LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Appropriazione indebita: ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per appropriazione indebita di un veicolo. Il ricorso è stato ritenuto una mera ripetizione di argomenti già respinti in appello e manifestamente infondato riguardo la richiesta di non punibilità per particolare tenuità del fatto, a causa dei numerosi precedenti penali specifici dell’imputato.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 1 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Appropriazione Indebita: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

L’appropriazione indebita è un reato che si configura quando un soggetto si impossessa di un bene mobile altrui di cui aveva già la disponibilità. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha chiarito i limiti dell’ammissibilità del ricorso per questo tipo di reato, sottolineando l’importanza della specificità dei motivi e l’impatto dei precedenti penali. Il caso esaminato riguardava la mancata restituzione di un veicolo, una situazione purtroppo comune ma con precise implicazioni legali.

I Fatti del Caso: La Mancata Restituzione del Veicolo

La vicenda giudiziaria ha origine dalla condotta di un individuo che, dopo aver ricevuto in detenzione un veicolo, non ha provveduto al pagamento dei canoni pattuiti. Nonostante le ripetute richieste da parte della società proprietaria, l’uomo non solo ha omesso di saldare il dovuto, ma ha anche mancato di restituire il mezzo. Anzi, ha delegato una terza persona per l’eventuale riconsegna, un comportamento che ha ulteriormente aggravato la sua posizione. A seguito di ciò, è stato condannato in primo e secondo grado per il reato di appropriazione indebita.

I Motivi del Ricorso e l’Appropriazione Indebita

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione basandosi su due principali motivi:

1. Mancanza dell’interversio possessionis: Secondo la difesa, non vi era stata una vera e propria inversione del possesso, ovvero un atto manifesto con cui l’imputato avesse iniziato a comportarsi come proprietario del veicolo. La semplice mancata restituzione, a suo dire, non era sufficiente per integrare il reato.
2. Erronea motivazione sulla particolare tenuità del fatto: La difesa contestava il diniego, da parte della Corte d’Appello, dell’applicazione dell’art. 131-bis del codice penale, che prevede la non punibilità per fatti di particolare tenuità.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso interamente inammissibile. Per quanto riguarda il primo motivo, i giudici hanno rilevato che si trattava di una pedissequa reiterazione delle argomentazioni già presentate e respinte in appello. Un ricorso in Cassazione, per essere ammissibile, deve contenere una critica specifica e argomentata contro la sentenza impugnata, non limitarsi a riproporre le stesse difese. La Corte ha ritenuto che la condotta dell’imputato (mancato pagamento, omessa restituzione nonostante le richieste e delega a terzi) fosse stata correttamente valutata dalla Corte d’Appello come prova dell’appropriazione indebita.

Anche il secondo motivo è stato giudicato manifestamente infondato.

Le Motivazioni della Suprema Corte

Le motivazioni della Corte si sono concentrate su due aspetti fondamentali. In primo luogo, la non specificità del primo motivo di ricorso. La Cassazione non è un terzo grado di giudizio nel merito, ma un giudice di legittimità. Pertanto, i ricorsi che non individuano vizi logici o giuridici precisi nella sentenza impugnata, ma si limitano a riproporre una diversa lettura dei fatti, sono destinati all’inammissibilità.

In secondo luogo, riguardo alla non punibilità per particolare tenuità del fatto, la Corte ha sottolineato come la decisione dei giudici d’appello fosse ineccepibile. L’applicazione dell’art. 131-bis c.p. è esclusa quando il comportamento non è occasionale. Nel caso di specie, dal casellario giudiziario dell’imputato emergevano ben sei condanne per reati della stessa indole. Questa ‘abitualità’ nel commettere illeciti simili è un ostacolo insormontabile al riconoscimento del beneficio, poiché dimostra una tendenza a delinquere che è incompatibile con la ‘particolare tenuità’ richiesta dalla norma.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza offre due importanti lezioni pratiche. La prima è che un ricorso in Cassazione deve essere formulato con estrema precisione, evitando la semplice riproposizione di argomenti già vagliati. È necessario attaccare la logica giuridica della sentenza di secondo grado, non i fatti. La seconda è un monito sull’importanza del casellario giudiziario: la presenza di precedenti penali, specialmente se per reati della stessa natura, può precludere l’accesso a benefici di legge come la non punibilità per particolare tenuità del fatto, rendendo la condanna quasi inevitabile.

Quando un ricorso in Cassazione per appropriazione indebita viene considerato generico e quindi inammissibile?
Quando si limita a ripetere le stesse argomentazioni già presentate e respinte nel giudizio d’appello, senza formulare una critica specifica e argomentata contro la motivazione della sentenza impugnata.

La mancata restituzione di un veicolo, unita al mancato pagamento dei canoni, integra il reato di appropriazione indebita?
Sì, secondo la decisione in esame, la condotta di chi ha la detenzione del veicolo, non paga i canoni, ignora le richieste di restituzione e delega un’altra persona per la riconsegna, configura pienamente il reato di appropriazione indebita.

Perché la Corte ha negato l’applicazione della non punibilità per ‘particolare tenuità del fatto’?
La Corte ha negato tale beneficio perché il comportamento dell’imputato non poteva essere considerato ‘non abituale’. Dal suo casellario giudiziario risultavano infatti sei condanne precedenti per reati della stessa indole, una condizione che osta al riconoscimento della causa di non punibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati