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Associazione per delinquere: la Cassazione sui requisiti

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso contro una misura cautelare per partecipazione ad un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. La sentenza conferma che per configurare il reato associativo sono determinanti la stabilità del patto criminale e l’esistenza di una base operativa, anche con un’organizzazione minima. Viene inoltre ribadito che la ripetizione di reati-fine è un forte indizio dell’esistenza del vincolo associativo e che il pericolo di reiterazione va valutato concretamente, anche a distanza di tempo dai fatti.

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Pubblicato il 20 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Associazione per Delinquere per Narcotraffico: Quando si Configura? La Cassazione Chiarisce i Requisiti

Distinguere tra un concorso di persone nel reato e una vera e propria associazione per delinquere è uno dei nodi cruciali del diritto penale, specialmente in materia di traffico di stupefacenti. Non basta commettere reati in gruppo; per la configurabilità del più grave reato associativo, l’art. 74 del d.P.R. 309/90 richiede qualcosa di più: un vincolo stabile, un programma criminale indefinito e una struttura organizzativa minima. Una recente sentenza della Corte di Cassazione fa luce proprio su questi elementi, chiarendo i confini tra le due fattispecie.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda un soggetto destinatario di una misura cautelare del divieto di dimora in una specifica regione, poiché gravemente indiziato di essere a capo di un’associazione dedita al traffico di droga. Il Tribunale della Libertà aveva confermato la misura, rigettando il riesame proposto dalla difesa. L’indagato, tramite il suo legale, ha quindi presentato ricorso in Cassazione, contestando la decisione su più fronti.

I Motivi del Ricorso

La difesa ha articolato il ricorso in sei motivi principali, mettendo in discussione l’intero impianto accusatorio:
1. Incompetenza territoriale: Si sosteneva che il tribunale competente non fosse quello individuato, ma quello del luogo dove avvenivano gli accordi con i fornitori, e non dove si svolgeva l’attività di stoccaggio e spaccio.
2. Errata qualificazione dei reati: La difesa chiedeva di unificare i numerosi episodi di spaccio in un unico reato continuato, negando così la pluralità di reati-fine che è sintomo dell’esistenza di un’associazione.
3. Insussistenza dell’associazione: Si contestava la mancanza di prove circa la stabilità del vincolo associativo e la presenza di una vera e propria organizzazione.
4. Ruolo apicale: Veniva negato che l’indagato ricoprisse un ruolo di capo e organizzatore.
5. Violazione delle norme sulla retrodatazione: Si lamentava l’errata applicazione dell’art. 297, comma 3, c.p.p., in relazione a un precedente arresto.
6. Mancanza di esigenze cautelari: Si evidenziava l’assenza di condotte illecite nei quattro anni successivi al primo arresto, ritenendo così non più attuale il pericolo di reiterazione del reato.

Le motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato tutti i motivi del ricorso, fornendo importanti chiarimenti su ciascuno dei punti sollevati.

La Competenza Territoriale nell’Associazione per Delinquere

La Suprema Corte ha ribadito un principio consolidato: per i reati associativi, la competenza si radica nel luogo in cui ha sede la base operativa del gruppo. È lì che avvengono la programmazione, l’ideazione e la direzione delle attività criminali. Il luogo di commissione dei singoli reati-fine (come lo spaccio) è rilevante solo se coincide con la base o se aiuta a individuarla. Nel caso di specie, il Tribunale ha correttamente identificato la competenza nel luogo dove la droga veniva stoccata e consegnata, considerandolo il cuore operativo dell’organizzazione.

Pluralità di Reati e Stabilità del Patto Criminale

La Corte ha precisato che la commissione ripetuta di reati di spaccio, se ontologicamente e cronologicamente distinti, non può essere assorbita in un’unica condotta. Anzi, proprio la reiterazione sistematica e continuativa delle cessioni di droga costituisce uno degli indici più significativi dell’esistenza di un’associazione per delinquere. Questa pluralità di azioni dimostra un programma criminoso che trascende il singolo episodio e rivela un accordo stabile e permanente tra i sodali.

I Requisiti Minimi dell’Associazione

Perché si configuri un’associazione, non è necessaria una struttura complessa e gerarchica. È sufficiente la presenza di tre elementi fondamentali:
1. Un gruppo di almeno tre persone legate da un patto associativo stabile.
2. Un programma criminoso per una serie indeterminata di delitti.
3. Una minima struttura organizzativa, anche rudimentale, con risorse umane e materiali per attuare il programma.
La prova del vincolo può essere desunta da elementi di fatto come i contatti continui tra i membri, la ripartizione dei compiti e le modalità esecutive dei reati. Nel caso in esame, il Tribunale ha individuato una chiara divisione dei ruoli (chi reperiva la droga, chi la stoccava, chi la distribuiva) e una base logistica (i terreni usati per la coltivazione e lo stoccaggio), elementi sufficienti a integrare il requisito dell’organizzazione.

L’Attualità delle Esigenze Cautelari

Infine, riguardo al pericolo di reiterazione, la Cassazione ha sottolineato che l'”attualità” non equivale a “imminenza”. Il giudice deve compiere una valutazione prognostica basata sulla personalità dell’indagato, sul contesto e sulle modalità dei fatti. Un lungo periodo di tempo trascorso senza commettere reati non elide automaticamente il pericolo, specialmente se l’interruzione dell’attività criminale è dovuta a un arresto e non a una scelta spontanea. In questo caso, la gravità dei fatti, il ruolo apicale del ricorrente e i suoi precedenti sono stati ritenuti elementi prevalenti, giustificando il mantenimento della misura cautelare.

Le conclusioni

La sentenza in esame offre una sintesi chiara e pragmatica dei principi che governano il reato di associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico. La Corte di Cassazione conferma un approccio sostanzialistico: ciò che conta non è la formalità della struttura, ma la stabilità del patto criminale e la sua concreta operatività. La decisione rafforza l’idea che la lotta al crimine organizzato passa attraverso un’attenta analisi dei fatti, capace di cogliere l’esistenza di un vincolo duraturo anche dietro un’apparenza di episodi criminali isolati.

Come si determina la competenza territoriale per un’associazione per delinquere?
La competenza si determina in base al luogo in cui ha sede la base operativa dell’organizzazione, ovvero dove si svolgono le attività di programmazione, ideazione e direzione delle attività criminali, indipendentemente da dove vengono commessi i singoli reati-fine.

La semplice ripetizione di reati di spaccio basta a provare l’esistenza di un’associazione per delinquere?
Da sola no, ma rappresenta un indice sintomatico molto forte. Se la commissione ripetuta di reati avviene ad opera di soggetti stabilmente collegati, in un apprezzabile lasso di tempo e con modalità organizzate, può costituire la prova dell’esistenza di un vincolo associativo stabile che va oltre il semplice concorso di persone nel singolo reato.

Cosa significa che il pericolo di reiterazione del reato deve essere “attuale” per giustificare una misura cautelare?
Significa che deve esistere una concreta e attuale possibilità che l’indagato commetta nuovi reati. Questa attualità non richiede un’imminente occasione di delinquere, ma si basa su una valutazione prognostica che considera la personalità del soggetto, la gravità dei fatti e il contesto. Un lungo periodo di tempo trascorso dai fatti non esclude automaticamente l’attualità del pericolo, specie se l’inattività è dovuta a cause esterne come un arresto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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