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Arresto differito: quando è illegittimo? La Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 26106/2025, ha annullato la convalida di un arresto differito eseguito nei confronti di due tifosi 48 ore dopo scontri allo stadio. La Corte ha stabilito che, per essere legittimo, l’arresto differito richiede la persistenza di una situazione di necessità e urgenza tale da non poter attendere un provvedimento del giudice, non bastando la sola identificazione tramite video.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Arresto Differito: Quando è Illegittimo? La Sentenza della Cassazione

L’arresto differito, strumento eccezionale previsto dalla legge per i reati commessi durante manifestazioni sportive, è stato oggetto di un’importante pronuncia della Corte di Cassazione. Con la sentenza in esame, i giudici hanno fissato paletti rigorosi per la sua applicazione, ribadendo che la semplice identificazione dei responsabili tramite video non è sufficiente. È necessaria una persistente condizione di “necessità e urgenza” che renda impossibile attendere l’intervento dell’autorità giudiziaria.

I Fatti del Caso: Scontri post-derby e arresti successivi

La vicenda trae origine dagli scontri tra tifoserie avvenuti il 13 aprile 2025 al termine di un derby calcistico presso lo Stadio Olimpico. Due persone, ritenute partecipi ai tafferugli, non venivano arrestate nell’immediatezza dei fatti. La loro identificazione avveniva solo il giorno seguente, grazie alla visione dei filmati registrati dalle forze dell’ordine. Di conseguenza, l’arresto veniva eseguito il 15 aprile 2025, tra le 11:00 e le 18:00, ovvero entro il termine di 48 ore previsto dalla legge per l’arresto differito.

Il Tribunale di Roma convalidava l’arresto, ma i difensori dei due indagati proponevano ricorso per Cassazione, lamentando la violazione di legge e la mancanza di motivazione sulla “persistente attualità della necessità e urgenza”, presupposto fondamentale per questo tipo di misura restrittiva.

La Decisione della Corte sull’arresto differito

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando senza rinvio l’ordinanza del Tribunale limitatamente alla convalida degli arresti. Secondo la Suprema Corte, l’ordinanza impugnata era illegittima perché non aveva verificato la sussistenza delle condizioni oggettive che giustificano il ricorso a una misura così eccezionale.

In sostanza, il giudice di merito si era limitato a constatare che l’identificazione e l’arresto erano avvenuti entro le 48 ore, trascurando di accertare il requisito fondamentale: l’esistenza di una situazione di pericolo concreto e attuale al momento dell’arresto, tale da non poter attendere l’emissione di una misura cautelare da parte dell’autorità giudiziaria competente.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha ribadito un principio fondamentale, già espresso in precedenti pronunce e radicato nell’articolo 13 della Costituzione: la limitazione della libertà personale da parte della polizia giudiziaria è consentita solo in casi eccezionali di necessità e urgenza. L’arresto differito è una di queste eccezioni, ma non può essere trasformato in una regola.

I giudici hanno chiarito che la legge richiede due condizioni cumulative:

1. Impossibilità di procedere all’arresto immediato: Devono sussistere comprovate “ragioni di sicurezza o incolumità pubblica” che hanno impedito l’intervento delle forze dell’ordine al momento del fatto.
2. Persistenza della necessità e urgenza: Le condizioni di pericolo e urgenza devono continuare a esistere anche al momento dell’esecuzione dell’arresto differito. Questa urgenza deve essere tale da rendere imperativo l’intervento della polizia senza poter attendere i tempi, seppur brevi, di un provvedimento del giudice.

Nel caso specifico, l’ordinanza del Tribunale non conteneva alcun riferimento a queste circostanze. Si era basata unicamente sul fatto che i sospettati erano stati identificati tramite video entro il termine di legge. Questo, secondo la Cassazione, “elude il previo accertamento della condizione oggettiva dell’intervento”. L’identificazione è un presupposto soggettivo, ma non può sostituire la necessità di una condizione oggettiva di pericolo attuale.

Le Conclusioni

La sentenza rappresenta un importante monito a tutela della libertà personale. La Corte di Cassazione ha voluto evitare che l’arresto differito diventi uno strumento ordinario di repressione post-evento, svincolato dai suoi presupposti costituzionali. Per essere legittimo, non basta identificare un presunto colpevole dalle immagini; è indispensabile che la polizia giudiziaria dimostri e che il giudice verifichi l’esistenza di una situazione eccezionale e persistente di pericolo che giustifichi la compressione della libertà personale senza un preventivo ordine del magistrato. In assenza di tale prova, la via corretta è quella ordinaria: la richiesta di una misura cautelare all’autorità giudiziaria.

Quando è legittimo un arresto differito per reati commessi durante manifestazioni sportive?
L’arresto differito è legittimo solo se ricorrono due condizioni: 1) l’impossibilità di procedere all’arresto nell’immediatezza dei fatti per comprovate “ragioni di sicurezza o incolumità pubblica”; 2) la persistenza di tali condizioni di necessità e urgenza al momento dell’esecuzione dell’arresto, tali da non consentire di attendere un provvedimento dell’autorità giudiziaria.

L’identificazione di un sospettato tramite video entro 48 ore giustifica da sola l’arresto differito?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la sola identificazione dei responsabili attraverso filmati, sebbene necessaria, non è sufficiente a giustificare l’arresto differito. È indispensabile che sussista anche una condizione oggettiva di necessità e urgenza che persista fino al momento dell’arresto.

Cosa ha sbagliato il Tribunale nel convalidare l’arresto in questo caso?
Il Tribunale ha sbagliato perché ha basato la sua decisione di convalida unicamente sulla circostanza che l’identificazione e l’arresto erano avvenuti entro le 48 ore previste dalla legge, omettendo di verificare la sussistenza della specifica condizione oggettiva che legittimava l’intervento: la persistenza di una situazione di necessità e urgenza tale da impedire di attendere l’intervento dell’autorità giudiziaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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