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Arresto per evasione: legittimo anche senza flagranza

La Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza di un tribunale che non aveva convalidato un arresto. Il giudice di primo grado aveva erroneamente escluso la flagranza per un reato di furto, omettendo di valutare la sussistenza di un autonomo reato di evasione. La Suprema Corte ha chiarito che l’arresto per evasione è consentito per legge anche fuori dai casi di flagranza, rendendo quindi legittimo l’operato della polizia giudiziaria.

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Pubblicato il 21 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Arresto per Evasione: Legittimo anche Fuori dalla Flagranza

Una recente sentenza della Corte di Cassazione chiarisce un importante principio in materia di procedura penale: la legittimità di un arresto per evasione non dipende dalla sussistenza dello stato di flagranza. La Suprema Corte ha annullato la decisione di un giudice che, concentrandosi unicamente su un’accusa di furto, aveva omesso di valutare la sussistenza del reato di evasione, per il quale l’arresto è sempre consentito per legge.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un’ordinanza del Tribunale di Reggio Calabria, che non convalidava l’arresto di un soggetto accusato di molteplici reati: furto aggravato, resistenza a pubblico ufficiale, evasione e ricettazione. L’imputato, che si trovava in regime di detenzione domiciliare, era stato arrestato dalla polizia giudiziaria.

Il giudice di primo grado aveva ritenuto l’arresto illegittimo, sostenendo che non sussistessero gli estremi della flagranza o quasi-flagranza per il reato di furto. In particolare, gli agenti erano giunti presso l’abitazione dell’indagato circa quarantacinque minuti dopo la presunta fuga, senza trovare né la refurtiva né gli indumenti usati per commettere il reato. Sulla base di questa sola considerazione, il Tribunale non convalidava l’arresto.

Il Ricorso del Pubblico Ministero e la questione dell’arresto per evasione

Il Procuratore della Repubblica ha impugnato questa decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, lamentando un evidente errore di diritto. Il ricorso si fondava su due punti cruciali:

1. Omissione di pronuncia: Il giudice aveva completamente ignorato gli altri reati contestati, in particolare quello di resistenza a pubblico ufficiale e, soprattutto, quello di evasione.
2. Violazione di legge: Il Tribunale non aveva considerato che, per il reato di evasione, la legge prevede la possibilità di procedere all’arresto anche al di fuori dei casi di flagranza.

L’errore del giudice di merito è stato quello di ritenere dirimente la mancanza di flagranza per il reato di furto, senza effettuare una valutazione autonoma e distinta per il reato di evasione, commesso dal soggetto che si era allontanato dalla propria abitazione pur essendo sottoposto alla detenzione domiciliare.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Pubblico Ministero, annullando senza rinvio l’ordinanza impugnata. La Suprema Corte ha qualificato come “evidente errore di diritto” l’operato del giudice di primo grado.

Le Motivazioni

La motivazione della Cassazione è netta e lineare. Il Tribunale, nel decidere sulla convalida, avrebbe dovuto esaminare la sussistenza dei presupposti per l’arresto in relazione a ciascuno dei reati contestati. Invece, si è limitato a escludere la flagranza per il solo delitto di furto.

Il punto centrale della decisione risiede nell’articolo 3 del D.L. 13 maggio 1991, n. 152, che consente espressamente l’arresto anche fuori dai casi di flagranza per chi ha posto in essere una condotta punibile ai sensi dell’art. 385 c.p. (evasione). Il fatto che l’imputato fosse stato sorpreso al di fuori della sua abitazione, dove era ristretto in detenzione domiciliare, integrava di per sé il reato di evasione e rendeva pienamente legittimo l’arresto operato dalla polizia giudiziaria.

La Corte ha inoltre sottolineato come la stessa ordinanza impugnata, nella parte in cui applicava una misura cautelare all’indagato, confermava implicitamente che quest’ultimo era stato trovato fuori dalla sua abitazione.

L’annullamento è stato disposto “senza rinvio” poiché la fase processuale della convalida dell’arresto era ormai superata. La pronuncia della Corte ha quindi lo scopo di affermare la correttezza dell’operato degli agenti di polizia e di censurare l’errore di diritto del giudice, pur senza avere più effetti pratici sulla libertà personale dell’indagato in relazione a quella specifica fase.

Le Conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: quando un soggetto è accusato di più reati, la validità dell’arresto deve essere valutata distintamente per ogni singola imputazione. La mancanza dei presupposti per un reato (come la flagranza per il furto) non può invalidare l’arresto se questo è legittimamente fondato su un’altra ipotesi di reato, come l’evasione. Per quest’ultimo, infatti, il legislatore ha previsto un regime speciale che autorizza l’arresto a prescindere dalla flagranza, a tutela dell’esecuzione dei provvedimenti giudiziari.

È necessario lo stato di flagranza per convalidare un arresto per il reato di evasione?
No, ai sensi dell’art. 3 del D.L. n. 152/1991, è consentito l’arresto per il reato di evasione (art. 385 c.p.) anche al di fuori dei casi di flagranza.

Se un giudice non convalida l’arresto per un reato, la decisione si estende automaticamente a tutti gli altri reati contestati?
No, il giudice ha il dovere di valutare la sussistenza dei presupposti per l’arresto in relazione a ciascun singolo reato contestato. Omettere tale valutazione per uno o più reati costituisce un errore di diritto.

Perché la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza “senza rinvio”?
La Corte ha annullato senza rinvio perché la fase della convalida dell’arresto era ormai conclusa e superata. Un nuovo giudizio sulla convalida sarebbe stato puramente formale e privo di effetti giuridici concreti. La decisione serve quindi a stabilire la corretta interpretazione della legge e la legittimità dell’azione della polizia giudiziaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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