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Associazione per delinquere: annullamento per coimputato

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per associazione per delinquere finalizzata al traffico di droga, poiché la corte d’appello non aveva considerato l’assoluzione definitiva del presunto capo del sodalizio. La sentenza chiarisce anche quando una trattativa per l’acquisto di stupefacenti integra il reato di tentativo di importazione, confermando la condanna per un altro imputato sulla base di una ‘trattativa affidante’.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Associazione per delinquere: l’impatto dell’assoluzione del coimputato sulla condanna

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato due temi cruciali in materia di stupefacenti: la prova dell’esistenza di una associazione per delinquere e i confini del tentativo di importazione. La Corte ha annullato con rinvio la condanna di un imputato per il reato associativo, evidenziando un vizio di motivazione della corte d’appello, mentre ha confermato la condanna di un altro per un tentativo di importazione di un ingente quantitativo di hashish, delineando il concetto di ‘trattativa affidante’.

I fatti del processo

Il Tribunale di Marsala aveva condannato un primo soggetto per aver partecipato a un’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, oltre che per diversi episodi di importazione di hashish e detenzione di munizioni. Un secondo imputato era stato condannato per il tentativo di importazione dalla Spagna di 300 kg della stessa sostanza.

La Corte d’Appello di Palermo aveva parzialmente riformato la sentenza per il primo imputato, rideterminando lievemente la pena, e confermato integralmente la condanna per il secondo. Entrambi gli imputati hanno quindi proposto ricorso per Cassazione.

I motivi del ricorso in Cassazione

Il primo ricorrente lamentava, tra i vari motivi, l’errata applicazione della legge penale riguardo al reato di associazione per delinquere. La difesa sosteneva la mancanza di prova di un vero e proprio sodalizio criminale, sottolineando un punto decisivo: nel corso del giudizio d’appello era stata prodotta una sentenza, divenuta irrevocabile, che assolveva il presunto capo e organizzatore dell’associazione dalla medesima accusa. Secondo la difesa, la corte d’appello aveva completamente ignorato tale circostanza.

Il secondo ricorrente, invece, contestava la sua responsabilità nel tentativo di importazione, sostenendo che mancasse la prova certa di un accordo finalizzato al trasporto della droga e del suo ruolo di corriere.

L’associazione per delinquere e la decisione della Corte

La Corte di Cassazione ha ritenuto fondato il motivo di ricorso relativo all’associazione per delinquere. I giudici supremi hanno rilevato che la Corte d’Appello era rimasta ‘silente’ riguardo alla produzione della sentenza di assoluzione del presunto capo. Questo silenzio costituisce un grave vizio di motivazione.

L’assoluzione del soggetto ritenuto il vertice dell’organizzazione è un elemento di cruciale importanza che avrebbe dovuto essere attentamente considerato. La sua esclusione dal quadro accusatorio, infatti, può incidere sulla stessa esistenza e operatività del sodalizio. La mancata valutazione di questo aspetto ha reso la motivazione della sentenza d’appello lacunosa, imponendone l’annullamento con rinvio su questo specifico punto. Sarà un’altra sezione della Corte d’Appello a dover riesaminare la posizione dell’imputato alla luce di tutti gli elementi, compresa l’assoluzione del coimputato.

Il tentativo di importazione di stupefacenti

Per quanto riguarda gli altri reati, inclusi quelli di tentata importazione contestati a entrambi gli imputati in diversi episodi, la Cassazione ha rigettato i ricorsi. La Corte ha ribadito un principio consolidato: per configurare il tentativo di importazione è sufficiente una ‘trattativa affidante’.

Non è necessario che l’accordo sia perfezionato in ogni suo dettaglio (come il prezzo definitivo o il luogo esatto di consegna). È sufficiente che la trattativa, per la sua concretezza ed effettività, sia idonea e diretta in modo non equivoco a concludere l’affare illecito. Nel caso di specie, elementi come i viaggi all’estero per incontrare i fornitori, l’individuazione di un corriere, e le discussioni avanzate su quantità e prezzo sono stati ritenuti sufficienti a dimostrare la serietà della negoziazione e, quindi, a integrare gli estremi del tentativo punibile.

Le motivazioni

La decisione della Corte si fonda su due distinti binari logico-giuridici. Da un lato, sul piano procedurale, si riafferma il principio che il giudice di merito ha l’obbligo di motivare su tutti gli elementi probatori decisivi portati alla sua attenzione. L’omessa valutazione di una sentenza irrevocabile di assoluzione di un coimputato, soprattutto se ritenuto il capo di una associazione per delinquere, costituisce una lacuna argomentativa che vizia la sentenza e ne impone l’annullamento.

Dall’altro lato, sul piano sostanziale, viene confermato l’orientamento giurisprudenziale che amplia la soglia del tentativo punibile in materia di importazione di stupefacenti. La ‘trattativa affidante’ diventa il criterio per distinguere i meri atti preparatori non punibili da un vero e proprio tentativo, basandosi sulla serietà e concretezza delle condotte poste in essere dagli agenti.

Le conclusioni

Questa sentenza offre importanti spunti di riflessione. In primo luogo, sottolinea l’importanza della coerenza delle decisioni giudiziarie all’interno dello stesso procedimento o di procedimenti connessi: l’esito del giudizio di un imputato può e deve influenzare la valutazione della posizione degli altri. In secondo luogo, consolida un’interpretazione rigorosa del tentativo di importazione di stupefacenti, sanzionando non solo l’atto compiuto, ma anche le fasi avanzate della sua preparazione, qualora queste rivelino un concreto e serio progetto criminale.

L’assoluzione di un presunto capo di un’associazione per delinquere ha effetti sulla condanna di un altro partecipe?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che la sentenza di appello deve essere annullata se non ha considerato la sentenza definitiva di assoluzione del presunto capo, poiché tale circostanza è fondamentale per valutare l’esistenza stessa dell’associazione.

Quando una trattativa per importare droga diventa un reato di tentativo punibile?
Secondo la Corte, una trattativa integra il tentativo di importazione quando, per la sua concretezza ed effettività (incontri all’estero, discussioni su quantità e prezzo, individuazione del corriere), crea un affidamento tra le parti sulla conclusione positiva dell’accordo, anche se non tutti i dettagli sono stati definiti.

La difesa può proporre in Cassazione una ricostruzione dei fatti diversa da quella dei giudici di merito?
No. La Corte di Cassazione ha ribadito che il suo ruolo non è quello di riesaminare i fatti, ma di verificare la correttezza giuridica e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. Proporre una semplice rilettura alternativa delle prove è inammissibile in sede di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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