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Associazione per delinquere: i requisiti per la misura

La Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso di un indagato in custodia cautelare per reati gravi, tra cui concorso esterno in associazione mafiosa e turbativa d’asta. La Corte ha confermato la gravità indiziaria per questi reati ma ha annullato l’ordinanza riguardo al reato di associazione per delinquere. La motivazione del provvedimento è che il tribunale del riesame non ha adeguatamente spiegato la sussistenza di una struttura organizzativa stabile e autonoma, elemento essenziale per distinguere la vera e propria associazione dal semplice concorso di persone nel reato. Di conseguenza, il caso è stato rinviato per una nuova valutazione su questo specifico punto.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Associazione per Delinquere: Quando la Struttura Organizzativa è Decisiva

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale del diritto penale: per configurare il reato di associazione per delinquere, non basta dimostrare un accordo per commettere crimini, ma è necessario provare l’esistenza di una struttura organizzativa stabile. Questa pronuncia chiarisce i confini tra il concorso di persone nel reato e la più grave fattispecie associativa, annullando un’ordinanza di custodia cautelare per carenza di motivazione su questo punto cruciale.

I Fatti del Caso: Un Indagato e le Accuse di Mafia e Turbativa d’Asta

Il caso trae origine da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Napoli nei confronti di un imprenditore. Le accuse erano estremamente gravi e spaziavano su più fronti:

* Concorso esterno in associazione mafiosa: per aver fornito un contributo a un noto clan camorristico, gestendo per suo conto l’ingerenza nel settore delle aste immobiliari.
* Turbativa d’asta: per due specifici episodi, aggravati dal fine di agevolare l’associazione mafiosa.
* Associazione per delinquere: per aver partecipato a un sodalizio criminale autonomo, finalizzato a commettere reati di turbativa d’asta ed estorsione, sempre con l’aggravante mafiosa.

L’indagato, tramite i suoi difensori, ha presentato ricorso in Cassazione contestando la solidità degli indizi per tutte le accuse e la necessità stessa della detenzione in carcere.

I Motivi del Ricorso e la Tesi Difensiva

La difesa ha articolato il ricorso su diversi punti, contestando la valutazione delle prove effettuata dal Tribunale del riesame. In particolare, si lamentava una lettura distorta delle intercettazioni e la mancata valorizzazione di elementi a favore dell’indagato. Il fulcro del ricorso, tuttavia, si concentrava sulla contestazione relativa all’associazione per delinquere. Secondo i legali, l’ordinanza impugnata non aveva adeguatamente delineato gli elementi costitutivi della fattispecie associativa, confondendola con un semplice accordo tra più persone per la commissione di specifici reati.

La Decisione della Suprema Corte: la Differenza tra Accordo e Associazione per delinquere

La Suprema Corte ha esaminato i vari motivi di ricorso, giungendo a una decisione differenziata. Ha ritenuto inammissibili le censure relative al concorso esterno in associazione mafiosa e ai reati di turbativa d’asta, poiché tendevano a una rivalutazione del merito delle prove, non consentita in sede di legittimità.

La svolta è arrivata sull’analisi del quarto motivo, quello relativo all’associazione per delinquere. Su questo punto, la Corte ha dato pienamente ragione alla difesa, ritenendo il ricorso fondato.

Le Motivazioni: L’Assenza di Prova sulla Struttura Organizzativa

Il cuore della decisione risiede nella totale assenza di motivazione, da parte del Tribunale del riesame, su un elemento essenziale del reato associativo: l’esistenza di una struttura organizzata. La Cassazione ha ricordato che l’associazione per delinquere si caratterizza per tre elementi fondamentali che la distinguono dal mero concorso di persone nel reato:

1. Un vincolo associativo stabile e permanente, destinato a durare oltre la realizzazione dei singoli delitti programmati.
2. L’indeterminatezza del programma criminoso, che non si esaurisce in uno o più reati specifici ma mira a una serie aperta di attività illecite.
3. L’esistenza di una struttura organizzativa, anche minima, ma idonea e adeguata a realizzare gli obiettivi criminali del gruppo.

Nel caso di specie, l’ordinanza impugnata non aveva trattato nessuno di questi punti. Non spiegava in che modo il gruppo fosse strutturato, quali fossero i ruoli, né come la sua organizzazione fosse autonoma e distinta rispetto a quella del clan mafioso che avrebbe dovuto agevolare. Questa carenza motivazionale è stata ritenuta fatale, portando all’annullamento dell’ordinanza su questo specifico capo d’imputazione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La sentenza ribadisce l’importanza del rigore motivazionale per i provvedimenti che limitano la libertà personale. Per poter legittimamente contestare il grave reato di associazione per delinquere, non è sufficiente provare che più persone abbiano commesso reati insieme. È indispensabile che l’accusa dimostri, e il giudice motivi, l’esistenza di un pactum sceleris (patto criminale) supportato da un’organizzazione stabile e da un programma criminoso non predeterminato. La Corte, annullando con rinvio, ha imposto al Tribunale di Napoli di riesaminare il caso, questa volta valutando attentamente se esista o meno la prova di una vera e propria struttura associativa.

Qual è la differenza fondamentale tra il concorso di persone nel reato e l’associazione per delinquere?
La differenza risiede nella struttura e nello scopo. Il concorso di persone è un accordo occasionale per commettere uno o più reati specifici. L’associazione per delinquere, invece, richiede un vincolo stabile e permanente tra i membri, un programma criminoso indeterminato (cioè non limitato a reati già decisi) e una struttura organizzativa, seppur minima, per realizzare tali scopi.

Perché la Cassazione ha annullato l’ordinanza solo per uno dei capi di imputazione?
Perché ha riscontrato un vizio di motivazione solo riguardo al reato di associazione per delinquere. Per gli altri reati (concorso esterno in associazione mafiosa e turbativa d’asta), la Corte ha ritenuto che la motivazione del Tribunale del riesame fosse sufficiente e che le censure della difesa mirassero a una nuova valutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘assorbito’?
Significa che la decisione su un punto principale rende superfluo esaminare un altro punto ad esso collegato. In questo caso, avendo la Corte annullato l’ordinanza per il reato di associazione per delinquere (capo F), è diventato inutile decidere sulla questione delle esigenze cautelari relative a quello specifico reato. Sarà il giudice del rinvio a dover rivalutare l’intera posizione cautelare alla luce della nuova decisione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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