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Associazione per delinquere: la Cassazione conferma

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. La sentenza ribadisce che per configurare tale reato non sono necessari una struttura complessa o una cassa comune, ma è sufficiente un’organizzazione anche minima e la consapevolezza dei membri di agire per un fine criminale condiviso, la cosiddetta ‘affectio societatis’.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Associazione per Delinquere e Narcotraffico: I Criteri della Cassazione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti sui requisiti necessari per configurare il grave reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. La pronuncia analizza gli elementi distintivi del sodalizio criminoso, soffermandosi in particolare sulla struttura organizzativa e sulla prova della volontà di far parte del gruppo. Questo caso fornisce una guida preziosa per comprendere quando un insieme di condotte illecite supera la semplice cooperazione occasionale per diventare una vera e propria organizzazione criminale.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo, confermata in appello, per partecipazione ad un’associazione dedita al narcotraffico e per diversi reati specifici di trasporto, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti. La difesa dell’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, contestando la sussistenza stessa dell’associazione.

Secondo il ricorrente, mancavano le prove di una struttura stabile e organizzata. In particolare, si lamentava l’assenza di una ‘cassa comune’ e, soprattutto, la mancanza della prova della cosiddetta affectio societatis, ovvero la consapevolezza e la volontà dell’imputato di far parte dell’organizzazione e di agire per i suoi scopi.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto integralmente il ricorso, dichiarandolo inammissibile. I giudici hanno ritenuto che la Corte di appello avesse motivato in modo logico e coerente la propria decisione, basandosi su un’attenta analisi delle prove raccolte, tra cui intercettazioni, sequestri e dichiarazioni di coimputati. La Cassazione ha colto l’occasione per ribadire i principi consolidati in materia di associazione per delinquere.

Le Motivazioni: I Requisiti dell’Associazione per Delinquere

Il cuore della sentenza risiede nell’analisi dei requisiti costitutivi del reato associativo, che la Corte ha ritenuto pienamente soddisfatti nel caso di specie.

Struttura Organizzativa: Non Serve Complessità

La Corte ha innanzitutto chiarito che per l’esistenza di un’associazione per delinquere non è richiesta un’organizzazione complessa, dotata di ingenti mezzi economici. È sufficiente la presenza di una struttura, anche rudimentale, e la predisposizione di mezzi idonei a creare un supporto stabile e duraturo alle singole attività criminose. Nel caso specifico, l’uso di luoghi sicuri per lo stoccaggio, di autovetture per il trasporto e il coordinamento tra i membri, spesso legati da vincoli di parentela, sono stati ritenuti elementi sufficienti a integrare il requisito organizzativo.

La ‘Cassa Comune’ non è Indispensabile

Un altro punto fondamentale affrontato dalla Corte riguarda la ‘cassa comune’. La difesa sosteneva che la sua assenza fosse prova della mancanza di un’associazione. La Cassazione ha smentito questa tesi, affermando che la mancanza di una cassa comune non è ostativa al riconoscimento del reato. Ciò che conta è la sussistenza di un comune e durevole interesse a immettere la sostanza stupefacente sul mercato. Anche se la gestione degli utili non è paritaria o condivisa, l’interesse comune a portare a termine il programma criminale è l’elemento decisivo.

L’Affectio Societatis: La Prova della Partecipazione Consapevole

La Corte ha ritenuto pienamente provata anche la affectio societatis. Questa volontà di far parte del gruppo è emersa da comportamenti concreti dell’imputato. Ad esempio, a seguito dell’arresto della propria suocera, egli si era fatto carico delle spese per la sua difesa. In un’altra occasione, dopo la sparizione di una partita di droga, aveva comunicato agli altri membri che il gruppo non si sarebbe sciolto e che i responsabili della perdita avrebbero dovuto rifondere il valore della merce. Questi atti, secondo la Corte, dimostrano in modo inequivocabile la sua piena consapevolezza di far parte della consorteria e la sua volontà di agire per preservarne gli interessi e la continuità.

Le Motivazioni: La Valutazione sui Delitti-Fine

Anche il secondo motivo di ricorso, relativo alla partecipazione ai singoli delitti di spaccio, è stato respinto. La Corte ha osservato che le critiche della difesa erano generiche e non si confrontavano specificamente con le argomentazioni dettagliate ed esaustive fornite dai giudici di merito per ogni singolo capo d’imputazione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale volto a dare una lettura sostanziale e non formalistica del reato di associazione per delinquere. Le conclusioni che possiamo trarre sono chiare: per la giustizia, conta più il patto criminale e la condivisione di un programma illecito che la presenza di strutture formali. La prova dell’esistenza del sodalizio e della partecipazione individuale può essere desunta da elementi fattuali e comportamenti concreti che rivelano un interesse comune e una volontà di contribuire alla vita e agli scopi del gruppo. Questo approccio garantisce una tutela più efficace contro le organizzazioni criminali, anche quelle meno strutturate ma ugualmente pericolose.

Per configurare un’associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico è necessaria un’organizzazione complessa e strutturata?
No, la Cassazione ha ribadito che è sufficiente l’esistenza di strutture, anche rudimentali, e di mezzi predisposti per il perseguimento del fine comune, idonei a fornire un supporto stabile e duraturo alle singole attività criminose.

L’assenza di una ‘cassa comune’ esclude il reato di associazione per delinquere?
No. Secondo la Corte, l’assenza di una cassa comune non è ostativa al riconoscimento dell’associazione, essendo sufficiente che tra i membri sussista un interesse comune e durevole a immettere la droga nel mercato, anche in assenza di una gestione paritaria degli utili.

Come si prova la consapevolezza di un soggetto di far parte dell’associazione (la cosiddetta ‘affectio societatis’)?
Si prova attraverso le azioni concrete dell’imputato che dimostrano la sua volontà di operare per il gruppo. Nel caso di specie, sono state decisive le sue iniziative a seguito dell’arresto di un sodale e della perdita di una partita di droga, che hanno rivelato il suo interesse a garantire la continuità e gli interessi della consorteria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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