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Arresto facoltativo tentativo: quando è possibile?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 22670/2024, chiarisce le condizioni per l’arresto facoltativo tentativo. La Corte ha stabilito che l’arresto è legittimo se la pena massima applicabile al tentativo di reato, calcolata riducendo di un terzo la pena prevista per il reato consumato, supera i tre anni. Nel caso di specie, una tentata truffa aggravata, punita con un massimo di cinque anni, supera tale soglia (3 anni e 4 mesi), rendendo possibile l’arresto. Di conseguenza, è stata annullata l’ordinanza di un Tribunale che aveva negato la convalida dell’arresto.

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Pubblicato il 26 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Arresto facoltativo tentativo: la Cassazione chiarisce il calcolo della pena

La Corte di Cassazione, con una recente sentenza, ha affrontato una questione cruciale in materia di procedura penale: la legittimità dell’arresto facoltativo tentativo. La pronuncia stabilisce un principio chiaro su come calcolare la pena massima per un reato tentato al fine di determinare se sia possibile procedere all’arresto in flagranza. Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche per l’operato delle forze dell’ordine e per la tutela dei diritti individuali.

Il caso: un arresto non convalidato per tentata truffa

Il caso trae origine dal ricorso del Pubblico Ministero contro un’ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) del Tribunale di Nola. Il GIP aveva rifiutato di convalidare l’arresto di un individuo indagato per il reato di tentata truffa aggravata. Secondo il giudice di prima istanza, il reato contestato nella sua forma tentata non rientrava tra le ipotesi per le quali la legge consente l’arresto facoltativo in flagranza.

Il Pubblico Ministero, invece, sosteneva che l’arresto fosse legittimo ai sensi dell’articolo 381 del codice di procedura penale, il quale permette l’arresto facoltativo per tutti i delitti per cui è prevista una pena superiore nel massimo a tre anni, categoria in cui, a suo avviso, rientrava anche la tentata truffa aggravata contestata.

La disciplina dell’arresto facoltativo tentativo

L’arresto facoltativo è una misura che la polizia giudiziaria può adottare, in caso di flagranza, quando si procede per delitti con una certa soglia di pena. La norma di riferimento, l’art. 381 c.p.p., distingue tra un elenco specifico di reati e una clausola generale basata sulla pena massima.

La Corte di Cassazione, pur riconoscendo un orientamento passato che tendeva a escludere l’arresto per i reati tentati non esplicitamente menzionati, ha seguito un percorso argomentativo diverso, fondato sul corretto calcolo della pena ai fini delle misure cautelari, come previsto dall’art. 278 c.p.p. Questo articolo impone di avere riguardo alla pena stabilita per ciascun reato, sia esso consumato o tentato, tenendo conto anche di specifiche circostanze aggravanti.

Le motivazioni della Corte di Cassazione: il calcolo della pena

Il cuore della decisione della Suprema Corte risiede nel metodo di calcolo della pena massima per il delitto tentato. Secondo l’articolo 56 del codice penale, la pena per il tentativo è quella prevista per il reato consumato, diminuita da un terzo a due terzi.

Per determinare la pena massima rilevante ai fini dell’arresto, si deve prendere il massimo edittale del reato consumato e applicare la riduzione minima prevista per il tentativo, ovvero un terzo. Nel caso specifico di truffa aggravata (art. 640, comma 2, n. 2-bis c.p.), la pena prevista va da uno a cinque anni di reclusione.

Il calcolo corretto è quindi il seguente:
– Pena massima per il reato consumato: 5 anni.
– Riduzione minima per il tentativo: 1/3 di 5 anni = 20 mesi.
– Pena massima per il reato tentato: 5 anni (60 mesi) – 20 mesi = 40 mesi, che corrispondono a 3 anni e 4 mesi di reclusione.

Poiché 3 anni e 4 mesi è una pena superiore al limite di 3 anni previsto dall’art. 381 c.p.p., l’arresto facoltativo per il tentativo di truffa aggravata è da considerarsi consentito dalla legge.

Conclusioni: le implicazioni pratiche della sentenza

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato l’ordinanza impugnata e ha rinviato il caso al Tribunale di Nola per un nuovo giudizio. Il Tribunale dovrà ora valutare la sussistenza degli altri requisiti per la legittimità dell’arresto facoltativo (come la gravità del fatto e la pericolosità del soggetto), partendo dal presupposto, ormai acclarato, che l’arresto per quel tipo di reato tentato è astrattamente possibile. La sentenza consolida un importante principio interpretativo, fornendo uno strumento chiaro per determinare quando sia possibile procedere con l’arresto facoltativo tentativo, garantendo uniformità di applicazione della legge sull’intero territorio nazionale.

Quando è possibile l’arresto facoltativo per un reato tentato?
L’arresto facoltativo per un reato tentato è possibile quando la pena massima edittale, calcolata per la forma tentata, supera i tre anni di reclusione.

Come si calcola la pena massima per un reato tentato ai fini dell’arresto?
Si prende la pena massima prevista dalla legge per il reato consumato e la si diminuisce di un terzo, come indicato dall’articolo 56 del codice penale.

Nel caso specifico, perché l’arresto per tentata truffa aggravata è stato ritenuto legittimo?
È stato ritenuto legittimo perché la pena massima per la truffa aggravata contestata è di cinque anni. Riducendo tale pena di un terzo, si ottiene una pena massima per il tentativo di tre anni e quattro mesi, che è superiore alla soglia legale di tre anni richiesta per l’arresto facoltativo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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