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Arma tipo guerra: il tentativo di fabbricazione

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna per tentata fabbricazione di un’arma tipo guerra a carico di più soggetti che stavano costruendo i componenti di un cannone. La sentenza chiarisce che per configurare il reato non è necessaria la completa realizzazione dell’arma, ma sono sufficienti atti idonei a creare parti con una spiccata potenzialità offensiva, anche se l’arma non è ancora assemblata.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Arma tipo guerra: la costruzione di singole parti è reato?

La recente sentenza della Corte di Cassazione, n. 28380 del 2024, affronta un tema cruciale in materia di diritto penale delle armi: quando la fabbricazione di componenti di un’arma integra il delitto di tentata fabbricazione di un’arma tipo guerra? La Corte fornisce criteri rigorosi per distinguere tra preparativi non punibili e atti idonei che configurano un tentativo di reato, anche se l’arma non è stata completata.

I fatti del processo

Il caso riguarda un gruppo di persone accusate di aver tentato di fabbricare un’arma da guerra artigianale. Nello specifico, gli imputati si erano riuniti in un magazzino per costruire un mezzo blindato artigianale (definito “tanko”) sul quale intendevano montare un cannoncino. L’obiettivo era un’azione dimostrativa in una nota piazza italiana per restaurare simbolicamente un’antica repubblica marinara.

Le forze dell’ordine hanno sequestrato tre manufatti principali in acciaio ad alta resistenza: due camere di cartuccia (canne) e un otturatore, oltre a bossoli artigianali e sfere d’acciaio che potevano fungere da proiettili. Secondo l’accusa, questi componenti erano parte integrante del progetto di costruzione dell’arma. Tra gli imputati figurava anche un ingegnere, accusato di aver fornito i disegni tecnici per la realizzazione dell’otturatore.

La Corte d’Appello aveva condannato gli imputati, ribaltando in parte la decisione di primo grado che li aveva assolti da altre imputazioni. Gli imputati hanno quindi proposto ricorso in Cassazione, sostenendo che i singoli pezzi non potessero essere considerati un’arma e che mancassero i requisiti per qualificarli come “tipo guerra”.

La qualificazione giuridica di arma tipo guerra

La difesa ha sollevato diverse obiezioni. In primo luogo, ha sostenuto che i componenti, singolarmente considerati, non avessero la potenzialità offensiva di un’arma tipo guerra. Inoltre, hanno contestato la classificazione basandosi su requisiti quali la portabilità o la destinazione all’armamento militare, che nel caso di specie mancavano. L’ingegnere, dal canto suo, ha negato di aver fornito disegni per un’arma, affermando che i documenti consegnati riguardassero altro.

La Corte di Cassazione ha respinto tutti i ricorsi, ritenendoli infondati. La decisione si basa su un’analisi approfondita della natura dei componenti sequestrati e del progetto complessivo.

Le motivazioni della Suprema Corte

La Corte ha stabilito che, ai fini della configurabilità del tentativo, non è necessario che l’arma sia stata completamente assemblata o sia funzionante. Ciò che rileva è che gli atti compiuti siano idonei e diretti in modo inequivocabile alla fabbricazione di un’arma con determinate caratteristiche. Nel caso specifico, le perizie tecniche avevano dimostrato che i manufatti erano di “ottima fattura” e costituivano parti essenziali di un’arma da fuoco lunga a colpo singolo.

I giudici hanno sottolineato che la valutazione sulla natura di arma tipo guerra non dipende dalla sua attuale dotazione alle forze armate, ma dalla sua spiccata potenzialità offensiva. I periti avevano accertato che i componenti, se assemblati, avrebbero potuto generare un’energia cinetica superiore a quella di alcune armi da guerra esistenti. Questa elevata capacità di arrecare danno è stata l’elemento decisivo.

Inoltre, la Corte ha chiarito che il concetto di “arma tipo guerra” si estende anche a parti di essa, in quanto la legislazione mira a prevenire il pericolo derivante dal loro possesso. L’idoneità degli atti non viene meno per una semplice inefficienza o inettitudine all’uso immediato, ma solo in caso di completa e assoluta inservibilità dei pezzi.

Per quanto riguarda la posizione dell’ingegnere, le intercettazioni e le osservazioni dei Carabinieri hanno fornito prova sufficiente del suo contributo concorsuale, avendo egli fornito i disegni tecnici necessari per una parte fondamentale dell’arma, l’otturatore.

Le conclusioni

Questa sentenza ribadisce un principio fondamentale: la lotta alla proliferazione delle armi si attua anche prevenendo la loro costruzione fin dalle fasi iniziali. La Corte di Cassazione ha confermato che la fabbricazione di componenti meccanici, se inserita in un progetto finalizzato a creare un’arma tipo guerra e se dotata di intrinseca potenzialità offensiva, costituisce un tentativo di reato punibile. Non è necessario attendere il completamento dell’arma per intervenire penalmente. La decisione sottolinea come la valutazione debba basarsi sulle caratteristiche tecniche e sulla finalità del progetto complessivo, piuttosto che su requisiti formali come la portabilità o l’uso militare attuale.

La fabbricazione di singole parti di un’arma è sufficiente per configurare il reato di tentata fabbricazione di un’arma tipo guerra?
Sì, secondo la Corte di Cassazione è sufficiente. Non è necessario che l’arma sia completata o assemblata. Se le parti realizzate sono componenti essenziali di un’arma e dimostrano, sulla base di perizie tecniche, di possedere una spiccata potenzialità offensiva, si configura il reato di tentativo.

Un’arma artigianale deve essere portatile o in dotazione agli eserciti per essere classificata come ‘tipo guerra’?
No. La sentenza chiarisce che la qualificazione di “arma tipo guerra” non dipende dalla portabilità o dall’essere attualmente in uso presso forze armate nazionali o estere. Il criterio decisivo è la sua potenzialità offensiva, ovvero la capacità di arrecare un danno significativo, paragonabile a quello delle armi da guerra.

Quale tipo di contributo è necessario per essere considerati concorrenti nel reato di tentata fabbricazione di un’arma?
Qualsiasi contributo rilevante al progetto complessivo può integrare il concorso nel reato. Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che la fornitura dei disegni tecnici per una parte fondamentale dell’arma (l’otturatore) da parte di un ingegnere costituisse un contributo concorsuale penalmente rilevante al tentativo di fabbricazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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