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Associazione a delinquere: il ruolo stabile è decisivo

La Corte di Cassazione dichiara inammissibili i ricorsi di due soggetti condannati per partecipazione ad una associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti. La Corte ha confermato che, per integrare il reato, non è necessario un ruolo apicale, ma è sufficiente essere un punto di riferimento stabile e fedele per l’esecuzione di compiti operativi, come il trasporto e la consegna. Le argomentazioni sulla presunta occasionalità della collaborazione sono state respinte come manifestamente infondate.

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Pubblicato il 28 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Associazione a delinquere: la Stabilità del Ruolo Esecutivo è Sufficiente per la Condanna

Quando si può considerare una persona partecipe a un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti? È necessario un ruolo di vertice o è sufficiente un contributo operativo costante? Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale: la partecipazione stabile e consapevole alle attività del gruppo criminale, anche con mansioni puramente esecutive, è sufficiente per integrare il grave reato previsto dall’art. 74 del d.P.R. 309/90.

I Fatti del Processo

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda il ricorso di due individui condannati dalla Corte di Appello di Napoli per aver preso parte a un’associazione criminale dedita allo spaccio di sostanze stupefacenti. L’organizzazione gestiva una piazza di spaccio per conto di un clan più vasto e strutturato. I ricorrenti, secondo l’accusa, non ricoprivano ruoli apicali, ma agivano come esecutori, occupandosi del trasporto, della consegna della droga e, in un caso, anche della ricezione degli ordini.

La Tesi Difensiva: Un Ruolo Marginale e Occasionale

In loro difesa, i ricorrenti hanno contestato la configurabilità della loro partecipazione all’associazione a delinquere. Sostenevano che il loro coinvolgimento fosse stato meramente sporadico e occasionale, privo di quel carattere di stabilità e inserimento organico nella struttura che la legge richiede per la condanna. In subordine, chiedevano che il fatto venisse riqualificato come ipotesi di minore gravità. Uno dei due imputati lamentava inoltre un trattamento sanzionatorio eccessivamente severo, ritenendo che le attenuanti generiche avrebbero dovuto comportare una riduzione di pena maggiore, dato il suo ruolo defilato.

L’Analisi della Corte: Criteri per la Partecipazione all’Associazione a Delinquere

La Corte di Cassazione ha respinto integralmente i ricorsi, definendoli manifestamente infondati. I giudici hanno sottolineato come i tribunali di merito avessero correttamente ricostruito il ruolo dei due imputati. Sebbene non preminente, il loro contributo era tutt’altro che occasionale. Essi costituivano “fedeli e stabili punti di riferimento” per lo svolgimento di incarichi esecutivi cruciali per la vita dell’organizzazione.

La Stabilità del Contributo

La Corte ha chiarito che la stabilità del ruolo non si misura sulla base della frequenza dei contatti con gli altri associati o sulla durata della collaborazione. L’elemento decisivo è la sistematica disponibilità a porsi al servizio del sodalizio per attività di ausilio e supporto. Nel caso di specie, questa disponibilità era comprovata da elementi concreti: uno degli imputati aveva ricevuto in dotazione un’automobile per effettuare le consegne, a dimostrazione di un rapporto fiduciario e continuativo con i vertici; l’altro, legato da parentela a uno dei capi, utilizzava utenze telefoniche dedicate esclusivamente al traffico illecito.

Valore delle Intercettazioni e del Riconoscimento Vocale

La difesa aveva anche contestato l’interpretazione delle intercettazioni telefoniche e l’identificazione vocale. La Cassazione ha ribadito che l’interpretazione del linguaggio criptico è una questione di fatto di competenza del giudice di merito, la cui valutazione, se logicamente motivata, è insindacabile. Allo stesso modo, per l’identificazione dei parlanti, non è indispensabile una perizia fonica, potendo il giudice basarsi sul riconoscimento effettuato dagli agenti di polizia giudiziaria e su altre circostanze.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione di inammissibilità si fonda su una valutazione rigorosa degli elementi probatori. La Corte ha ritenuto che il quadro indiziario, rafforzato dagli esiti delle intercettazioni, dimostrasse in modo inequivocabile l’inserimento stabile dei ricorrenti nel tessuto organizzativo del gruppo criminale. Di conseguenza, è stata esclusa la possibilità di derubricare il reato a un’ipotesi meno grave, tenuto conto del contesto organizzato dello spaccio, della varietà delle sostanze trattate e dei collegamenti con ambienti criminali di maggiore spessore. Anche la doglianza sulla pena è stata rigettata, poiché il giudice di merito aveva esercitato correttamente la propria discrezionalità, motivando in modo adeguato le ragioni per cui la riduzione per le attenuanti non era stata applicata nella sua massima estensione.

Conclusioni

Questa ordinanza conferma un orientamento consolidato: per essere considerati parte di un’associazione a delinquere, non è necessario essere un boss o un promotore. È sufficiente fornire un contributo consapevole, stabile e funzionale agli scopi del sodalizio. La disponibilità sistematica a svolgere compiti operativi, anche umili, dimostra l’affectio societatis scelerum, ovvero la volontà di far parte del gruppo criminale. La sentenza rappresenta un monito importante: anche chi si limita a ruoli esecutivi risponde a pieno titolo del reato associativo, con tutte le gravi conseguenze sanzionatorie che ne derivano.

Per essere condannati per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio è necessario avere un ruolo di capo?
No. La sentenza chiarisce che anche ricoprire un ruolo esecutivo, come quello di trasportatore o addetto alle consegne, è sufficiente per integrare la partecipazione all’associazione, a condizione che tale ruolo sia svolto in modo stabile e continuativo, rappresentando un punto di riferimento affidabile per l’organizzazione.

Se le conversazioni intercettate sono in codice, come può interpretarle il giudice?
L’interpretazione del linguaggio criptico o cifrato usato nelle intercettazioni è una questione di fatto rimessa alla valutazione del giudice di merito. Se la sua interpretazione è logica e basata su massime di esperienza, non può essere contestata in Cassazione, a meno che non sia manifestamente irragionevole o illogica.

La sporadicità dei contatti con gli altri membri dell’associazione esclude la responsabilità?
No. Secondo la Corte, la sporadicità dei contatti o un breve arco temporale di collaborazione non escludono di per sé la partecipazione stabile all’associazione. Ciò che conta è che l’individuo sia a disposizione sistematica del gruppo per condotte di ausilio e supporto, come dimostrato nel caso di specie dalla dotazione di un’auto per le consegne e dall’uso di utenze telefoniche dedicate.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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