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Arresti domiciliari straniero: sì anche senza legami

La Corte di Cassazione ha stabilito un importante principio in materia di misure cautelari, annullando un’ordinanza che negava gli arresti domiciliari a uno straniero irregolare. La Corte ha chiarito che l’assenza di legami familiari con chi offre ospitalità non è un motivo sufficiente per escludere la misura, che deve essere valutata concretamente, considerando anche l’uso del braccialetto elettronico. La custodia in carcere deve rimanere una soluzione di ‘extrema ratio’.

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Pubblicato il 18 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Arresti domiciliari per stranieri irregolari: la Cassazione apre alla misura anche senza vincoli familiari

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 35035/2024, ha affrontato un tema delicato e di grande attualità: la concessione degli arresti domiciliari a uno straniero irregolare sul territorio nazionale. La pronuncia stabilisce che la condizione di clandestinità e l’assenza di legami familiari con chi offre ospitalità non sono di per sé motivi sufficienti per negare questa misura cautelare, riaffermando il principio della custodia in carcere come extrema ratio.

Il caso: detenzione di stupefacenti e richiesta di riesame

Il caso trae origine da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa nei confronti di un cittadino straniero, indagato per il reato di detenzione illecita di un ingente quantitativo di sostanze stupefacenti (oltre 1 kg di anfetamina). La droga era stata rinvenuta nell’abitazione dove l’uomo era ospite da circa venti giorni. Una parte della sostanza si trovava sul comodino del suo letto.

Il Tribunale della Libertà aveva confermato la misura carceraria, rigettando la richiesta di riesame. In particolare, aveva escluso la possibilità di concedere gli arresti domiciliari, nonostante la disponibilità offerta da due persone ad accogliere l’indagato. Il Tribunale aveva motivato tale decisione sulla base della mancanza di prova di un solido legame tra l’indagato e gli ospitanti e dell’assenza di garanzie sul suo mantenimento, ritenendo quindi precario l’impegno di accoglienza.

I motivi del ricorso in Cassazione

La difesa ha presentato ricorso in Cassazione articolando due motivi principali. Con il primo, si contestava la configurazione del concorso nel reato, sostenendo che la condotta dell’indagato potesse al più integrare una mera connivenza non punibile. Con il secondo motivo, oggetto di accoglimento, si lamentava la violazione di legge e il vizio di motivazione nell’escludere l’adeguatezza degli arresti domiciliari, anche con braccialetto elettronico.

La valutazione degli arresti domiciliari per lo straniero secondo la Corte

La Corte di Cassazione ha ritenuto infondato il primo motivo, ma ha accolto il secondo, annullando con rinvio l’ordinanza impugnata sul punto delle esigenze cautelari. I giudici di legittimità hanno ribadito un principio fondamentale: la misura degli arresti domiciliari, anche con l’applicazione di un sistema di controllo elettronico, è pienamente compatibile con la condizione di irregolarità amministrativa del soggetto straniero.

Il principio della ‘extrema ratio’ della custodia in carcere

La sentenza sottolinea come la custodia in carcere debba essere considerata una misura di extrema ratio, da applicare solo quando ogni altra opzione risulti inadeguata a fronteggiare i pericoli cautelari (fuga, inquinamento probatorio, reiterazione del reato). La valutazione del giudice non può basarsi su presunzioni o automatismi legati allo status di straniero irregolare.

le motivazioni

La Corte ha censurato la decisione del Tribunale perché non ha compiuto una valutazione concreta ed esplicita sull’idoneità degli arresti domiciliari. Secondo la Cassazione, non è sufficiente rilevare l’assenza di vincoli parentali o affettivi con chi offre ospitalità per escludere a priori la misura. Il giudice del rinvio dovrà, invece, valutare l’effettiva adeguatezza dell’affidamento fiduciario, considerando tutte le circostanze del caso, inclusa la possibilità di impiegare strumenti di controllo elettronico a distanza. La decisione impugnata è stata annullata perché l’apprezzamento sull’inidoneità degli arresti domiciliari non si è basato su specifiche ragioni indicative di un’esclusiva idoneità della custodia in carcere, ma su una valutazione astratta e incompleta.

le conclusioni

Questa pronuncia ha importanti implicazioni pratiche. Essa impone ai giudici di merito un’analisi più approfondita e individualizzata nella scelta della misura cautelare da applicare a un indagato straniero irregolare. Si afferma con forza che lo status di immigrato privo di permesso di soggiorno non può tradursi in un trattamento deteriore o in una presunzione di inaffidabilità. La decisione rafforza la tutela dei diritti fondamentali della persona, garantendo che la privazione della libertà personale in carcere prima di una condanna definitiva rimanga un’eccezione, rigorosamente motivata e giustificata solo dall’inefficacia di qualsiasi altra alternativa meno afflittiva.

Uno straniero irregolare sul territorio italiano può ottenere gli arresti domiciliari?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, la condizione di irregolarità amministrativa non è di per sé un ostacolo alla concessione degli arresti domiciliari, specialmente se accompagnati da un sistema di controllo elettronico.

L’assenza di legami familiari con le persone disposte a ospitare l’indagato impedisce la concessione degli arresti domiciliari?
No. La sentenza stabilisce che l’assenza di vincoli parentali o affettivi non è una ragione sufficiente per escludere l’applicazione degli arresti domiciliari. Il giudice deve valutare l’effettiva adeguatezza dell’ospitalità offerta, anche tramite congegni elettronici di controllo.

Quando è giustificata la custodia in carcere?
La custodia in carcere è considerata extrema ratio, ovvero un’ultima risorsa. Deve essere disposta solo quando ogni altra misura cautelare, come gli arresti domiciliari, risulti inadeguata a salvaguardare le esigenze cautelari (pericolo di fuga, inquinamento delle prove, reiterazione del reato).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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