LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Associazione a delinquere: i requisiti secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per partecipazione ad una associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico. La Corte ha ribadito che per configurare il reato sono sufficienti un patto associativo anche informale tra almeno tre persone, risorse adeguate e la stabile messa a disposizione di ciascun associato, anche in assenza di una struttura complessa. L’inammissibilità è stata dichiarata poiché il ricorso si limitava a proporre una ricostruzione dei fatti alternativa, non consentita in sede di legittimità, e non contestava specificamente le motivazioni della sentenza basate sul principio della ‘doppia conforme’.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Associazione a Delinquere e Narcotraffico: Quando la Partecipazione è Stabile?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 19350/2024, è tornata a pronunciarsi sui requisiti necessari per configurare il reato di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, come previsto dall’art. 74 del DPR 309/1990. Questa decisione offre importanti chiarimenti sulla natura del vincolo associativo e sui limiti del sindacato di legittimità, specialmente in presenza di una ‘doppia conforme’.

I Fatti del Caso: Dalla Condanna al Ricorso in Cassazione

Il caso trae origine dalla condanna di un individuo per la sua partecipazione a un’organizzazione criminale dedita al narcotraffico. La sentenza, emessa dal Tribunale di Catania, era stata pienamente confermata dalla Corte d’Appello locale.

L’imputato ha quindi proposto ricorso per cassazione, lamentando un vizio di motivazione e una violazione di legge riguardo alla prova della sua effettiva partecipazione al sodalizio criminoso. Secondo la sua difesa, non vi erano elementi sufficienti per dimostrare un suo coinvolgimento stabile e consapevole nell’associazione.

I Criteri per l’Associazione a Delinquere secondo la Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato, cogliendo l’occasione per ribadire i principi consolidati in materia. Per la configurabilità di una associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, non è richiesta una struttura complessa e gerarchica, ma sono necessari e sufficienti tre elementi fondamentali.

Il Patto Associativo e le Risorse

Il primo requisito è l’esistenza di un patto associativo, anche sorto in modo informale e non contestuale, che vincoli almeno tre persone. Tale patto deve avere ad oggetto un programma criminoso da realizzare nel settore degli stupefacenti attraverso il coordinamento degli apporti personali. In secondo luogo, il sodalizio deve disporre, con sufficiente stabilità, di risorse umane e materiali adeguate a rendere credibile l’attuazione del programma.

La Stabilità della Partecipazione

Il terzo elemento, cruciale nel caso di specie, è che ogni associato, a conoscenza almeno dei tratti essenziali del sodalizio, si metta stabilmente a disposizione di quest’ultimo. La Corte ha sottolineato che è sufficiente una struttura anche ‘esile’, sulla quale i compartecipi possano fare reciproco e tacito affidamento per il perseguimento dei fini illeciti.

La Decisione della Corte: il Principio della “Doppia Conforme”

Un punto centrale della decisione riguarda il concetto di ‘doppia conforme’. Quando la sentenza d’appello conferma quella di primo grado, esaminando le censure con criteri omogenei e facendo riferimento ai passaggi logici della prima decisione, le due motivazioni si saldano in un unico corpo argomentativo.

Nel caso specifico, i giudici di merito avevano logicamente e coerentemente evidenziato gli elementi probatori, come le numerose conversazioni telefoniche intercettate, da cui emergeva un coinvolgimento ‘stabile e incondizionato’ del ricorrente.

L’Inammissibilità del Ricorso per Aspecificità

La Cassazione ha giudicato il ricorso inammissibile anche perché ‘aspecifico’. L’imputato, infatti, non aveva contestato specifici passaggi logici della sentenza impugnata, ma si era limitato a proporre una argomentazione di mero fatto, puramente alternativa alla ricostruzione operata dai giudici di merito. Tale approccio non è consentito in sede di legittimità, dove la Corte non può riesaminare i fatti, ma solo verificare la correttezza giuridica e la logicità della motivazione.

Le Motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano sulla distinzione tra il giudizio di merito e quello di legittimità. I giudici di Cassazione hanno chiarito che il loro compito non è quello di fornire una nuova valutazione delle prove, ma di controllare la coerenza logica e la correttezza giuridica del ragionamento seguito dai giudici dei gradi precedenti. Le prove, tra cui le intercettazioni, dimostravano una presenza costante e un contributo attivo del ricorrente ai programmi dell’associazione, rendendo irrilevante la tesi difensiva secondo cui il capo del sodalizio lo avrebbe escluso. Tale assunto è stato giudicato ‘totalmente contrario alle inequivoche risultanze probatorie’.

Le Conclusioni

In conclusione, l’ordinanza conferma che la prova della partecipazione a un’associazione criminale può basarsi su elementi che dimostrino un contributo stabile e consapevole, anche in assenza di una struttura organizzativa complessa. Un ricorso in Cassazione che non critica la logicità della sentenza ma propone una diversa lettura dei fatti è destinato all’inammissibilità. La condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle Ammende è la diretta conseguenza procedurale di tale inammissibilità.

Quali sono i requisiti minimi per configurare un’associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico?
Sono necessari tre elementi: a) un patto associativo, anche informale, tra almeno tre persone per un programma criminoso nel settore degli stupefacenti; b) la disponibilità stabile di risorse umane e materiali adeguate; c) la stabile messa a disposizione di ciascun associato, consapevole dei tratti essenziali del sodalizio.

È necessaria una struttura complessa e articolata per provare l’esistenza del reato associativo?
No, la sentenza chiarisce che il reato associativo non richiede una struttura complessa. È sufficiente anche una struttura ‘esile’ su cui i membri possano fare reciproco, anche tacito, affidamento per il perseguimento degli scopi illeciti.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione propone una ricostruzione dei fatti diversa da quella dei giudici di merito?
Il ricorso viene dichiarato inammissibile. La Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Pertanto, non può riesaminare le prove e sostituire la propria valutazione a quella dei giudici dei gradi precedenti, ma solo verificare la correttezza giuridica e la logicità della motivazione della sentenza impugnata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati