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Associazione per delinquere: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi di due persone condannate per associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. La difesa sosteneva si trattasse di un semplice concorso di persone, ma la Corte ha confermato che la presenza di una struttura stabile, seppur rudimentale e a base familiare, con ruoli definiti e un piano criminoso permanente, integra il reato associativo. La sentenza ribadisce i criteri distintivi tra le due fattispecie di reato, sottolineando come i legami di parentela possano rafforzare il vincolo criminale anziché escluderlo.

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Pubblicato il 19 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Associazione per Delinquere nel Narcotraffico: Quando un Gruppo Familiare Diventa un Sodalizio Criminale

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato i principi fondamentali per distinguere il concorso di persone nel reato dalla ben più grave fattispecie di associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti. Il caso, che vedeva imputati membri di uno stesso nucleo familiare, offre spunti cruciali per comprendere quando un’attività di spaccio, anche se gestita in modo apparentemente semplice, possa integrare gli estremi di un vero e proprio sodalizio criminale.

I Fatti del Caso: un’Attività di Spaccio a Conduzione Familiare

I ricorrenti erano stati condannati in primo e secondo grado per aver partecipato a un’organizzazione dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti. L’attività si svolgeva in un’area residenziale specifica, utilizzando come basi logistiche un bar-circolo ricreativo e due appartamenti. L’organizzazione, seppur rudimentale, presentava una chiara divisione dei compiti: alcuni membri avevano ruoli direttivi, coordinando le operazioni e autorizzando le cessioni; altri fungevano da ‘vedette’ a piedi o in bicicletta per monitorare il territorio; altri ancora si occupavano materialmente dello spaccio.

Le indagini, basate su intercettazioni e servizi di osservazione, avevano dimostrato la natura sistematica e continuativa dell’attività illecita, con proventi suddivisi tra i membri del gruppo, legati tra loro da vincoli di parentela.

L’Appello e il Ricorso in Cassazione

La difesa degli imputati ha tentato di smontare l’accusa di associazione per delinquere, sostenendo che i fatti dovessero essere inquadrati come un semplice concorso di persone in singoli episodi di spaccio. Secondo i legali, mancava quella struttura organizzativa complessa e quel patto criminale permanente che caratterizzano il reato associativo. Si evidenziava inoltre come il contesto familiare rendesse difficile distinguere i legami affettivi da quelli criminali e come la costante difficoltà economica degli imputati fosse incompatibile con i lauti guadagni tipici del narcotraffico organizzato.

Per una delle imputate, si contestava anche il mancato riconoscimento delle circostanze attenuanti generiche, facendo leva sulla sua minima partecipazione e sulla sua dedizione alla famiglia.

L’associazione per delinquere e i Criteri della Corte

La Corte di Cassazione, nel dichiarare i ricorsi inammissibili, ha colto l’occasione per ribadire con fermezza i criteri distintivi del reato associativo. L’elemento chiave non è la complessità dell’organizzazione, ma la sua stabilità e la presenza di un programma criminoso indeterminato. La Corte ha chiarito che per configurare un’associazione per delinquere sono sufficienti tre elementi:

1. L’esistenza di un gruppo i cui membri siano consapevolmente uniti per commettere una serie di reati.
2. Un’organizzazione minima di persone e mezzi, anche rudimentale, finalizzata al perseguimento dello scopo illecito.
3. L’apporto apprezzabile e non episodico di almeno tre associati, volto a garantire stabilità all’unione.

La Corte ha specificato che il ‘patto associativo’ non deve essere formale, ma può desumersi da elementi concreti (facta concludentia) come i contatti continui tra i membri, la divisione dei compiti e le modalità esecutive dei reati.

Le motivazioni della decisione della Suprema Corte

La Cassazione ha ritenuto le argomentazioni della Corte d’Appello logiche e corrette. Le prove raccolte dimostravano l’esistenza di una struttura operativa stabile, non di un accordo occasionale. La presenza di ruoli definiti (direttivi e operativi), l’uso di basi logistiche e il controllo costante del territorio erano tutti indicatori di un sodalizio permanente.

Un punto fondamentale sottolineato dalla Corte è che i legami familiari, lungi dall’escludere il reato associativo, possono anzi rafforzare il vincolo criminale, rendendo l’organizzazione ancora più coesa e pericolosa. Le censure dei ricorrenti sono state giudicate generiche e volte a una nuova valutazione dei fatti, operazione preclusa in sede di legittimità.

Anche il motivo relativo alle circostanze attenuanti è stato respinto. La Corte ha ricordato che il loro riconoscimento non è un diritto automatico e richiede la presenza di elementi positivi, che nel caso di specie non sono stati ravvisati dal giudice di merito.

Conclusioni: le Implicazioni della Sentenza

Questa pronuncia consolida un orientamento giurisprudenziale di grande importanza pratica. Dimostra che per essere condannati per associazione per delinquere non è necessario far parte di una grande organizzazione criminale. Anche un piccolo gruppo, operante a livello locale e con una struttura essenziale, può essere considerato un’associazione criminale se dimostra stabilità, continuità e un piano criminoso che va oltre la singola commissione di reati. La sentenza serve da monito: il vincolo familiare, se piegato a scopi illeciti e strutturato per delinquere, non offre alcuna immunità, ma anzi aggrava la posizione degli imputati di fronte alla legge.

Quali sono gli elementi essenziali per configurare un’associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico?
Secondo la Corte, sono necessari tre elementi: l’esistenza di un gruppo stabile con un programma criminoso indeterminato, un’organizzazione di persone e mezzi (anche rudimentale) per raggiungere lo scopo, e il contributo non episodico di almeno tre associati.

Un gruppo criminale composto da familiari può essere considerato un’associazione per delinquere?
Sì. La Corte di Cassazione ha ribadito che i rapporti di parentela non solo non escludono il reato associativo, ma possono addirittura rafforzare il vincolo criminale, rendendo il sodalizio più pericoloso e coeso.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile quando non contesta vizi di legittimità della sentenza (come violazioni di legge o difetti logici di motivazione), ma si limita a proporre una diversa interpretazione delle prove o una ricostruzione alternativa dei fatti, attività che è riservata ai giudici di primo e secondo grado e non è consentita in sede di Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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