LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Associazione a delinquere: prova e misure cautelari

Un soggetto, sottoposto agli arresti domiciliari per associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, ha presentato ricorso sostenendo di essere un semplice acquirente. La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione del Tribunale. Secondo la Corte, il ruolo stabile, continuativo e fiduciario dell’individuo, che agiva come pusher di riferimento e gestiva la rete locale, dimostra una piena partecipazione all’associazione a delinquere, superando il mero rapporto di compravendita. La sentenza ribadisce anche la validità della presunzione di pericolosità per questo tipo di reato.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 23 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Associazione a Delinquere: Quando lo Spaccio Diventa Partecipazione al Sodalizio

Nel diritto penale, distinguere tra un’attività di spaccio, anche se continuativa, e una vera e propria partecipazione a un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti è una questione cruciale. Una recente sentenza della Corte di Cassazione (Sentenza n. 22526/2025) offre un’analisi chiara dei criteri utilizzati per tracciare questa linea di demarcazione, sottolineando come la stabilità, la continuità e il ruolo fiduciario all’interno del gruppo siano elementi determinanti. Questo caso illustra come la condotta di un singolo possa essere inquadrata non come un semplice reato di spaccio, ma come un contributo consapevole e stabile a un più ampio progetto criminale.

I Fatti: Dal Riesame al Ricorso in Cassazione

Il caso ha origine da un’ordinanza del Tribunale di Roma che, in funzione di giudice del riesame e del rinvio, confermava la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di un individuo. L’accusa era quella di partecipazione a un’associazione per delinquere dedita al narcotraffico, ai sensi dell’art. 74 del d.P.R. 309/1990.

La difesa dell’indagato ha presentato ricorso in Cassazione, articolando tre motivi principali:
1. Violazione di legge e vizio di motivazione: Secondo il ricorrente, gli elementi raccolti (incluse le intercettazioni) non provavano l’esistenza della cosiddetta affectio societatis, ovvero l’intenzione di far parte del sodalizio. La sua posizione sarebbe stata quella di un semplice acquirente e spacciatore, in un rapporto di compravendita continuativo ma non di appartenenza al gruppo.
2. Mancata valutazione delle esigenze cautelari: La difesa contestava la sussistenza delle necessità cautelari, evidenziando la posizione marginale dell’indagato e il lungo tempo trascorso dai fatti contestati.
3. Inadeguatezza della misura: Si riteneva la misura degli arresti domiciliari sproporzionata rispetto alla personalità dell’indagato.

La Decisione della Corte: Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, rigettando tutte le censure sollevate dalla difesa. La decisione ha confermato integralmente l’impianto accusatorio e la valutazione operata dal Tribunale del riesame, ritenendo la motivazione dell’ordinanza impugnata logica, coerente e giuridicamente corretta.

Le Motivazioni: Oltre il Semplice Spaccio per l’Associazione a Delinquere

Il cuore della sentenza risiede nell’analisi degli elementi che trasformano un’attività di spaccio in una condotta di partecipazione associativa. La Corte ha chiarito che il giudice di merito ha correttamente ricostruito i fatti, andando oltre la superficie del rapporto fornitore-cliente.

La Prova della Partecipazione Associativa

Il Tribunale, secondo la Cassazione, ha fornito una motivazione esauriente, dimostrando che il ruolo dell’indagato non era affatto marginale. Gli elementi chiave che provano la sua piena partecipazione all’associazione a delinquere sono:
* Rapporto Stabile e Duraturo: Non si trattava di acquisti sporadici, ma di una fornitura costante e significativa (50/100 grammi di cocaina al mese), sintomo di un legame consolidato e di reciproco affidamento.
* Ruolo Fiduciario: L’indagato non era un pusher qualsiasi, ma un soggetto di fiducia dei vertici, tanto da essere incaricato di compiti “più muscolari” contro debitori insolventi e da fungere da tramite con gli organi apicali.
* Incarichi di Rilievo: La fiducia riposta in lui era tale che gli fu affidato temporaneamente il ruolo di “responsabile locale della rete di distribuzione”, in sostituzione di un altro membro di spicco. Questo dimostra un inserimento organico nella struttura criminale.
* Consapevolezza delle Dinamiche del Gruppo: Le intercettazioni hanno rivelato una profonda conoscenza delle politiche criminali del sodalizio e addirittura l’auspicio che il gruppo affermasse con più forza il proprio predominio sul territorio.

Questi facta concludentia (fatti concludenti) delineano un quadro in cui l’indagato non è un mero cliente, ma una pedina funzionale e consapevole degli obiettivi dell’organizzazione, contribuendo attivamente al suo rafforzamento.

La Valutazione delle Misure Cautelari e il Periculum Libertatis

Per quanto riguarda il secondo e terzo motivo di ricorso, la Corte ha ribadito l’orientamento consolidato in tema di reati associativi. L’art. 275, comma 3, del codice di procedura penale stabilisce una doppia presunzione: la sussistenza delle esigenze cautelari e l’adeguatezza della sola misura carceraria. Sebbene questa presunzione non sia assoluta, spetta alla difesa fornire elementi concreti per superarla.

Nel caso di specie, il Tribunale ha correttamente ritenuto che tale presunzione non fosse stata vinta. L’associazione criminale aveva dimostrato di mantenere la propria operatività anche dopo l’arresto di alcuni membri di spicco, e la personalità dell’indagato non appariva immune da tratti violenti. Il semplice decorso del tempo, in questo contesto, non è stato giudicato sufficiente a escludere il pericolo di recidiva (periculum libertatis).

Conclusioni: I Limiti del Giudizio di Cassazione e le Implicazioni Pratiche

La sentenza ribadisce un principio fondamentale: il giudizio di Cassazione è un giudizio di legittimità, non di merito. La Corte non può ricostruire i fatti o rivalutare le prove, come le dichiarazioni dei collaboratori o il contenuto delle intercettazioni. Il suo compito è verificare che la decisione del giudice di merito sia esente da vizi logici e violazioni di legge. In questo caso, la motivazione è stata ritenuta inattaccabile.

Le implicazioni pratiche di questa decisione sono significative. Essa conferma che per integrare il reato di associazione a delinquere non è necessario rivestire un ruolo apicale. Un contributo stabile, consapevole e funzionale agli scopi del sodalizio è sufficiente a configurare la partecipazione, trasformando quello che potrebbe apparire come un semplice spaccio in un tassello di un più vasto e pericoloso mosaico criminale.

Un rapporto continuativo di acquisto di droga è sufficiente per essere considerati parte di un’associazione a delinquere?
No, la mera reiterazione della fornitura non è di per sé sufficiente. Secondo la sentenza, è necessario che il rapporto presenti caratteristiche di stabilità, continuità e un’oggettiva rilevanza per il sodalizio, configurando una sorta di “ramo d’azienda” che concorre stabilmente al progetto criminoso del gruppo. Deve emergere la volontà del soggetto di contribuire attivamente agli scopi dell’organizzazione.

Come viene valutata la pericolosità di un indagato per associazione a delinquere ai fini delle misure cautelari?
Per i reati associativi, l’art. 275, comma 3, c.p.p. stabilisce una presunzione di pericolosità e di adeguatezza della misura carceraria. Questa presunzione, pur non essendo assoluta, può essere superata solo fornendo elementi specifici che dimostrino l’assenza di attualità delle esigenze cautelari. Nel caso esaminato, la Corte ha ritenuto che il mero passare del tempo e una presunta posizione marginale non fossero sufficienti a vincere tale presunzione, data la continua operatività dell’associazione.

Può la Corte di Cassazione riesaminare le prove come le intercettazioni per decidere se un imputato è colpevole?
No. La Corte di Cassazione svolge un controllo di legittimità, non di merito. Non può rivalutare le prove (come intercettazioni o dichiarazioni) né la ricostruzione dei fatti. Il suo compito è verificare che la motivazione della decisione impugnata sia logica, non contraddittoria e rispettosa dei principi di diritto. L’interpretazione del contenuto delle prove è di competenza esclusiva del giudice di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati