esse accertato. In questo caso, la condanna irrevocabile di altri correi per lo stesso reato associativo è stata un elemento probatorio fondamentale.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso è dichiarato inammissibile quando è proposto con motivi generici, che non si confrontano specificamente con le argomentazioni della sentenza impugnata, o quando è manifestamente infondato. In pratica, non basta ripetere le stesse difese dei gradi precedenti, ma occorre individuare precisi errori di diritto o vizi logici nella motivazione del giudice.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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