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Associazione narcotraffico: stabilità e partecipazione

La Corte di Cassazione conferma la misura cautelare per un soggetto accusato di partecipazione ad un’associazione a delinquere narcotraffico. La sentenza chiarisce che per dimostrare la partecipazione non è necessario che il contributo del singolo sia ‘essenziale’ per la vita del gruppo, ma è sufficiente un apporto causalmente rilevante e un rapporto stabile, desumibile anche da acquisti seriali e a credito, pur se avvenuti in un breve arco temporale.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Associazione a delinquere narcotraffico: i criteri per la partecipazione

Quando un acquirente abituale di sostanze stupefacenti può essere considerato un partecipe di un’associazione a delinquere narcotraffico? Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 6734/2025) fornisce chiarimenti cruciali su questo tema, delineando i confini tra il singolo reato di spaccio e la più grave fattispecie associativa. La Corte ha stabilito che la stabilità del rapporto e la rilevanza del contributo economico sono elementi chiave, anche se la condotta si protrae per un breve periodo e il contributo non è ‘essenziale’ per la sopravvivenza del gruppo.

I fatti del caso

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un individuo sottoposto a custodia cautelare in carcere perché ritenuto gravemente indiziato di far parte di un’associazione dedita al narcotraffico. Il suo ruolo sarebbe stato quello di ‘stabile acquirente’ di sostanze, che poi rivendeva in aree limitrofe. La difesa aveva presentato ricorso, sostenendo che gli acquisti, avvenuti in un arco temporale di pochi mesi (dieci occasioni in circa tre mesi), non fossero sufficienti a dimostrare un inserimento stabile nel sodalizio. Secondo il ricorrente, mancava la prova di un contributo consapevole e finalizzato alla vita e al rafforzamento dell’associazione, la cosiddetta affectio societatis.

La questione giuridica nell’associazione a delinquere narcotraffico

La questione centrale è stabilire quali elementi concreti trasformano un rapporto di fornitura di droga in una vera e propria partecipazione a un’associazione a delinquere narcotraffico. La difesa ha argomentato che, per essere considerato partecipe, il contributo di un soggetto dovrebbe essere ‘essenziale’, tale che la sua assenza comprometterebbe o destabilizzerebbe l’esistenza stessa dell’associazione. Inoltre, si contestava che un periodo di tempo così limitato potesse fondare un’accusa di partecipazione stabile e permanente.

Il contributo non ‘essenziale’ ma ‘causalmente rilevante’

La Corte di Cassazione ha rigettato la tesi difensiva, specificando un principio consolidato. Per integrare la partecipazione, non è necessario che il contributo dell’associato sia ‘essenziale’ o indispensabile. È invece sufficiente che sia ‘causalmente rilevante’ ai fini della conservazione o del rafforzamento dell’associazione. Nel caso di specie, il Tribunale aveva correttamente valorizzato come l’indagato, attraverso i suoi acquisti sistematici, assicurasse al gruppo introiti economici significativi (migliaia di euro a settimana), definiti ‘importanti’ per l’operatività del sodalizio e la realizzazione del suo programma criminoso.

Stabilità del rapporto e durata della condotta

Un altro punto cruciale affrontato dalla Corte è la durata della condotta. I giudici hanno affermato che anche un periodo di pochi mesi può essere sufficiente per ritenere integrata la partecipazione. Ciò che conta non è la durata in sé, ma il fatto che da essa si possa desumere l’esistenza di un ‘sistema collaudato’ al quale l’agente ha aderito consapevolmente. La serialità delle transazioni, la loro frequenza e il fatto che gli acquisti avvenissero a credito con pagamenti regolati periodicamente sono stati considerati indicatori di un vincolo stabile che trascende le singole operazioni di compravendita.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha ritenuto infondato il ricorso, confermando l’ordinanza del Tribunale del Riesame. Le motivazioni si basano su una corretta applicazione dei principi giurisprudenziali in materia. La sistematicità dell’approvvigionamento di cocaina e hashish, destinati non solo al consumo personale ma anche alla successiva commercializzazione, delinea un rapporto con il sodalizio di carattere stabile. L’elemento psicologico, ovvero la coscienza e volontà di partecipare attivamente al programma delittuoso, è stato desunto proprio dalla natura continuativa e strutturata del rapporto. La Corte ha ribadito che il vincolo associativo può sussistere anche tra soggetti con posizioni contrapposte nella catena del traffico (fornitori e compratori all’ingrosso), purché consapevoli del ruolo svolto nell’economia complessiva del fenomeno criminale. Il contributo economico costante fornito dal ricorrente è stato quindi ritenuto un apporto causalmente rilevante per la vita dell’associazione, sufficiente a configurare la gravità indiziaria per il reato contestato.

Conclusioni

La sentenza in esame consolida un importante principio: per essere considerati partecipi di un’associazione a delinquere narcotraffico, non è richiesta né un’anzianità di ‘servizio’ nel gruppo, né un ruolo apicale o ‘essenziale’. Ciò che rileva è l’inserimento stabile e consapevole nella struttura, dimostrabile attraverso un rapporto continuativo che apporta un contributo significativo agli scopi del sodalizio. Anche un acquirente sistematico, che garantisce un flusso di cassa costante, può essere considerato a tutti gli effetti un membro dell’organizzazione, con tutte le conseguenze penali che ne derivano.

Per configurare la partecipazione a un’associazione a delinquere narcotraffico, è necessario un rapporto di lunga durata con il gruppo?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che anche un periodo di osservazione breve è sufficiente per ritenere integrata la condotta di partecipazione, a condizione che gli elementi raccolti dimostrino l’esistenza di un sistema criminale consolidato a cui l’indagato ha aderito, anche per un tempo limitato.

Il contributo di un partecipe deve essere indispensabile per la sopravvivenza dell’associazione criminale?
No. Non è necessario che il contributo sia ‘essenziale’ al punto che, in sua assenza, l’associazione si sarebbe sciolta. È sufficiente che il contributo sia ‘causalmente rilevante’ per la permanenza della struttura e per la realizzazione del programma criminoso, come ad esempio assicurare introiti economici importanti e costanti al gruppo.

Quali elementi dimostrano la stabilità del rapporto tra un acquirente di droga e l’associazione che la vende?
La stabilità del rapporto emerge dalla serialità e frequenza delle transazioni, dalle quantità di sostanza e dal contenuto economico degli scambi. Secondo la Corte, un dato particolarmente significativo è l’acquisto a credito con pagamenti regolati periodicamente, poiché dimostra un vincolo che va oltre la singola compravendita.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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