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Associazione a delinquere: il ruolo dell’organizzatore

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per associazione a delinquere di una dipendente bancaria con ruolo di organizzatrice. L’imputata forniva codici di accesso a conti online per la realizzazione di frodi. La Corte ha respinto il ricorso, stabilendo che le intercettazioni erano utilizzabili anche se il suo ruolo non era definito inizialmente e che la sua contribuzione, essenziale e non sostituibile, qualificava il suo ruolo come quello di organizzatrice, distinguendo il caso da una mera partecipazione concorsuale in reati. La natura durevole del patto criminale, proiettato a commettere una serie indeterminata di delitti, ha confermato l’esistenza di una vera e propria associazione a delinquere.

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Pubblicato il 15 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Associazione a delinquere: la Cassazione definisce il ruolo chiave dell’organizzatore

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti sulla configurabilità del reato di associazione a delinquere (art. 416 c.p.) e, in particolare, sulla qualifica di ‘organizzatore’. Il caso esaminato riguardava una dipendente di un istituto di credito, accusata di aver fornito a un sodalizio criminale le credenziali di accesso a conti correnti online per compiere frodi informatiche. La Corte ha confermato la condanna, delineando i confini tra una mera partecipazione a singoli reati e il ruolo strutturato all’interno di un’organizzazione stabile.

I Fatti del Caso

L’imputata, una dipendente di banca, era stata condannata nei primi due gradi di giudizio per aver partecipato, con ruolo di organizzatrice, a un’associazione criminale finalizzata alla sottrazione fraudolenta di denaro da depositi bancari. Il suo compito era quello di procurare al gruppo i codici di accesso ai portali di home banking dei clienti. Una volta ottenute le credenziali, altri membri del gruppo, tramite utenze telefoniche clonate, ottenevano le autorizzazioni per effettuare bonifici verso carte di credito intestate a prestanome.

I Motivi del Ricorso

La difesa ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su tre motivi principali:
1. Inutilizzabilità delle intercettazioni: Si sosteneva che le intercettazioni, autorizzate inizialmente per reati di truffa e associazione semplice, non fossero utilizzabili perché l’imputata era stata indagata come mera partecipe e non come organizzatrice, ruolo che richiede requisiti di ammissibilità più stringenti per le intercettazioni.
2. Insussistenza dell’associazione: La difesa argomentava che i fatti dimostravano solo una fattispecie concorsuale limitata a tre specifici episodi di truffa, e non un’associazione stabile e permanente. Mancava la prova di un pactum sceleris duraturo.
3. Errata attribuzione del ruolo di organizzatrice: Si contestava la qualifica di organizzatrice, sostenendo che l’imputata non avesse mai svolto compiti di coordinamento o gestione, ma si fosse limitata a fornire informazioni.

L’Analisi della Corte sull’associazione a delinquere

La Suprema Corte ha rigettato tutti i motivi del ricorso. In primo luogo, ha chiarito che, nella fase iniziale delle indagini, quando i ruoli non sono ancora definiti, è legittimo disporre intercettazioni per il reato di associazione a delinquere in termini generali, senza specificare il ruolo di ciascun indagato. La verifica successiva del ruolo attiene al merito dell’accusa e non all’ammissibilità della prova.

Inoltre, i giudici hanno sottolineato che l’esistenza di un’associazione stabile non era limitata ai soli reati consumati. Dalle intercettazioni emergeva chiaramente la volontà del gruppo di proseguire l’attività criminale, cercando di procurarsi nuovi strumenti come skimmer e carte di credito, anche dopo che l’istituto bancario, insospettito, aveva bloccato l’emissione di nuove carte.

Il Ruolo di Organizzatore nell’associazione a delinquere

Il punto centrale della sentenza riguarda la definizione del ruolo di ‘organizzatore’. La Corte ha ribadito un principio consolidato: la qualifica di organizzatore spetta a chi, anche senza dirigere altri soggetti, svolge un’attività essenziale e ‘infungibile’ per la vita e l’operatività dell’associazione. L’apporto fornito deve essere indispensabile per la realizzazione del programma criminoso.

Le Motivazioni

Nel caso di specie, il ruolo della dipendente bancaria è stato ritenuto infungibile. Essendo un soggetto interno all’istituto di credito, era l’unica in grado di fornire un ‘input’ insostituibile: le credenziali di accesso ai conti. Questo contributo non era occasionale, ma si inseriva in un programma criminale destinato a replicarsi nel tempo. La sua piena consapevolezza era dimostrata dai colloqui intercettati, in cui discuteva le modalità operative per prelevare denaro senza destare sospetti e manifestava disappunto per la cattiva gestione di alcune operazioni, a riprova di un ruolo attivo e non meramente esecutivo. La Corte ha quindi ritenuto che il suo apporto avesse una portata organizzativa generale, predisponendo gli strumenti indispensabili per una serie potenzialmente infinita di condotte illecite.

Le Conclusioni

La sentenza rigetta il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento delle spese processuali. Questa decisione consolida l’interpretazione secondo cui per essere considerati organizzatori di un’associazione a delinquere non è necessario impartire ordini o dirigere formalmente altri affiliati. È sufficiente fornire un contributo causale cruciale, non facilmente sostituibile, che si riveli fondamentale per la sopravvivenza e l’efficienza del sodalizio criminale. Si tratta di un monito importante, soprattutto per i cosiddetti ‘insider’ che, con le loro competenze o posizioni, possono diventare un ingranaggio indispensabile per le organizzazioni criminali.

Quando le intercettazioni sono ammissibili per il reato di associazione a delinquere se il ruolo dell’indagato non è ancora chiaro?
Le intercettazioni sono ammissibili. Secondo la Corte, nella fase iniziale delle indagini, quando la situazione non è ancora chiara, la contestazione può avere un carattere ‘indistinto’ che copre anche le ipotesi più gravi del reato associativo, senza necessità di specificare fin da subito il ruolo esatto di ciascun indagato.

Cosa distingue una semplice partecipazione concorsuale in reati da una vera e propria associazione a delinquere?
L’associazione a delinquere presuppone un accordo criminoso stabile e tendenzialmente permanente, finalizzato a commettere una serie indeterminata di delitti. Una semplice partecipazione concorsuale, invece, riguarda un accordo occasionale e limitato alla commissione di uno o più reati specifici, che si esaurisce con la loro consumazione.

Quali elementi definiscono il ruolo di ‘organizzatore’ in un’associazione a delinquere, anche senza compiti di direzione?
Il ruolo di organizzatore è definito dall’essenzialità e dall’infungibilità del contributo fornito all’associazione. Non è necessario che il soggetto diriga altri membri; è sufficiente che la sua attività sia indispensabile per la realizzazione del programma criminoso, come nel caso di chi reperisce mezzi o informazioni cruciali e non sostituibili.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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