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Arresto in flagranza: quando è legittimo?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 6272/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso contro un’ordinanza di convalida di arresto. Il caso riguardava un soggetto fermato per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio a seguito di una perquisizione domiciliare. La Corte ha stabilito che la perquisizione era legittima poiché basata su informazioni investigative e che il ritrovamento della droga e di materiale per il confezionamento ha configurato un chiaro stato di arresto in flagranza, giustificando la misura restrittiva.

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Pubblicato il 31 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Arresto in flagranza per spaccio: legittimo se scaturisce da perquisizione fondata su indizi

L’arresto in flagranza rappresenta uno degli strumenti più incisivi a disposizione della polizia giudiziaria, ma i suoi confini sono spesso oggetto di dibattito legale. Con la recente sentenza n. 6272 del 2024, la Corte di Cassazione ha fornito chiarimenti cruciali sulla legittimità di un arresto eseguito durante una perquisizione domiciliare, anche se quest’ultima è stata avviata sulla base di sole informazioni investigative.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da un’ordinanza del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, che convalidava l’arresto di un individuo e applicava la misura della custodia cautelare in carcere. L’arresto era avvenuto a seguito di una perquisizione domiciliare durante la quale i Carabinieri avevano rinvenuto una notevole quantità e varietà di sostanze stupefacenti, bilancini di precisione, materiale per il confezionamento delle dosi e una somma di denaro. Tutti elementi che, nel loro complesso, facevano presumere un’attività di spaccio.

I Motivi del Ricorso: quando un arresto in flagranza viene contestato?

La difesa dell’indagato ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando due questioni principali. In primo luogo, si sosteneva che la polizia giudiziaria avesse ecceduto i propri poteri, effettuando una perquisizione d’iniziativa senza elementi concreti sufficienti a desumere la detenzione di droga. In secondo luogo, si contestava la sussistenza dello stato di flagranza, affermando che l’indagato si era presentato spontaneamente presso l’abitazione per assistere alla perquisizione, prima ancora che questa avesse inizio, e quindi non sarebbe stato ‘sorpreso’ nell’atto di commettere il reato.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto integralmente le argomentazioni difensive, dichiarando il ricorso manifestamente infondato e quindi inammissibile. I giudici hanno chiarito che la perquisizione domiciliare era stata eseguita legittimamente, poiché fondata su specifiche informazioni investigative che segnalavano la presenza di stupefacenti destinati allo spaccio nell’abitazione.

Il punto centrale della decisione riguarda la configurazione dell’arresto in flagranza. La Corte ha sottolineato che è pacifico che l’indagato fosse presente fin dall’inizio delle operazioni di ricerca. Il successivo ritrovamento non solo delle sostanze, ma anche di tutto l’occorrente per la loro vendita (bilancini, materiale per il confezionamento), ha confermato le informazioni iniziali e ha cristallizzato una situazione di flagranza del reato di detenzione a fini di spaccio. In altre parole, la scoperta delle prove ha dimostrato che il reato era in corso di esecuzione proprio in quel momento e in quel luogo, legittimando pienamente l’arresto della persona presente.

Conclusioni

La sentenza ribadisce un principio fondamentale: le informazioni investigative costituiscono una base solida per avviare una perquisizione d’iniziativa quando vi è il fondato motivo di ritenere che possano essere trovate sostanze stupefacenti. Se la perquisizione dà esito positivo, trovando non solo la droga ma anche prove della sua destinazione allo spaccio, si configura pienamente lo stato di flagranza. La presenza dell’indagato durante il ritrovamento è l’elemento che lo collega direttamente al reato in corso, giustificando l’arresto in flagranza e le successive misure cautelari. La decisione, pertanto, conferma la legittimità dell’operato della polizia giudiziaria e rafforza gli strumenti di contrasto al traffico di droga.

È legittima una perquisizione domiciliare basata solo su informazioni investigative?
Sì, secondo la sentenza, la perquisizione domiciliare è legittima se eseguita sulla base di informazioni investigative che segnalano la probabile presenza di sostanze stupefacenti destinate allo spaccio all’interno dell’abitazione.

Quando si configura lo stato di flagranza per detenzione di stupefacenti?
Lo stato di flagranza si configura nel momento in cui, durante una perquisizione legittima, vengono rinvenute sostanze stupefacenti insieme a plurimi elementi che ne indicano la destinazione allo spaccio (come bilancini di precisione, materiale per il confezionamento e denaro), dimostrando che il reato è in corso di esecuzione.

L’arresto è valido anche se l’indagato si presenta spontaneamente sul luogo della perquisizione?
Sì, la Corte ha ritenuto irrilevante la modalità con cui l’indagato è giunto sul posto. Ciò che conta è la sua presenza al momento del ritrovamento delle prove del reato, poiché questo lo colloca nella condizione di essere ‘colto in flagranza’ di detenzione della sostanza.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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