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Arresto provvisorio estradizione: la Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione ha confermato la validità di un arresto provvisorio ai fini di estradizione eseguito sulla base di una segnalazione internazionale (Interpol), anche senza una formale richiesta da parte dello Stato estero. La Corte ha chiarito che, per questa misura cautelare, è sufficiente la notizia di ricerca diffusa a livello internazionale che contenga gli elementi essenziali per identificare la persona e il reato contestato. Inoltre, ha ribadito che la commissione di parte del reato in Italia non impedisce l’estradizione, essendo una valutazione discrezionale del Ministro della Giustizia.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Arresto provvisorio estradizione: La Cassazione conferma la validità con la sola segnalazione Interpol

Un recente pronunciamento della Corte di Cassazione ha affrontato un tema cruciale nella cooperazione giudiziaria internazionale: i presupposti per un arresto provvisorio estradizione. La sentenza chiarisce quali documenti siano sufficienti per convalidare l’arresto di un cittadino straniero ricercato da un altro Stato, anche prima della ricezione di una formale domanda di estradizione. Il caso analizzato riguarda un cittadino tunisino, destinatario di un mandato di arresto internazionale per gravi reati legati al traffico di stupefacenti.

I Fatti del Caso: L’arresto a Bologna

Un cittadino tunisino è stato arrestato in Italia, a Bologna, in esecuzione di un mandato di arresto emesso dall’autorità giudiziaria della Tunisia. L’uomo era stato condannato a vent’anni di reclusione per reati di traffico di stupefacenti e associazione a delinquere. La Corte di Appello competente ha convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare in carcere, ritenendo sussistenti le condizioni per un arresto provvisorio in attesa della procedura di estradizione.

Il Ricorso in Cassazione: I motivi della difesa

La difesa dell’arrestato ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando due questioni principali:

1. Violazione di legge: Secondo il ricorrente, l’arresto non sarebbe stato legittimo per la mancanza di una documentazione adeguata proveniente direttamente dalle autorità tunisine. La difesa ha sostenuto che la semplice nota del Ministero dell’Interno italiano, basata su contatti internazionali, non forniva le garanzie e le informazioni dettagliate richieste dalla legge (art. 715 c.p.p.), come la descrizione precisa dei fatti e le pene previste.
2. Locus commissi delicti: La difesa ha inoltre evidenziato che parte delle condotte criminose contestate sarebbero state commesse anche in Italia. Questo, a suo avviso, avrebbe dovuto costituire un ostacolo all’estradizione.

L’arresto provvisorio estradizione e l’analisi della Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato. La sentenza offre importanti chiarimenti sui requisiti dell’arresto provvisorio estradizione, distinguendo nettamente questa fase preliminare e urgente dalla successiva procedura di estradizione vera e propria.

La sufficienza della segnalazione internazionale

Il punto centrale della decisione riguarda la documentazione necessaria per l’arresto. La Corte ha ribadito un principio consolidato: ai fini della convalida di un arresto provvisorio ex art. 716 c.p.p., non è richiesta la formale domanda di estradizione da parte dello Stato estero. È sufficiente la diffusione di una notizia di ricerca internazionale, come una segnalazione all’Interpol.

Questo avviso deve contenere gli elementi essenziali per integrare le condizioni previste dall’art. 715 c.p.p., ovvero:
– L’indicazione del provvedimento restrittivo della libertà personale.
– Le generalità complete della persona ricercata per una sua corretta identificazione.
– Una descrizione sufficiente dei reati per i quali si procede.

Nel caso di specie, la segnalazione della Direzione Centrale della Polizia Criminale conteneva tutte queste informazioni, rendendo l’arresto pienamente legittimo.

Il principio del ‘locus commissi delicti’

Riguardo al secondo motivo di ricorso, la Cassazione ha chiarito che il fatto che un reato sia stato commesso, in tutto o in parte, sul territorio italiano non rappresenta un ostacolo automatico all’estradizione. Secondo la Convenzione europea del 1957 (art. 7), questa circostanza configura un’ipotesi di rifiuto facoltativo dell’estradizione. La decisione in merito non spetta all’Autorità Giudiziaria, ma rientra nelle attribuzioni e nella discrezionalità del Ministro della Giustizia.

Le motivazioni della Sentenza

La Corte ha motivato il rigetto del ricorso basandosi sulla distinzione tra la fase cautelare dell’arresto e la procedura di estradizione. L’arresto provvisorio ha lo scopo di assicurare la persona alla giustizia in attesa che lo Stato richiedente formalizzi la domanda, prevenendo il pericolo di fuga. Per questo motivo, la legge richiede standard informativi meno rigidi rispetto a quelli necessari per la decisione finale sull’estradizione. Una segnalazione Interpol, se completa degli elementi essenziali, soddisfa pienamente questa esigenza cautelare. La Corte ha inoltre sottolineato la presenza di un concreto pericolo di fuga, data l’entità della pena, i contatti esteri del ricercato e la sua tendenza a spostarsi in modo clandestino. Infine, ha ribadito la separazione dei poteri, assegnando al potere esecutivo (Ministro della Giustizia) la valutazione politica e discrezionale sull’opportunità di concedere l’estradizione quando il reato è stato commesso anche in Italia.

Le conclusioni

La sentenza consolida un importante principio in materia di cooperazione internazionale. Per l’arresto provvisorio estradizione, la segnalazione tramite canali di polizia internazionale come l’Interpol è sufficiente, a patto che contenga le informazioni necessarie a identificare il ricercato e il reato. Questa decisione garantisce efficacia e tempestività alle misure cautelari internazionali, senza pregiudicare le successive valutazioni di merito che verranno svolte nella fase estradizionale vera e propria, sia dall’autorità giudiziaria che da quella politica.

Per convalidare un arresto provvisorio ai fini di estradizione è necessaria la formale richiesta dello Stato estero?
No. Secondo la Corte, per la fase della convalida dell’arresto non è necessaria la formale domanda di estradizione, essendo sufficiente la diffusione di una notizia di ricerca internazionale (es. segnalazione Interpol) che contenga l’indicazione del provvedimento restrittivo, le generalità del ricercato e la descrizione del reato.

Quali informazioni minime deve contenere la segnalazione internazionale per giustificare l’arresto?
La segnalazione deve fornire informazioni utili alla concreta individuazione del ricercato (generalità complete), una compiuta descrizione dei reati contestati e gli estremi del provvedimento restrittivo della libertà personale emesso dall’autorità straniera.

Se un reato viene commesso anche in Italia, l’estradizione è automaticamente bloccata?
No. La commissione di un reato nel territorio italiano non è un ostacolo assoluto all’estradizione. Si tratta di un’ipotesi di rifiuto facoltativo, la cui valutazione spetta non all’autorità giudiziaria, ma al Ministro della Giustizia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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