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Associazione per delinquere: la Cassazione conferma

Due individui, condannati come promotori di un’associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di tabacco, hanno presentato ricorso in Cassazione sostenendo la mancanza di un vero e proprio sodalizio criminale. La Suprema Corte ha rigettato i ricorsi, confermando le condanne. Secondo i giudici, la presenza di una struttura stabile e organizzata, con ruoli definiti, società di comodo e magazzini, destinata a commettere una serie indeterminata di reati, integra pienamente il reato di associazione per delinquere, distinguendolo dal semplice concorso di persone nel reato. La testimonianza di un coimputato, se dettagliata e riscontrata da altre prove, è stata ritenuta pienamente attendibile.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Associazione per delinquere: la Cassazione distingue tra sodalizio e concorso di persone

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 22289 del 2024, ha fornito importanti chiarimenti sulla configurabilità del reato di associazione per delinquere, in particolare quando applicato a complesse operazioni di contrabbando. La pronuncia sottolinea la differenza cruciale tra un’organizzazione criminale stabile e la semplice collaborazione occasionale tra più soggetti in un singolo reato (concorso di persone). Questo caso offre uno spaccato dettagliato di come la giustizia valuta l’esistenza di una struttura criminale organizzata.

I Fatti del Caso

La vicenda giudiziaria ha origine da un’operazione della Guardia di Finanza che ha portato alla scoperta di due capannoni, in provincia di Brescia, utilizzati per la lavorazione e lo stoccaggio di enormi quantitativi di tabacco di contrabbando. Le indagini hanno rivelato una complessa rete operativa che importava tabacco grezzo, lo lavorava per produrre sigarette e le confezionava in pacchetti con marchi contraffatti di note case produttrici, per poi esportarle e venderle nei mercati dell’Est Europa.

Due individui, ritenuti ai vertici dell’organizzazione, sono stati condannati in primo grado e in appello come promotori di un’associazione per delinquere. Secondo l’accusa, i due gestivano una struttura complessa che includeva società di comodo, operai, magazzini e una chiara ripartizione dei compiti. La difesa ha sempre sostenuto che si trattasse al massimo di un’attività illecita condotta dai soli due imputati, senza la presenza del numero minimo di tre persone e della stabilità organizzativa richieste per configurare il reato associativo.

La Decisione della Corte e il ruolo dell’associazione per delinquere

I due imputati hanno presentato ricorso in Cassazione, contestando principalmente tre punti:
1. Carenza del requisito numerico e strutturale: A loro dire, mancava la prova di un’organizzazione con tre o più membri.
2. Inattendibilità del coimputato: Le accuse si basavano in gran parte sulle dichiarazioni di un collaboratore, ritenuto inattendibile.
3. Errata attribuzione del ruolo di promotori: Sostenevano di aver agito in semplice concorso, senza alcun ruolo direttivo.

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente i ricorsi, confermando la sentenza d’appello. I giudici supremi hanno stabilito che le prove raccolte dimostravano in modo inequivocabile l’esistenza di un’entità criminale ben strutturata e permanente, che andava ben oltre la semplice collaborazione estemporanea.

Analisi della struttura associativa

La Corte ha valorizzato le conclusioni dei giudici di merito, i quali avevano ricostruito un quadro probatorio solido. L’organizzazione non si limitava a un singolo episodio criminale, ma era stata creata per durare nel tempo e realizzare un programma criminoso indeterminato. Elementi chiave che hanno dimostrato l’esistenza dell’associazione per delinquere sono stati:
* La stabilità del vincolo: L’attività è proseguita per quasi un anno, riprendendo immediatamente dopo un’interruzione forzata dovuta al lockdown del 2020.
* La struttura organizzativa: L’uso di due stabilimenti, magazzini in Ungheria, diverse società create ad hoc per le operazioni economiche e la gestione della logistica.
* La ripartizione dei ruoli: I ricorrenti avevano un ruolo apicale, gestendo i rapporti con fornitori e vettori, mentre altri soggetti, come il coimputato-collaboratore e diversi operai, avevano compiti specifici.

Le Motivazioni

La Cassazione ha ritenuto le motivazioni delle sentenze di merito logiche, coerenti e prive di vizi. In particolare, ha sottolineato come la credibilità del coimputato fosse stata correttamente valutata. Le sue dichiarazioni, infatti, non erano solo accusatorie verso altri, ma anche auto-incriminanti, dettagliate e soprattutto corroborate da numerosi riscontri esterni (documenti societari, perquisizioni, sequestri). Questo ha reso la sua testimonianza un pilastro solido dell’impianto accusatorio.

Inoltre, la Corte ha ribadito un principio fondamentale del giudizio di legittimità: la Cassazione non può sostituire la propria valutazione dei fatti a quella del giudice di merito. Se la ricostruzione operata nei gradi precedenti è logica e ben argomentata, non è possibile accogliere una lettura alternativa proposta dalla difesa. L’esistenza di una struttura complessa e durevole, finalizzata al contrabbando sistematico, era stata provata “oltre ogni ragionevole dubbio”, integrando così tutti gli elementi costitutivi del reato di associazione per delinquere.

Le Conclusioni

La sentenza in esame riafferma con forza i criteri per distinguere il reato associativo dal concorso di persone. Non è la semplice pluralità di soggetti a creare un’associazione, ma la presenza di un “pactum sceleris” (un accordo per commettere crimini) e di una struttura organizzativa minima, stabile e funzionale a un programma criminale non limitato a uno o più reati predeterminati. Questo caso dimostra come anche nel contesto di reati come il contrabbando, la giustizia sia in grado di individuare e punire non solo i singoli atti illeciti, ma anche l’infrastruttura criminale che li rende possibili.

Quando un gruppo di persone diventa un’associazione per delinquere e non un semplice concorso di persone nel reato?
Un gruppo diventa un’associazione per delinquere quando esiste un vincolo stabile e permanente tra almeno tre persone, con una struttura organizzativa finalizzata a commettere una serie indeterminata di delitti. Il concorso di persone, invece, si configura quando più individui collaborano occasionalmente per commettere uno o più reati specifici, senza un patto associativo duraturo.

La testimonianza di un coimputato è sufficiente per una condanna per associazione per delinquere?
Sì, la testimonianza di un coimputato può essere sufficiente, ma deve essere valutata con grande cautela. Secondo la sentenza, essa è pienamente attendibile quando è precisa, dettagliata, logica, spontanea, auto-incriminante e, soprattutto, confermata da elementi di prova esterni e oggettivi che ne corroborano la veridicità.

Cosa può valutare la Corte di Cassazione in un ricorso?
La Corte di Cassazione non riesamina i fatti del processo, ma si limita a un controllo di legittimità. Verifica cioè che i giudici dei gradi precedenti abbiano applicato correttamente le norme di legge e che la motivazione della loro decisione sia logica, coerente e non contraddittoria. Non può accogliere una ricostruzione alternativa dei fatti proposta dalla difesa se quella della sentenza impugnata è razionale e ben fondata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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