LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Associazione mafiosa: Cassazione su nuovo sistema

La Corte di Cassazione conferma la decisione del Tribunale del riesame che riconosce l’esistenza di una nuova e autonoma associazione mafiosa in Lombardia, nata dalla confederazione di esponenti di ‘ndrangheta, camorra e cosa nostra. La sentenza rigetta il ricorso di un indagato, validando la valutazione dei gravi indizi di colpevolezza basata su una lettura unitaria delle prove. Viene sottolineato come la nuova entità, pur sfruttando la fama dei clan di origine, operi con una propria struttura orizzontale, una cassa comune e una forza intimidatrice autonoma, superando i conflitti interni in nome di un interesse comune.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 3 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Nascita di una nuova associazione mafiosa: la Cassazione conferma il “sistema lombardo”

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha affrontato il complesso tema della nascita di una nuova associazione mafiosa di tipo federativo, confermando l’esistenza di un’entità criminale autonoma e originale in Lombardia. Questa organizzazione, composta da esponenti di diverse mafie storiche (‘ndrangheta, camorra e cosa nostra), rappresenta un’evoluzione del fenomeno criminale. La decisione analizza i requisiti necessari per configurare un nuovo sodalizio ai sensi dell’art. 416-bis del codice penale, offrendo spunti cruciali sulla valutazione dei gravi indizi di colpevolezza in fase cautelare.

I Fatti del Caso: Dal GIP alla Cassazione

Il caso nasce dall’appello del Pubblico Ministero contro un’ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) di Milano. Il GIP aveva escluso la sussistenza di gravi indizi per il reato di partecipazione a una nuova associazione mafiosa, ritenendo insufficienti le prove sull’esistenza di una struttura confederativa orizzontale. A suo avviso, mancavano elementi concreti su una cassa comune, una struttura organizzativa definita e, soprattutto, l’esternazione della forza intimidatrice tipica del metodo mafioso.

Il Tribunale del Riesame, in accoglimento dell’appello, ha ribaltato questa decisione. Ha ritenuto che le prove raccolte dimostrassero l’esistenza di un “sistema mafioso lombardo”, un’entità autonoma dotata di basi logistiche, prassi operative condivise e una cassa comune. Secondo il Tribunale, questo nuovo sodalizio sfruttava la forza di intimidazione derivante dalla fama criminale dei suoi componenti per infiltrarsi nel tessuto economico e sociale del territorio.

Contro questa seconda decisione, uno degli indagati ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando l’apparenza della motivazione e la mancanza di prove sulla sua partecipazione consapevole a tale organismo unitario.

La Nuova Associazione Mafiosa: Caratteristiche e Autonomia

Il punto centrale della sentenza è la caratterizzazione della nuova associazione mafiosa. La Cassazione ha ritenuto logica e coerente la ricostruzione del Tribunale del Riesame, secondo cui il sodalizio in questione, pur essendo composto da soggetti legati a mafie storiche, agiva come un gruppo autonomo e distinto.

Le caratteristiche principali evidenziate sono:

* Struttura Orizzontale: A differenza delle tradizionali strutture verticistiche, questo modello opera con i vertici delle diverse componenti mafiose allo stesso livello, mantenendo margini di autonomia ma collaborando per il massimo profitto.
* Capitale Sociale Condiviso: La “fama criminale” dei singoli partecipi e dei loro clan di origine viene messa a disposizione dell’intera organizzazione, amplificandone la capacità intimidatrice.
* Autonomia Decisionale: Il gruppo dimostra indipendenza e libertà operativa rispetto alle “case madri”, finalizzando le proprie azioni alla realizzazione di un programma criminale comune sul territorio lombardo.
* Affectio Societatis: Nonostante i conflitti interni, emersi anche in alcune vicende, gli associati hanno dimostrato la volontà di superare le divergenze per “trovare la quadra” e “guadagnare tutti”, un elemento che, secondo la Corte, rafforza l’idea di un vincolo associativo stabile.

Il Ruolo dell’Indagato e le Prove a suo Carico

Per quanto riguarda la posizione specifica del ricorrente, la Corte ha validato la valutazione del Tribunale del Riesame. Le prove a suo carico non si limitavano alla mera vicinanza a una locale di ‘ndrangheta, ma includevano la sua partecipazione attiva a momenti cruciali per la vita del sodalizio. Tra questi, il suo coinvolgimento nella risoluzione di contrasti interni di rilievo (come quello tra due famiglie influenti), la partecipazione a summit operativi e programmatici, e il compimento di reati-fine come estorsioni e gestione di armi nell’interesse comune dell’associazione.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendo la motivazione del Tribunale del Riesame completa, logica e priva di vizi. La Suprema Corte ha sottolineato come il Tribunale avesse correttamente superato la valutazione atomistica e parcellizzata degli indizi operata dal GIP, procedendo invece a una lettura unitaria e complessiva del materiale investigativo. In particolare, è stata apprezzata la capacità del Tribunale di fornire una motivazione “rafforzata”, necessaria per ribaltare una precedente decisione liberatoria, confrontandosi criticamente con gli argomenti del primo giudice e superandoli con argomentazioni decisive. La Corte ha ribadito che, in fase cautelare, è sufficiente un giudizio di alta e ragionevole probabilità di colpevolezza, e la ricostruzione operata dal Tribunale del Riesame soddisfaceva pienamente tale standard. È stato inoltre confermato che la forza intimidatrice di un nuovo gruppo può derivare anche dalla fama criminale dei suoi componenti e delle loro organizzazioni di provenienza, manifestandosi poi in modo autonomo nel territorio in cui opera.

Le Conclusioni

La sentenza rappresenta un importante precedente nella lotta alla criminalità organizzata, riconoscendo la capacità delle mafie di evolversi e creare nuove forme associative ibride e federative. Il principio affermato è che un’associazione mafiosa può essere considerata autonoma e originale anche se costituita da membri di clan storici, a condizione che dimostri una propria struttura, una finalità comune e, soprattutto, una capacità di intimidazione esterna che sia percepita come propria e non come mera emanazione dei gruppi di origine. Questa decisione fornisce agli inquirenti e ai giudici strumenti interpretativi più efficaci per contrastare le moderne e complesse manifestazioni del fenomeno mafioso.

Può esistere una nuova associazione mafiosa formata da membri di clan storici come ‘ndrangheta, camorra e cosa nostra?
Sì. La sentenza afferma che può costituirsi un’associazione autonoma e originale, con proprie caratteristiche e operatività, anche se composta da soggetti appartenenti a diverse mafie storiche. L’elemento cruciale è che questa nuova entità agisca come un gruppo unitario, con scopi comuni e una forza intimidatrice propria, distinta da quella dei clan di origine.

I conflitti interni tra gli associati escludono l’esistenza di un’associazione per delinquere?
No. Secondo la Corte, i contrasti e le divergenze tra i membri non escludono l’esistenza del vincolo associativo. Anzi, gli sforzi compiuti per risolvere tali conflitti nell’interesse superiore del gruppo possono essere un elemento significativo che dimostra la sussistenza della cosiddetta affectio societatis, ovvero la volontà di far parte di un progetto criminale comune.

Come si dimostra la forza di intimidazione di una nuova associazione mafiosa ‘federativa’?
La forza intimidatrice può essere dimostrata non solo con atti di violenza esplicita, ma anche sfruttando la “fama criminale” già consolidata dei suoi componenti e dei loro gruppi di provenienza. Il nuovo sodalizio, pur essendo autonomo, mutua la natura mafiosa dai suoi singoli membri, e la sua capacità di intimidazione si manifesta attraverso il controllo del territorio, l’infiltrazione nell’economia e la condizione di assoggettamento e omertà che riesce a imporre.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati