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Associazione lieve entità: i criteri di esclusione

Un imputato ricorre in Cassazione contestando la mancata applicazione dell’ipotesi di associazione a delinquere di lieve entità per traffico di stupefacenti. La Corte dichiara il ricorso inammissibile, confermando la decisione precedente. La motivazione si basa sull’ampia potenzialità dell’organizzazione, evidenziata dalle quantità di droga, dalla frequenza dello spaccio e dal numero di associati, elementi che rendono ingiustificata la qualificazione di lieve entità.

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Pubblicato il 18 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Associazione lieve entità: i criteri di esclusione secondo la Cassazione

L’associazione a delinquere lieve entità rappresenta una fattispecie attenuata del reato associativo finalizzato al traffico di stupefacenti, ma la sua applicazione non è automatica. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce quali sono i parametri per valutarne l’esistenza, sottolineando l’importanza di un’analisi complessiva della struttura criminale, al di là dei singoli episodi di spaccio. Vediamo nel dettaglio la decisione e le sue implicazioni.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello. Il ricorrente contestava la mancata applicazione dell’ipotesi di reato di cui all’art. 74, comma 6, del d.P.R. 309/90, ovvero l’associazione finalizzata al traffico di stupefacenti di lieve entità. A suo dire, la natura dei singoli episodi di spaccio avrebbe dovuto condurre a una qualificazione giuridica meno grave del fatto.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo le censure mosse dal ricorrente del tutto generiche. Secondo i giudici, l’appello non si confrontava adeguatamente con la solida motivazione della sentenza impugnata. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende, come previsto dall’articolo 616 del codice di procedura penale in caso di inammissibilità del ricorso.

Le Motivazioni: la valutazione dell’associazione a delinquere di lieve entità

Il cuore della decisione risiede nelle motivazioni con cui la Cassazione ha respinto la richiesta di applicare l’associazione a delinquere lieve entità. La Corte ha ribadito che per escludere tale ipotesi non è sufficiente guardare ai singoli episodi di spaccio isolatamente. È necessario, invece, valutare la struttura e le potenzialità complessive dell’organizzazione.

Nel caso specifico, la Corte d’Appello aveva correttamente valorizzato tre elementi fondamentali:

1. Le quantità di droga: l’associazione gestiva approvvigionamenti continui e significativi di sostanze stupefacenti.
2. La frequenza dello smercio: l’attività di spaccio era costante e ben organizzata.
3. Il numero degli associati: la presenza di più membri indicava una struttura non meramente occasionale o rudimentale.

Questi fattori, considerati nel loro insieme, delineavano un’organizzazione con una notevole capacità di procurarsi e spacciare quantitativi rilevanti di sostanze. Tale potenzialità operativa è stata giudicata del tutto incompatibile con la qualificazione di ‘lieve entità’, che presuppone invece un’organizzazione dai mezzi e dalle finalità molto più modeste.

Conclusioni

Questa ordinanza conferma un principio consolidato nella giurisprudenza di legittimità: la valutazione sulla lieve entità di un’associazione criminale dedita al narcotraffico deve basarsi su un’analisi globale e non frammentaria. Non contano solo le singole cessioni di droga, ma la capacità strutturale del gruppo di operare sul mercato illecito. La quantità di sostanza movimentata, la frequenza delle operazioni e il numero dei sodali sono indicatori chiave della pericolosità e della forza dell’associazione, e possono giustificare pienamente l’esclusione della fattispecie attenuata, anche quando i singoli episodi di spaccio, presi da soli, potrebbero sembrare di modesta entità.

Quando può essere esclusa l’ipotesi di associazione a delinquere di lieve entità nel traffico di droga?
L’ipotesi di lieve entità può essere esclusa quando l’organizzazione, nel suo complesso, dimostra una notevole potenzialità operativa. Elementi come le ingenti quantità di droga gestite, la frequenza dello spaccio e il numero di associati sono indicatori chiave che possono rendere ingiustificata tale qualificazione.

Quali sono le conseguenze di un ricorso in Cassazione dichiarato inammissibile?
Secondo l’art. 616 c.p.p., la dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del soggetto ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende. Nel caso specifico, tale somma è stata quantificata in 3.000 euro.

Perché le argomentazioni del ricorrente sono state giudicate generiche?
Le argomentazioni sono state ritenute generiche perché non hanno contestato in modo specifico e puntuale la motivazione della sentenza precedente. Quest’ultima si basava su elementi concreti (quantità, frequenza, numero di associati) per dimostrare la forza dell’organizzazione, e il ricorso non è riuscito a scalfire la logicità di tale ragionamento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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