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Associazione per delinquere: quando il ricorso è generico

Tre individui, condannati per associazione per delinquere finalizzata a commettere truffe, hanno presentato ricorso in Cassazione sostenendo l’assenza di un patto criminale stabile. La Suprema Corte ha dichiarato i ricorsi inammissibili, giudicandoli una generica ripetizione delle argomentazioni già respinte in appello. La sentenza ribadisce che per configurare l’associazione per delinquere sono sufficienti una struttura organizzata, anche elementare, e la sistematica ripetizione dei reati-fine, che dimostrano la permanenza del vincolo associativo.

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Pubblicato il 24 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Associazione per delinquere: quando la Cassazione dichiara il ricorso inammissibile

Una recente sentenza della Corte di Cassazione fornisce importanti chiarimenti sulla distinzione tra una semplice serie di reati in concorso e una vera e propria associazione per delinquere. Analizzando il caso di tre individui condannati per aver costituito un sodalizio criminale finalizzato a commettere truffe, la Corte ha stabilito i criteri per l’ammissibilità del ricorso e ha ribadito i contorni del reato associativo, sottolineando l’importanza della stabilità del vincolo e della struttura organizzativa.

I Fatti: Una Serie di Truffe Organizzate

Il caso trae origine da una sentenza della Corte d’appello che aveva confermato, seppur con parziali riforme, la condanna di tre imputati per il reato di associazione per delinquere (art. 416 c.p.) e per una serie di truffe commesse in concorso. Secondo l’accusa, gli imputati avevano creato un gruppo stabile dedito alla realizzazione di truffe, operando con un modus operandi consolidato e una precisa ripartizione dei ruoli. Le vittime venivano ingannate attraverso la vendita di oggetti falsamente presentati come preziosi.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Gli imputati hanno presentato ricorso alla Corte di Cassazione, contestando principalmente la sussistenza del reato associativo. Le difese sostenevano che le prove raccolte non dimostravano l’esistenza di un’organizzazione stabile, una gerarchia, una cassa comune o un patto permanente. A loro avviso, si trattava semplicemente di accordi estemporanei conclusi di volta in volta per la commissione di singole truffe, sebbene ripetute con modalità simili. Si trattava, quindi, di un concorso di persone nei singoli reati e non di un’associazione strutturata.

Altri motivi di ricorso riguardavano l’errata valutazione delle prove (come i riconoscimenti fotografici), il diniego delle circostanze attenuanti generiche e la misura della pena, ritenuta eccessiva.

La Decisione della Corte: L’Inammissibilità dei Ricorsi per Genericità

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili tutti i ricorsi presentati. La ragione principale di questa decisione risiede nella natura “reiterativa” e “generica” dei motivi proposti. I giudici hanno osservato che i ricorsi si limitavano a riproporre pedissequamente le stesse censure già formulate e puntualmente respinte dalla Corte d’appello, senza confrontarsi criticamente con la motivazione della sentenza impugnata. Questo approccio, secondo la giurisprudenza costante, priva il ricorso della sua funzione tipica, che è quella di una critica argomentata al provvedimento contestato.

La stabilità del vincolo associativo nell’associazione per delinquere

Nel merito, la Corte ha comunque ribadito la correttezza della decisione dei giudici di secondo grado. L’esistenza dell’associazione per delinquere era stata adeguatamente provata sulla base di una valutazione complessiva degli elementi, che andava oltre la semplice ripetitività dei reati. I giudici di merito avevano infatti evidenziato:

1. Una struttura organizzativa: Sebbene semplice ed elementare, era funzionale alla realizzazione dei reati-fine attraverso il reperimento di strumenti e mezzi idonei (oggetti fasulli, falsa documentazione).
2. La ripartizione dei ruoli: L’assegnazione costante di compiti specifici a ciascun membro nell’esecuzione delle truffe.
3. La permanenza del vincolo: Dimostrata dall’arco temporale significativo in cui i reati sono stati commessi, indicativo di un accordo stabile e duraturo, non occasionale.

La Corte ha specificato che questi elementi distinguono nettamente il reato associativo dal concorso di persone nel reato continuato, dove l’accordo è limitato alla sola commissione di più reati specifici.

La Ripetizione dei Motivi d’Appello

La Cassazione ha colto l’occasione per ribadire un principio fondamentale del processo penale: il ricorso non può essere una mera riproduzione grafica dei motivi d’appello. Anche quando si denuncia un’omissione di motivazione, è necessario argomentare specificamente perché la mancata risposta del giudice d’appello sia decisiva ai fini della conclusione del caso. Limitarsi a riproporre le stesse doglianze rende il motivo di ricorso non specifico e, di conseguenza, inammissibile.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Suprema Corte si fondano su due pilastri. Il primo, di carattere procedurale, sancisce che un ricorso è inammissibile se non si confronta in modo critico e specifico con le argomentazioni della sentenza che intende contestare. La semplice riproposizione dei motivi d’appello è un esercizio sterile che ignora la decisione del giudice precedente e non adempie alla funzione dell’impugnazione. Il secondo pilastro, di carattere sostanziale, conferma che per integrare il reato di associazione per delinquere non è necessaria una struttura complessa e gerarchica. È sufficiente un’organizzazione stabile, anche elementare, e un programma criminale indeterminato, la cui esistenza può essere provata attraverso la serialità delle condotte, la costanza nella ripartizione dei ruoli e la capacità del gruppo di operare nel tempo.

Le Conclusioni

La sentenza rappresenta un monito importante per la prassi forense sull’importanza di redigere ricorsi specifici e argomentati. Sul piano del diritto penale sostanziale, consolida l’interpretazione secondo cui la prova di un’associazione per delinquere può legittimamente basarsi sulla valutazione logica di elementi come la serialità dei crimini e la stabilità dei ruoli, quali indicatori di un patto criminale duraturo che trascende la singola commissione dei reati-fine.

Quando un ricorso per cassazione viene considerato generico e quindi inammissibile?
Un ricorso per cassazione è considerato generico e inammissibile quando si limita a riprodurre le stesse argomentazioni già presentate e respinte nel giudizio d’appello, senza formulare una critica specifica e argomentata contro le motivazioni della sentenza impugnata.

La ripetizione di reati con modalità simili è sufficiente per configurare un’associazione per delinquere?
Da sola non è sufficiente, ma costituisce un forte indizio. La sentenza chiarisce che quando la ripetitività delle condotte si unisce a una stabile ripartizione dei ruoli, a una struttura organizzativa (anche elementare) e a un accordo che si protrae in un arco temporale significativo, questi elementi nel loro complesso sono idonei a dimostrare l’esistenza di un’associazione per delinquere.

Cosa distingue il reato di associazione per delinquere dal concorso di persone nel reato continuato?
La differenza fondamentale risiede nella natura dell’accordo criminale. Nell’associazione per delinquere, l’accordo è stabile, permanente e finalizzato a un programma criminoso indeterminato. Nel concorso di persone nel reato continuato, invece, l’accordo è occasionale e limitato alla commissione di reati specifici, sebbene legati da un medesimo disegno criminoso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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