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Associazione a delinquere stupefacenti: la Cassazione

La Corte di Cassazione si è pronunciata sui ricorsi di diversi imputati condannati per associazione a delinquere stupefacenti. La sentenza conferma le decisioni dei giudici di merito, rigettando le eccezioni sulla competenza territoriale e sulla valutazione delle prove. Viene ribadito che per l’associazione a delinquere stupefacenti sono cruciali la stabilità del vincolo, la struttura organizzativa e la programmazione di un numero indefinito di reati, elementi che la Corte ha ritenuto provati al di là di ogni ragionevole dubbio. La Cassazione ha inoltre validato l’applicazione dell’aggravante della transnazionalità, data la collaborazione con gruppi criminali esteri.

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Pubblicato il 18 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Associazione a delinquere stupefacenti: la Cassazione sui criteri di prova e competenza

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti sui requisiti necessari per configurare un’associazione a delinquere stupefacenti e sui criteri per determinarne la competenza territoriale. La Corte, rigettando i ricorsi di diversi imputati, ha consolidato principi fondamentali sulla valutazione delle prove, sull’aggravante della transnazionalità e sulla distinzione tra concorso di persone nel reato e partecipazione a un sodalizio stabile. Analizziamo i punti chiave di questa complessa vicenda giudiziaria.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da una complessa indagine che ha smantellato un’organizzazione criminale dedita al traffico internazionale di sostanze stupefacenti, operante tra Italia, Colombia, Venezuela, Spagna e Marocco. La Corte d’Appello di Catanzaro aveva confermato le condanne emesse dal Tribunale di Vibo Valentia nei confronti di numerosi soggetti per il reato associativo previsto dall’art. 74 del d.P.R. 309/1990, con l’aggravante della transnazionalità.

Gli imputati hanno presentato ricorso in Cassazione, sollevando diverse questioni, tra cui:
* Incompetenza territoriale: le difese sostenevano che la competenza dovesse radicarsi a Milano, dove si sarebbero svolte gran parte delle attività illecite, e non in Calabria.
* Carenza di prova: secondo i ricorrenti, non vi era prova sufficiente dell’esistenza di una stabile struttura associativa, ma solo di accordi occasionali per singoli episodi di spaccio.
* Errata applicazione dell’aggravante della transnazionalità: si contestava la sussistenza di un vero e proprio gruppo criminale organizzato estero distinto da quello italiano.
* Vizi di motivazione: in alcuni casi, si lamentava una “motivazione rafforzata” insufficiente a giustificare il ribaltamento di precedenti sentenze di assoluzione.

La Prova dell’Associazione a Delinquere Stupefacenti

La Corte di Cassazione ha rigettato le censure relative alla prova dell’esistenza del sodalizio. I giudici hanno sottolineato che la motivazione della sentenza d’appello ha dimostrato con coerenza e logica la sussistenza di una struttura permanente, non limitata a un breve arco temporale. Gli elementi probatori, tratti sia dalle indagini che dalle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, hanno delineato un gruppo facente capo a due fratelli, con una piena operatività ben prima del periodo formalmente contestato.

La Corte ha chiarito che per l’associazione a delinquere stupefacenti non è richiesta una durata minima, ma rileva l’entità del vincolo (il pactum sceleris), la volontà di aggregare forze e risorse, e la programmazione di un numero indefinito di delitti. Nel caso di specie, sono emersi:
* Una struttura organizzativa con disponibilità permanente di uomini, mezzi, immobili e denaro.
* Basi logistiche e contatti per la corruzione di pubblici ufficiali.
* La capacità di gestire più importazioni contemporaneamente e di riorganizzarsi rapidamente in caso di imprevisti, dimostrando ampia disponibilità di risorse economiche.

La Competenza Territoriale: dove si radica il processo?

Uno dei punti più dibattuti è stato quello della competenza territoriale. La difesa sosteneva che il processo dovesse svolgersi a Milano, dato che molte operazioni e un sequestro erano avvenuti in Lombardia. La Cassazione ha respinto questa tesi, confermando la competenza del foro di Vibo Valentia. Il principio consolidato è che il delitto associativo si consuma nel luogo in cui prende le mosse la programmazione, l’ideazione e la direzione delle attività criminose.

Nel caso specifico, le indagini e le dichiarazioni del collaboratore hanno dimostrato che la “radice genetica” del sodalizio era nel territorio vibonese, dove i promotori avevano i loro contatti e da dove partiva la pianificazione. L’espansione successiva in Lombardia rappresenta un’evoluzione dell’associazione, non il suo luogo di origine. La Corte ha ribadito che il luogo di commissione dei singoli reati-fine è irrilevante per determinare la competenza sul reato associativo.

L’Aggravante della Transnazionalità nell’Associazione a Delinquere Stupefacenti

Anche i motivi relativi all’aggravante della transnazionalità sono stati respinti. La Corte ha richiamato la giurisprudenza delle Sezioni Unite, secondo cui l’aggravante è applicabile al reato associativo a condizione che il gruppo criminale organizzato transnazionale non coincida con l’associazione stessa. Deve esistere un’alterità tra i due soggetti.

Nel caso in esame, le prove hanno dimostrato l’esistenza di rapporti di collaborazione con diverse organizzazioni criminali estere (es. un gruppo marocchino ben radicato in Spagna) per l’approvvigionamento dello stupefacente. L’associazione italiana si rapportava con queste entità autonome, integrando così i requisiti dell’aggravante.

Le motivazioni della Sentenza

La Corte di Cassazione ha ritenuto che i ricorsi, nella maggior parte dei loro argomenti, tentassero di ottenere una nuova e inammissibile valutazione del merito delle prove. I giudici di legittimità hanno il compito di controllare la logicità e la coerenza della motivazione, non di riesaminare i fatti. Le sentenze di merito, secondo la Corte, hanno costruito un quadro probatorio solido, basato su intercettazioni, sequestri e dichiarazioni convergenti, che resiste alle critiche difensive.

Inoltre, per il caso di un imputato assolto in primo grado e condannato in appello, la Corte ha ritenuto che la sentenza impugnata avesse fornito quella “motivazione rafforzata” richiesta dalla legge. Il giudice d’appello aveva analiticamente evidenziato le lacune e le superficialità della decisione di primo grado, sviluppando una logica argomentativa compiuta che superava l’assoluzione, basandosi su elementi probatori trascurati o mal interpretati dal primo giudice.

Le conclusioni

In conclusione, la sentenza ha rigettato tutti i ricorsi, condannando gli imputati al pagamento delle spese processuali. La decisione riafferma con forza i principi cardine in materia di associazione a delinquere stupefacenti: la prova del vincolo associativo stabile va oltre la semplice commissione di reati in concorso; la competenza territoriale si radica nel luogo di ideazione e direzione del sodalizio; l’aggravante della transnazionalità richiede la collaborazione con un’entità criminale estera distinta. Questa pronuncia rappresenta un importante punto di riferimento per la lotta al narcotraffico organizzato.

Come si determina la competenza territoriale per un’associazione a delinquere stupefacenti?
La competenza si determina in base al luogo in cui l’associazione ha la sua base ideativa e direttiva, ovvero dove vengono pianificate e programmate le attività criminali. Questo luogo prevale su quelli in cui vengono commessi i singoli reati-fine o dove l’associazione espande successivamente la sua operatività.

Cosa distingue la partecipazione a un’associazione criminale dal semplice concorso in un reato?
La partecipazione a un’associazione implica l’adesione a una struttura stabile e organizzata, con la consapevolezza di far parte di un sodalizio permanente finalizzato a commettere un numero indeterminato di reati. Il concorso, invece, si esaurisce in un accordo occasionale per la commissione di uno o più reati specifici.

Quando si applica l’aggravante della transnazionalità a un’associazione a delinquere?
Si applica quando l’associazione criminale nazionale, per realizzare il proprio programma, si avvale della collaborazione di un altro gruppo criminale organizzato che opera in uno o più Stati esteri. È necessario che vi sia un rapporto funzionale, ma anche un’alterità tra le due organizzazioni.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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