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Art. 131-bis sicurezza lavoro: condotta successiva

Un datore di lavoro, condannato per violazioni della sicurezza in cantiere, ha fatto ricorso in Cassazione. La Suprema Corte, pur confermando la sua responsabilità, ha accolto il motivo relativo alla mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. La sentenza stabilisce un principio importante in materia di Art. 131-bis sicurezza lavoro: l’adozione di misure di sicurezza dopo la contestazione, anche senza il pagamento della sanzione per l’oblazione, costituisce una ‘condotta susseguente al reato’ che il giudice deve valutare per decidere sulla non punibilità.

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Pubblicato il 1 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Art. 131-bis sicurezza lavoro: la condotta post-reato è decisiva

Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 30030 del 2025, offre un chiarimento fondamentale sull’applicazione dell’Art. 131-bis sicurezza lavoro, la norma che esclude la punibilità per particolare tenuità del fatto. La Corte ha stabilito che l’adeguamento alle norme di sicurezza, avvenuto dopo la contestazione della violazione, deve essere considerato dal giudice come ‘condotta susseguente al reato’, anche se l’imputato non ha pagato la sanzione amministrativa prevista per l’estinzione del reato. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso: La Condanna in Primo Grado

Il Tribunale di L’Aquila aveva condannato il datore di lavoro di un’impresa edile per aver violato le norme sulla sicurezza del lavoro (D.Lgs. 81/2008). Le contestazioni specifiche riguardavano l’omissione di idonea viabilità nell’area di cantiere, a causa della presenza di cavi elettrici che creavano un rischio di inciampo, e la mancata installazione di ulteriori dispositivi di sicurezza nell’area esterna.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

L’imputato, tramite il suo difensore, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione basandosi su tre motivi principali:
1. Violazione di legge: Si lamentava che la responsabilità penale fosse stata attribuita automaticamente solo in base alla sua qualifica di legale rappresentante, configurando un caso di responsabilità oggettiva senza un’adeguata motivazione sull’elemento soggettivo (colpa) e sul nesso di causalità.
2. Vizio di motivazione: La difesa sosteneva che le prove dimostravano come l’imputato gestisse il cantiere ‘a distanza’ tramite atti amministrativi e che le funzioni di controllo sulla sicurezza fossero state validamente delegate ad altre figure professionali.
3. Mancata applicazione dell’art. 131-bis c.p.: Si denunciava che il giudice di merito non avesse considerato, ai fini della non punibilità per particolare tenuità del fatto, l’immediata adozione delle misure di sicurezza richieste dopo l’ispezione e l’assenza di precedenti penali dell’imputato, focalizzandosi solo sulla pluralità delle violazioni e sul mancato pagamento della sanzione.

La Decisione della Suprema Corte: Focus sull’Art. 131-bis Sicurezza Lavoro

La Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso fondato, ma solo limitatamente al terzo motivo, quello relativo alla tenuità del fatto.

Il Rigetto dei Primi Due Motivi: La Responsabilità del Datore di Lavoro

I primi due motivi sono stati dichiarati inammissibili per genericità. La Corte ha sottolineato che la posizione di garanzia del datore di lavoro era chiara e che gli argomenti sulla presunta delega di funzioni erano inconsistenti. Anzi, il riferimento alla gestione ‘a distanza’ tramite ‘atti amministrativi’ è stato interpretato come una sorta di ammissione di disinteresse per le attività concrete del cantiere, rafforzando la sua responsabilità colposa.

L’Accoglimento del Terzo Motivo: La Rilevanza della Condotta Post-Reato

Il cuore della sentenza risiede nell’accoglimento del terzo motivo. La Cassazione ha spiegato la differenza tra l’estinzione del reato tramite oblazione speciale (prevista dall’art. 301 del D.Lgs. 81/2008) e la causa di non punibilità dell’art. 131-bis c.p.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha motivato che, mentre per l’oblazione sono necessarie entrambe le condizioni (adempimento delle prescrizioni di sicurezza e pagamento della sanzione), per l’applicazione dell’art. 131-bis il quadro è diverso. L’attuale formulazione della norma permette di tenere conto ‘anche della condotta susseguente al reato’. L’adozione delle misure di sicurezza, pur essendo una delle due condizioni per l’oblazione, può essere valutata autonomamente dal giudice come un indice positivo per riconoscere la tenuità del fatto. Il giudice di merito, quindi, ha errato a non considerare questo comportamento, valorizzando solo elementi negativi come il mancato pagamento della sanzione. La Cassazione ha quindi affermato il principio secondo cui il giudice deve considerare la possibile rilevanza dell’adozione delle misure di sicurezza come comportamento successivo rilevante ai fini dell’applicazione dell’art. 131-bis c.p., senza che ciò significhi un’applicazione automatica della norma, ma richiedendo una valutazione complessiva del fatto.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa sentenza ha importanti implicazioni pratiche. Stabilisce che un datore di lavoro che si attiva immediatamente per rimediare a una violazione di sicurezza, ripristinando le condizioni a norma, può beneficiare della non punibilità per particolare tenuità del fatto, anche qualora non proceda al pagamento della sanzione amministrativa. La decisione non crea un automatismo, ma impone al giudice di merito una valutazione più completa e bilanciata, che tenga conto del comportamento post-reato come elemento fondamentale per determinare la reale gravità della condotta e l’effettiva portata dell’offesa al bene giuridico protetto, ovvero la sicurezza dei lavoratori.

La responsabilità del datore di lavoro per la sicurezza può essere esclusa da una delega di funzioni?
Secondo la Corte, non è sufficiente affermare genericamente di aver delegato le funzioni. In questo caso, la difesa non ha specificato l’oggetto esatto della delega e l’argomentazione è stata ritenuta contraddittoria con il fatto che l’imputato continuasse a occuparsi del cantiere, seppur tramite ‘atti amministrativi’, confermando così la sua posizione di garanzia.

L’adozione delle misure di sicurezza dopo la contestazione del reato è sufficiente per escludere la punibilità?
Non automaticamente, ma è un elemento cruciale che il giudice deve considerare. La Cassazione chiarisce che tale comportamento rientra nella ‘condotta susseguente al reato’ e può essere un indice decisivo per qualificare il fatto come di ‘particolare tenuità’ ai sensi dell’art. 131-bis del codice penale.

Che differenza c’è tra estinzione del reato con oblazione e non punibilità per tenuità del fatto?
L’oblazione speciale, prevista dalla normativa sulla sicurezza sul lavoro (art. 301, D.Lgs. 81/2008), estingue il reato solo se si verificano due condizioni: l’adempimento delle prescrizioni di sicurezza e il pagamento di una sanzione. Invece, ai fini della non punibilità per tenuità del fatto (art. 131-bis c.p.), il solo adempimento delle prescrizioni, anche senza il pagamento della sanzione, può essere valutato dal giudice come condotta positiva per ritenere l’offesa lieve.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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