LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Associazione a delinquere transnazionale: la Cassazione

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per associazione a delinquere finalizzata al contrabbando di carburanti. La Corte ha stabilito che la specifica aggravante di ‘associazione a delinquere transnazionale’ non era applicabile, in quanto richiede l’esistenza di due entità criminali distinte (una nazionale e una transnazionale che la supporta), e non una singola associazione che opera oltre confine. Di conseguenza, il reato è stato dichiarato estinto per prescrizione. La Corte ha però rinviato il caso alla Corte d’Appello per una nuova valutazione sulla confisca dei profitti illeciti.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 12 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Associazione a Delinquere Transnazionale: Quando l’Aggravante Non Si Applica

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 14024/2024) ha fornito un chiarimento fondamentale sui limiti di applicabilità dell’associazione a delinquere transnazionale. Il caso, relativo a un’organizzazione dedita all’importazione illecita di carburante, ha portato all’annullamento della condanna per intervenuta prescrizione, proprio a causa della non configurabilità della specifica aggravante transnazionale. Analizziamo i dettagli di questa importante decisione.

I Fatti: Un’Operazione di Contrabbando di Carburante

Il processo riguardava un gruppo criminale accusato di aver creato un’associazione a delinquere per importare in Italia ingenti quantità di carburante, facendolo passare per olio lubrificante. Questo stratagemma permetteva all’organizzazione di eludere il pagamento delle accise e delle altre imposte dovute. L’organizzazione vedeva la partecipazione di diverse figure: chi si occupava di ricevere e rivendere il prodotto finale, chi gestiva la logistica e i trasporti dalla Romania, e chi predisponeva la falsa documentazione necessaria per l’introduzione della merce in Italia.

Il Percorso Giudiziario e i Motivi del Ricorso

Dopo la condanna in primo e secondo grado per il reato associativo, gli imputati hanno presentato ricorso in Cassazione sollevando diverse questioni. Tra i motivi più rilevanti vi erano eccezioni procedurali, contestazioni sulla valutazione delle prove e, soprattutto, un motivo che si è rivelato decisivo: l’errata applicazione dell’aggravante della transnazionalità e il conseguente calcolo del termine di prescrizione.

L’Aggravante di Associazione a Delinquere Transnazionale sotto la Lente della Cassazione

Il punto cruciale della sentenza riguarda l’interpretazione dell’aggravante di cui all’art. 61-bis c.p. (già art. 4 della L. 146/2006). La Corte di Cassazione ha affermato un principio di diritto fondamentale: affinché questa aggravante si applichi a un reato associativo, è necessaria la presenza di due distinte realtà organizzative. Deve esistere un’associazione a delinquere che opera in ambito nazionale la cui attività è agevolata o il cui reato è determinato dal contributo di un diverso e autonomo ‘gruppo criminale organizzato transnazionale’.

La Corte ha specificato che non vi può essere coincidenza tra i due soggetti. L’aggravante non è configurabile quando è la stessa associazione a delinquere ad avere una struttura e un’operatività che si estende oltre i confini nazionali. In questo caso, infatti, la transnazionalità diventa un elemento costitutivo dell’associazione stessa e non una circostanza esterna che ne aggrava il disvalore.

Le Motivazioni della Decisione

Sulla base di questa interpretazione, la Suprema Corte ha escluso l’applicabilità dell’aggravante al caso di specie. Tale esclusione ha avuto un impatto diretto sul calcolo della prescrizione. Senza l’aumento di pena previsto dall’aggravante, il termine massimo di prescrizione per il reato di partecipazione ad associazione a delinquere è risultato essere di 8 anni e 9 mesi (compresi i periodi di sospensione). Poiché il reato era contestato fino a marzo 2015, la Corte ha accertato che il termine era spirato a dicembre 2023, prima della pronuncia della sentenza.

Per quanto riguarda la confisca, invece, la Corte ha accolto il motivo di ricorso di uno degli imputati. La sentenza d’appello è stata giudicata carente nella quantificazione del profitto e nel distinguere tra confisca diretta e confisca per equivalente. Quest’ultima, secondo un principio consolidato, non può essere mantenuta per reati commessi prima di una certa data se interviene la prescrizione. Per questo specifico punto, la Corte ha disposto l’annullamento con rinvio, ordinando alla Corte d’Appello di procedere a una nuova e più motivata valutazione.

Le Conclusioni

In conclusione, la sentenza annulla senza rinvio le condanne per il reato associativo, dichiarandolo estinto per prescrizione. La decisione ribadisce un’interpretazione rigorosa dell’aggravante di associazione a delinquere transnazionale, che richiede ‘alterità’ tra il gruppo nazionale e quello transnazionale. Al contempo, la pronuncia conferma la necessità di un’analisi precisa in materia di confisca, specialmente quando il reato presupposto si estingue, separando il destino della misura patrimoniale da quello della condanna penale.

Quando un’associazione a delinquere può essere considerata ‘transnazionale’ ai fini dell’applicazione della specifica aggravante?
Secondo la Corte di Cassazione, l’aggravante si applica solo quando esiste una diversità soggettiva tra due entità: un’associazione a delinquere nazionale e un distinto gruppo criminale organizzato transnazionale che contribuisce alla commissione del reato. L’aggravante non si applica se è la stessa associazione ad operare su più Stati, poiché in tal caso la transnazionalità è un elemento della sua struttura e non una circostanza esterna.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza per prescrizione?
La Corte ha escluso l’applicabilità dell’aggravante della transnazionalità. Senza tale aggravante, la pena massima prevista per il reato era inferiore, comportando un termine di prescrizione più breve. Calcolando questo termine (7 anni e 6 mesi, più 15 mesi di sospensioni), la Corte ha stabilito che era già decorso al momento della sua decisione, estinguendo così il reato.

Cosa succede alla confisca se il reato principale è dichiarato prescritto?
La sorte della confisca dipende dalla sua natura. La sentenza ha annullato con rinvio la parte relativa alla confisca, incaricando la Corte d’Appello di distinguere tra confisca diretta (del profitto ancora esistente) e confisca per equivalente. Per i fatti commessi prima dell’entrata in vigore dell’art. 578-bis c.p.p., la confisca per equivalente non può essere mantenuta se il reato è prescritto, richiedendo quindi una nuova e specifica valutazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati