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Associazione per delinquere: i criteri della Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 33145/2024, ha rigettato i ricorsi di tre imputati condannati per associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico internazionale. La Corte ha ribadito che per configurare tale reato sono sufficienti un vincolo stabile tra i membri, un programma criminoso indeterminato e una struttura organizzativa anche minima, non essendo necessari elementi come una cassa comune o il controllo del territorio. La sentenza conferma che la valutazione dei singoli ruoli e delle prove è di competenza dei giudici di merito, se la motivazione è logica e coerente.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Associazione per Delinquere nel Narcotraffico: I Criteri della Cassazione

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 33145 del 2024, è tornata a pronunciarsi sui criteri per la configurazione del reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Questa pronuncia offre importanti chiarimenti su quali elementi siano essenziali per dimostrare l’esistenza di un sodalizio criminoso, distinguendolo dal semplice concorso di persone nel reato.

I Fatti: Un’Operazione di Traffico Internazionale

Il caso riguarda tre individui condannati in primo e secondo grado per aver partecipato a un’organizzazione criminale dedita all’importazione di ingenti quantitativi di droga dall’Albania all’Italia. Secondo l’accusa, il gruppo aveva una struttura definita, con ruoli specifici: un soggetto si occupava dei contatti con i fornitori albanesi e dei trasporti, un altro della custodia e dello stoccaggio della merce in depositi sicuri, e un terzo dello smistamento e delle vendite. L’attività si caratterizzava per una collaudata professionalità e la capacità di sostituire rapidamente eventuali corrieri arrestati, garantendo la continuità delle operazioni.

L’Appello in Cassazione: I Motivi dei Ricorrenti

Gli imputati hanno presentato ricorso in Cassazione, contestando la stessa esistenza dell’associazione per delinquere. Le difese sostenevano la mancanza di prove su elementi considerati tipici, come una cassa comune, una contabilità condivisa, o il controllo di una specifica area territoriale per lo spaccio. Inoltre, venivano contestati i singoli ruoli: chi era accusato di essere il custode faceva notare che nessuna droga era stata trovata nei suoi locali durante le perquisizioni, mentre un altro imputato rivendicava un ruolo di mero corriere, non diverso da quello di altri soggetti considerati estranei all’associazione. Infine, uno dei ricorrenti contestava la sua stessa identificazione, basata su perizie e videoriprese.

La Decisione della Corte: Che Cos’è un’Associazione per Delinquere?

La Corte di Cassazione ha rigettato tutti i ricorsi, confermando le condanne. La sentenza è fondamentale perché ribadisce i principi cardine per distinguere l’associazione criminale da reati commessi in concorso.

La Struttura Organizzativa Minima

I giudici hanno chiarito che per l’esistenza di un’associazione per delinquere non è necessario che siano presenti tutti gli indicatori elaborati dalla giurisprudenza (cassa comune, controllo territoriale, etc.). Ciò che conta è la presenza di tre elementi fondamentali:
1. Un vincolo associativo stabile e permanente: un accordo che va oltre la singola operazione criminale.
2. Un programma criminoso indeterminato: la volontà di commettere una serie non definita di delitti.
3. Una struttura organizzativa minima: un’organizzazione, anche rudimentale, adeguata a realizzare gli obiettivi del gruppo. Nel caso di specie, l’uso di utenze telefoniche dedicate, luoghi di deposito e auto per il trasporto era sufficiente a integrare questo requisito.

Il Ruolo dei Singoli Partecipi

La Corte ha anche precisato la valutazione dei singoli ruoli. Un soggetto che mantiene i contatti con i fornitori e pianifica i trasporti non può essere considerato un semplice corriere, ma un partecipe a pieno titolo. Allo stesso modo, il ruolo di custode stabile della droga è una funzione essenziale che dimostra l’inserimento organico (‘intraneità’) nel sodalizio, anche se una perquisizione successiva ai fatti non porta al rinvenimento di stupefacenti.

Le Motivazioni della Sentenza

La Cassazione ha ritenuto le motivazioni della Corte d’Appello logiche, coerenti e complete. Ha sottolineato che la prova del vincolo associativo può essere desunta ‘per facta concludentia’, cioè dalle modalità esecutive dei reati-fine, dalla loro ripetitività, dalla natura dei rapporti tra gli autori e dalla ripartizione dei compiti. L’organizzazione, dedita all’importazione ‘all’ingrosso’ e non allo spaccio al dettaglio, non necessitava di un controllo capillare del territorio, ma di una struttura agile per gestire grandi carichi. Le censure degli imputati sono state respinte perché si limitavano a proporre una lettura alternativa delle prove, un’operazione non consentita in sede di legittimità, dove la Corte non può riesaminare il merito dei fatti ma solo verificare la correttezza logico-giuridica della decisione impugnata. Anche le questioni relative alle pene sono state ritenute infondate, in quanto la loro entità era giustificata dalla gravità dei fatti.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa sentenza consolida un orientamento giurisprudenziale cruciale nella lotta al narcotraffico. Stabilisce che la flessibilità organizzativa dei gruppi criminali non può diventare uno scudo contro l’accusa di associazione per delinquere. La giustizia deve guardare alla sostanza dei rapporti e alla stabilità del patto criminale (pactum sceleris), piuttosto che alla presenza di rigidi schemi organizzativi. Per le difese, ciò significa che contestare l’esistenza di un sodalizio richiede di dimostrare la natura meramente episodica e occasionale della collaborazione tra gli imputati, e non semplicemente l’assenza di alcuni indicatori ‘classici’ dell’associazione mafiosa.

Quali sono gli elementi necessari per configurare un’associazione per delinquere finalizzata al narcotraffico?
Secondo la Corte, sono sufficienti tre elementi: un vincolo associativo stabile e permanente, un programma criminoso indeterminato per la commissione di più reati, e una struttura organizzativa, anche minima ma adeguata allo scopo, che coordini gli apporti personali dei membri.

Il ruolo di semplice corriere o custode esclude la partecipazione a un’associazione per delinquere?
Non necessariamente. La Corte chiarisce che il ruolo va valutato nel contesto. Se un soggetto svolge mansioni esecutive in modo continuativo, sulla base di un rapporto fiduciario e con piena consapevolezza della struttura in cui opera, viene considerato un partecipe a tutti gli effetti e non un concorrente esterno occasionale.

Una precedente assoluzione in un altro processo per fatti simili può influenzare un nuovo giudizio?
No. La Corte ha ritenuto irrilevante una precedente assoluzione di uno degli imputati in un altro procedimento, specificando che ogni processo è autonomo. La decisione precedente era basata su un quadro probatorio diverso e meno completo, pertanto non poteva vincolare la valutazione dei giudici nel caso in esame.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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